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2023.09.21 Papale Papale Discernimento

Ep. 96 - Papale papale -"Discernimento"

Benedetto XVI, Visita al Seminario Romano Maggiore, 17 febbraio 2007

Dio parla in diversissimi modi con noi. Parla per mezzo di altre persone, attraverso amici, i genitori, il parroco, i sacerdoti. Qui, i sacerdoti ai quali siete affidati, che vi guidano.  Parla per mezzo degli avvenimenti della nostra vita, nei quali possiamo discernere un gesto di Dio; parla anche attraverso la natura, la creazione, e parla, naturalmente e soprattutto, nella Sua Parola, nella Sacra Scrittura, letta nella comunione della Chiesa e letta personalmente in colloquio con Dio.

E’ importante leggere la Sacra Scrittura, da una parte in un modo molto personale, e realmente, come dice San Paolo, non come parola di un uomo o come un documento del passato, come leggiamo Omero, Virgilio, ma come una Parola di Dio che è sempre attuale e parla con me. Imparare a sentire in un testo, storicamente del passato, la Parola vivente di Dio, cioè entrare in preghiera, e così fare della lettura della Sacra Scrittura un colloquio con Dio.

Francesco, udienza generale 31 agosto 2022

Il discernimento è faticoso ma indispensabile per vivere. Richiede che io mi conosca, che sappia cosa è bene per me qui e ora. Richiede soprattutto un rapporto filiale con Dio. Dio è Padre e non ci lascia soli, è sempre disposto a consigliarci, a incoraggiarci, ad accoglierci. Ma non impone mai il suo volere. Perché? Perché vuole essere amato e non temuto. E anche Dio ci vuole figli non schiavi: figli liberi. E l’amore si può vivere solo nella libertà. Per imparare a vivere si deve imparare ad amare, e per questo è necessario discernere: cosa posso fare adesso, davanti a questa alternativa? Che sia un segnale di più amore, di più maturità nell’amore. 

Giovanni Paolo II, Angelus del 15 dicembre 1991

Esercitare il discernimento significa osservare, domandare per conoscere e per continuare a sperare. Ora, le folle che accorrevano a Giovanni gli ponevano domande, perché attendevano qualcosa o, meglio, Qualcuno: - Che cosa dobbiamo fare? Sei forse tu il Cristo? Esse volevano conoscere e volevano sapere. E non certo per una semplice curiosità. La gente che cercava il Battista apparteneva a quella nazione che da secoli portava nel cuore la "speranza di Israele" ed attendeva fiduciosa la venuta del Cristo: sua aspirazione suprema era di vedere con i propri occhi la "salvezza di Dio" (salutare tuum), luce delle genti e gloria del popolo di Israele (cfr. Lc 2, 30-32). Discernimento e speranza debbono essere anche atteggiamenti nostri: immersi nella storia, anche noi dobbiamo vigilare e osservare per riconoscere nel nostro tempo i segni della "salvezza di Dio" e trarne motivo di incrollabile fiducia nel corso degli eventi più diversi.

Paolo VI, Inaugurazione delle celebrazioni giubilari nella Diocesi di Roma, 10 novembre 1973

Dobbiamo entrare in profondità nella nostra coscienza, avere il senso di noi stessi. Dobbiamo orientarci nella molteplicità delle voci, delle proposte, delle possibilità, dobbiamo trovare l’orientamento nella dialettica del mondo moderno che si affaccia quotidianamente alla nostra coscienza. Dobbiamo orizzontarci nella confusione, nella polemica, nella contraddizione, trovare un dialogo, trovare la maniera di capire tutti, di trarre da ogni parola umana che viene pronunciata attorno a noi un nucleo di verità sufficiente a renderci amici anche di chi ci insulta, ci offende, ci nega. Dobbiamo essere convinti di poter e dover colloquiare con tutti. Dobbiamo costruire una grande armonia attorno a noi, una grande riconciliazione, dobbiamo saper essere così saggi da tutto comprendere, tutto discernere».

05 febbraio 2024