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Bambini migranti nei campi di detenzione in Libia Bambini migranti nei campi di detenzione in Libia 

Santa Sede a Global compact su migranti: no a detenzione dei minori

All’Onu i delegati vaticani chiedono dignità, sicurezza, diritti, sviluppo e futuro per i minori migranti e rifugiati. Invocata la fine della pratica della detenzione dei bambini

“Porre fine alla detenzione di minori migranti e rifugiati trovando alternative alla detenzione”: è questo l’appello lanciato oggi dalla Santa Sede durante la tavola rotonda su questo tema alle Nazioni Unite a New York nell’ambito delle negoziazioni per il Global compact sui migranti, in corso dal 20 al 23 febbraio. “I bambini rifugiati e migranti è il nostro primo e unico obiettivo – ha affermato padre Michael Czerny, sotto-segretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale -. La loro dignità, sicurezza, diritti, sviluppo e futuro”. “Come possiamo porre fine alla detenzione di minori migranti e rifugiati ovunque e in maniera permanente?” si è chiesto. “La risposta si trova nelle ultime tre parole del titolo del nostro incontro, ossia alternative alla detenzione. Questa è la vera sfida”.

Affrontare il dramma della riunificazione familiare

Nel corso della tavola rotonda verranno ascoltate buone prassi relative a “canali legali per la riunificazione familiare; meccanismi di regolarizzazione che permettano ai bambini di vivere con i loro genitori; opportunità educative e di lavoro per i giovani”. Un’altra sfida, ha aggiunto padre Czerny, riguarda “il pluralismo delle definizioni: mentre una cultura definisce un bambino al di sotto dei 18 anni, un’altra considera già un 16/17enne come un adulto responsabile”

Porre fine alla pratica della detenzione dei bambini

Dal canto suo l’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha detto che “la detenzione di bambini migranti e rifugiati non è mai nel loro migliore interesse. E non è nemmeno nel migliore interesse degli Stati, perché costosa, gravosa e raramente un deterrente alla migrazione. In alcuni posti – ha osservato – alternative alla detenzione dei bambini sono emerse e sono impiegate con successo dagli Stati e dai loro partners nella società civile”. Da qui l’auspicio di “raggiungere l’ambizioso obiettivo di porre fine alla pratica della detenzione dei bambini”. (Agenzia Sir)
 

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22 febbraio 2018, 10:08