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Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore

Storia

Il 5 agosto del 352, il giovane patrizio romano, Giovanni, corse da papa Liberio a raccontare il sogno e il Pontefice confessò di averne fatto uno identico. Recatisi all’Esquilino, trovarono la neve caduta nel corso della notte. Il Papa diede ordine di far erigere la Basilica di Santa Maria della Neve sul perimetro coperto dalla nevicata; le spese di costruzione vennero sostenute dallo stesso Giovanni. Nel V Secolo, sotto il pontificato di papa Sisto III, la Basilica venne ricostruita ed assunse il nome che porta ancora oggi: Santa Maria Maggiore, il più grande ed antico santuario mariano d’Occidente, detta anche Liberiana, in onore di papa Liberio. La basilica venne anche denominata S. Maria "ad praesepe", già prima del secolo VI, quando vi furono portate le tavole di un'antica mangiatoia che la devozione popolare identificò con quella che accolse il Bambino Gesù nella grotta di Betlemme. La celebrazione liturgica della dedicazione della basilica è entrata nel calendario romano soltanto nell'anno 1568.

Papa Francesco

È questa la Basilica che vede il Pontefice recarsi, prima e dopo i suoi viaggi, per pregare davanti all’immagine della Vergine Salus Popoli Romani, salvezza del popolo romano, e a lei puntualmente affidare quanto porta nel cuore.

Benedetto XVI

La Basilica, nella Cappella Borghese, custodisce l’antica immagine mariana con il titolo Salus populi Romani. “Secondo la tradizione è l’immagine che Gregorio Magno ha portato in processione per le vie di Roma nell’anno 590, quando la peste tormentava la città. Al termine della processione l’epidemia cessò, Roma era tornata di nuovo sana. Il nome dell’immagine vuole comunicarci proprio questo: da qui Roma, da qui gli uomini possono sempre ritrovare la salute. Da questa immagine, insieme giovane e veneranda, dai suoi occhi sapienti e benevoli, ci guarda la bontà materna di Dio”.

San Giovanni Paolo II

“La Madre del Signore è sempre presente nel cammino-pellegrinaggio che la Chiesa di Cristo svolge nel tempo, ed è presente, altresì, nel pellegrinaggio interiore della fede in ogni anima. La Vergine, che più di ogni altra creatura ha partecipato, nella fede, al mistero di Cristo, sostenga con la sua intercessione il nostro cammino di fede; conforti chi cerca una fede più vera e profonda; riunisca in un vincolo di fraternità e di intesa i credenti in Cristo e in Dio. A tutti sia modello di totale adesione a Dio lei, la Vergine “beata perché ha creduto”, nel cui spirito si riflettono nel modo più profondo e più limpido le grandi opere del Signore”.