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2023.11. Papale Papale DESERTO

Ep. 106 - Papale papale -"Deserto"

Francesco, udienza generale 26 febbraio 2020

Immaginiamo di stare in un deserto. La prima sensazione sarebbe quella di trovarci avvolti da un grande silenzio: niente rumori, a parte il vento e il nostro respiro. Ecco, il deserto è il luogo del distacco dal frastuono che ci circonda. È assenza di parole per fare spazio a un’altra Parola, la Parola di Dio, che come brezza leggera ci accarezza il cuore (cfr 1 Re 19,12). Il deserto è il luogo della Parola, con la maiuscola. Nella Bibbia, infatti, il Signore ama parlarci nel deserto. Nel deserto consegna a Mosè le “dieci parole”, i dieci comandamenti. E quando il popolo si allontana da Lui, diventando come una sposa infedele, Dio dice: «Ecco, io la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà, come nei giorni della sua giovinezza» (Os 2,16-17). Nel deserto si ascolta la Parola di Dio, che è come un suono leggero. (...) Proviamo di nuovo a pensare a un deserto. Il deserto è il luogo dell’essenziale. Guardiamo le nostre vite: quante cose inutili ci circondano! Inseguiamo mille cose che paiono necessarie e in realtà non lo sono. Quanto ci farebbe bene liberarci di tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto!

Benedetto XVI, Angelus 1 marzo 2009

"Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana" (Mc 1,12). In Terra Santa, ad ovest del fiume Giordano e dell’oasi di Gerico, si trova il deserto di Giuda, che per valli pietrose, superando un dislivello di circa mille metri, sale fino a Gerusalemme. Dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, Gesù si addentrò in quella solitudine condotto dallo stesso Spirito Santo, che si era posato su di Lui consacrandolo e rivelandolo quale Figlio di Dio. Nel deserto, luogo della prova, come mostra l’esperienza del popolo d’Israele, appare con viva drammaticità la realtà della kenosi, dello svuotamento di Cristo, che si è spogliato della forma di Dio (cfr Fil 2,6-7). Lui, che non ha peccato e non può peccare, si sottomette alla prova e perciò può compatire la nostra infermità (cfr Eb 4,15). Si lascia tentare da Satana, l’avversario, che fin dal principio si è opposto al disegno salvifico di Dio in favore degli uomini.

Giovanni Paolo II, udienza generale 18 marzo 1981

Voi sapete che Gesù, prima di iniziare la vita pubblica, si ritiro in preghiera per quaranta giorni nel deserto. Ebbene, carissimi giovani, cercate di fare anche voi un po’ di silenzio nella vostra vita, per poter pensare, riflettere, pregare con maggior fervore e fare propositi con maggior decisione. È difficile oggi creare delle "zone di deserto e di silenzio", perché si è continuamente travolti dall’ingranaggio delle occupazioni, dal frastuono degli avvenimenti, dell’attrattiva dei mezzi di comunicazione, in modo che viene compromessa la pace interiore e vengono ostacolati i pensieri supremi che devono qualificare l’esistenza dell’uomo. È difficile, ma è possibile ed importante saperlo fare.

Pio XII, radiomessaggio natalizio 24 dicembre 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale

L'alba del Natale si leva su campi di battaglia sempre più estesi, su cimiteri ove sempre più numerose si accumulano le spoglie delle vittime, su terre deserte, ove rare torri vacillanti indicano nella loro silenziosa tristezza le rovine di città dianzi fiorenti e prospere, e ove campane cadute o rapite non risvegliano più gli abitanti col loro giulivo canto di Natale. Sono altrettanti muti testimoni che denunziano questa macchia nella storia della umanità, la quale volontariamente cieca dinanzi alla chiarezza di Colui che è splendore e lume del Padre, volontariamente allontanatasi da Cristo, discesa e caduta nella rovina e nell'abdicazione della propria dignità. Anche la piccola lampada si é estinta in molti templi maestosi, in molte modeste cappelle, ove presso il tabernacolo aveva partecipato alle veglie dell'Ospite divino sul mondo addormentato. Quale desolazione! quale contrasto! Non vi sarebbe più dunque speranza per I'umanità? Sia benedetto il Signore! Dai lugubri gemiti del dolore, dal seno stesso della straziante angoscia degli individui e dei paesi oppressi, si leva un'aurora di speranza.

19 febbraio 2024