Cerca

35 anni fa nasceva la televisione vaticana: dal Ctv a Vatican Media

Il 22 ottobre 1983 nasceva il Centro Televisivo Vaticano, oggi Vatican Media. Le sfide odierne di una realtà che negli anni si è profondamente evoluta, nelle parole di Stefano D’Agostini e Renzo Alocci

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Il Centro Televisivo Vaticano, voluto da San Giovanni Paolo II, nacque esattamente 35 anni fa, il 22 ottobre 1983. Da allora “di strada ne è stata fatta molta”, ha evidenziato Papa Francesco ricevendo nell’ottobre 2013 i dirigenti, i dipendenti e i collaboratori del Ctv, richiamando le “importanti sfide tecnologiche” che, due anni più tardi, avrebbero portato al nuovo sistema d’informazione della Santa Sede.

Dall’attività quotidiana del Papa ai viaggi

Il Ctv, oggi Vatican Media, si occupa di fornire trasmissioni in diretta riguardanti l’attività del Papa, quali Angelus, udienze generali, manifestazioni o celebrazioni, a cui vanno aggiunte quelle in occasione dei viaggi del Pontefice in Italia e nel mondo. Quotidianamente, poi, riprende le attività pubbliche del Santo Padre e le principali manifestazioni che si svolgono nella Sede Apostolica. Distribuisce le immagini alle agenzie e alle televisioni che le richiedono. E gestisce l’archivio delle immagini a partire dagli anni Ottanta. Ma non è tutto.

L’evolversi della produzione

“In questi anni c’è stata un’evoluzione della produzione di qualità del Centro Televisivo Vaticano prima e di Vatican Media poi”, spiega Stefano D’Agostini, coordinatore del Dipartimento produzione audiovisivi del Dicastero per la Comunicazione, nell’intervista di Eugenio Murrali. “Abbiamo iniziato grandi co-produzioni con broadcaster internazionali come Rai e Sky e con queste collaborazioni proficue - aggiunge D’Agostini - siamo arrivati a realizzare dei prodotti internazionalmente riconosciuti. C’è stato un film, in particolare, che è quello di Wim Wenders, molto apprezzato in questi giorni nelle sale cinematografiche, e ci sono state produzioni ad esempio sulle Guardie Svizzere, che sono state presentate al Festival di Venezia. Insomma, produzioni di qualità. Stiamo inoltre seguendo - ricorda - anche l’evoluzione dal punto di vista produttivo del documentario al cinema, cioè l’arte e la fede al cinema”.

L’archivio papale

“Il traguardo che raggiungiamo oggi - evidenzia ancora D’Agostini - è quello di una maturazione, sia dal punto di vista produttivo sia dal punto di vista di bene prodotto: noi abbiamo un bene incommensurabile che sono 35 anni di archivio di attività papale. Tutta l’attività che è stata diffusa, anche quella che è stata tenuta da parte, è conservata negli archivi del Ctv-Vatican Media. Questi archivi sono un bene prezioso e come tali li abbiamo trattati: abbiamo scelto un sistema di archiviazione digitale il cui supporto è garantito per 100 anni. Quindi, questa è la nostra prospettiva: di tramandare con la più alta qualità possibile ai posteri, agli storici - che andranno ad occuparsi della storia dei papati non più tanto sui libri ma sui video e sull’audio - un supporto degno, anche fra tanti anni”.

L’Anno Santo del 2000, punto di svolta

A sottolineare le trasformazioni della televisione vaticana in questi 35 anni è anche Renzo Alocci, responsabile tecnico della Divisione produzione video del Dicastero per la Comunicazione, intervistato da Eugenio Murrali. “Il primo punto di svolta che ha avuto il Centro Televisivo Vaticano - ricorda - è stato il 2000, cioè l’Anno Santo, con San Giovanni Paolo II. Quel periodo fu caratterizzato ovviamente da un gran numero di eventi e il Ctv fece fronte alla ripresa e alla diffusione di questo grande numero di eventi. L’altro evento importante, punto di svolta della nostra realtà, è stato il Conclave per l’elezione di Benedetto XVI: cioè, dopo la scomparsa di Papa Wojtyla, dalla sua morte e fino all’elezione del nuovo Pontefice, per la prima volta nella storia del Vaticano c’è stato un ente televisivo vaticano che ha fatto da host broadcaster per tutte le immagini che sono uscite dal suo territorio. Era cioè l’unico autorizzato a riprendere - chiarisce Alocci - tutta la fase di passaggio tra i due Pontefici e a poter distribuire, quindi documentare e diffondere, le immagini a tutti gli altri broadcaster del mondo. Un terzo evento decisivo - conclude - è stato quello dell’elezione di Papa Francesco nel 2013, in occasione della quale questa funzione si è consolidata e da lì, poi, il Ctv è potuto crescere ancora di più finché poi è stato inglobato nel Dicastero per la Comunicazione”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

22 ottobre 2018, 08:00