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2023.09.28 Papaple_Papale_PASTORI

Ep. 61- Papale papale -"Pastori"

Pio XII, radiomessaggio 24 dicembre 1955

Quanto vorremmo che gli uomini tutti, sparsi sui continenti, nelle città, nei borghi, nelle valli, nei deserti, nelle steppe, sulle distese dei ghiacci e dei mari, sull’intero globo, riascoltassero, come rivolta a ciascuno di essi in particolare, la voce dell’Angelo, annunziante il mistero della divina grandezza e dell’infinito amore, che, chiudendo un passato di tenebre e di condanna, diede principio al regno della verità e della salvezza! « Non temete, poiché io vi do una buona novella di grande allegrezza per tutto il popolo. Oggi nella città di David è nato per voi un Salvatore che è il Cristo Signore ».

Vorremmo che, al pari dei semplici pastori, i quali per primi accolsero in silente adorazione il salvifico messaggio, gli uomini di oggi fossero soggiogati e rapiti dal medesimo senso di stupore, che soffoca ogni umana parola, e piega la mente alla meditativa adorazione, quando una sublime maestà si rivela ai loro occhi: quella del Dio Incarnato.

Giovanni XXIII, radiomessaggio in occasione del Natale 22 dicembre 1962

Il Natale di quest'anno reca l'impronta del Concilio Ecumenico, grazie al Signore, già così bene avviato.

(...) Certo, nessuna solennità della Santa Chiesa potrebbe meglio convenire alla celebrazione del Concilio, e a segnarne i contorni, come il Natale di Gesù, annunziato in gloria sublime di tutti i cieli, e in letizia rinnovantesi di umana fraternità per quanti furono creati e si succederanno abitatori della terra.

Di fatto, oh! quanta felicità di accordi lo spirito cristiano sa trovare, anche immediatamente, nelle acclamazioni dei Padri del Concilio Vaticano II, e nelle voci angeliche diffuse ogni anno a Natale sopra i vigilanti pastori, e ripetute nella santa notte della più grande esaltazione del divino incontro tra il cielo e la terra!

Giovanni Paolo II, udienza generale 30 dicembre 1981

Agli uomini di tutti i tempi e di tutte le latitudini, l’angelo dice come ai pastori: "Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore!". E, come i pastori, bisogna decidere: "Andiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere" (cf. Lc 2,8-15 ).

Bisogna andare a Betlemme per conoscere la verità! Bisogna ritornare a Betlemme per poter comprendere qualcosa del significato autentico della nostra vita e della nostra storia. Bisogna cioè interpretare la vicenda dell’uomo sulla terra in questo sconfinato ed ignoto universo alla luce dell’Incarnazione del Verbo. Il Natale è messaggio di verità e quindi di gioia.

Benedetto XVI udienza generale 19 dicembre 2007

Come i pastori, affrettiamo fin d’ora il nostro passo verso Betlemme. Nel cuore della Notte Santa anche noi potremo allora contemplare il «Bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia», insieme con Maria e Giuseppe (Lc 2,12.16). Chiediamo al Signore di aprire il nostro animo, perché possiamo entrare nel mistero del suo Natale. Maria, che ha donato il suo grembo verginale al Verbo di Dio, che lo ha contemplato bambino tra le sue braccia materne, e che continua ad offrirlo a tutti quale Redentore del mondo, ci aiuti a fare del prossimo Natale un’occasione di crescita nella conoscenza e nell’amore di Cristo.

Francesco Santa Messa nella solennità del Natale 24 dicembre 2018

I pastori di Betlemme ci dicono anche come andare incontro al Signore. Essi vegliano nella notte: non dormono, ma fanno quello che Gesù più volte chiederà: vegliare (cfr Mt 25,13; Mc 13,35; Lc 21,36). Restano vigili, attendono svegli nel buio; e Dio «li avvolse di luce» (Lc 2,9). Vale anche per noi. La nostra vita può essere un’attesa, che anche nelle notti dei problemi si affida al Signore e lo desidera; allora riceverà la sua luce. Oppure una pretesa, dove contano solo le proprie forze e i propri mezzi; ma in questo caso il cuore rimane chiuso alla luce di Dio. 

18 dicembre 2023