Cerca

2023.09.28 Papaple_Papale_COMUNISMO

Ep. 34 - Papale papale - "Comunismo"

Francesco, Santa Messa della Divina Misericordia 11 aprile 2021

Solo se accogliamo l’amore di Dio potremo dare qualcosa di nuovo al mondo. Così hanno fatto i discepoli: misericordiati, sono diventati misericordiosi. (...) Gli Atti degli Apostoli raccontano che «nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune» (4,32). Non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro. Ed è tanto più sorprendente se pensiamo che quegli stessi discepoli poco prima avevano litigato su premi e onori, su chi fosse il più grande tra di loro (cfr Mc 10,37; Lc 22,24). Ora condividono tutto, hanno «un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32). Come hanno fatto a cambiare così? Hanno visto nell’altro la stessa misericordia che ha trasformato la loro vita. Hanno scoperto di avere in comune la missione, di avere in comune il perdono e il Corpo di Gesù: condividere i beni terreni è sembrato conseguenza naturale. Il testo dice poi che «nessuno tra loro era bisognoso» (v. 34). I loro timori si erano dissolti toccando le piaghe del Signore, adesso non hanno paura di curare le piaghe dei bisognosi. Perché lì vedono Gesù.

Paolo VI, udienza generale 12 novembre 1975

Ed è questo l’aspetto delicato, cioè complesso e controverso, della soluzione che l’amore cristiano, cioè il nostro programma sociale, intende promuovere e realizzare: non tanto come semplice via media, di compromesso, fra le altre due formule avverse e parziali, che oggi si contendono il predominio della socialità contemporanea, e cioè l’egoismo liberale, o capitalismo, come di solito è qualificato, da una parte, e il socialismo comunista dall’altra, ma come espressione originale, organica e dinamica della convivenza sociale, in ordine globale, non solo cioè ristretto all’assillante contesa dei beni economici e materiali, ma esteso alla valutazione altresì dei beni superiori, quelli morali, spirituali e religiosi.

Giovanni Paolo II, udienza generale dopo la visita pastorale nella Repubblica Ceca 30 aprile 1997

Il Presidente Václav Havel, dandomi nel 1990 il benvenuto all'aeroporto di Praga, pronunciò queste parole memorabili: "Io non so che cosa sia un miracolo, ma il fatto di poter ricevere oggi qui il Papa è sicuramente un miracolo". Parlava di miracolo in senso morale, alludendo al crollo del sistema totalitario comunista, che per lungo tempo aveva oppresso diverse nazioni dell'Est europeo. Si può dire che questa mia visita, legata al millennio di sant'Adalberto, è stata quasi il seguito di quel miracolo morale. Per questo, col Salmista, dico al Signore: "Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato".

Benedetto XVI, discorso al termine del film “Karol”, un uomo diventato Papa 19 maggio 2005

“Nulla può migliorare nel mondo se il male non è superato, e il male può essere superato solo con il perdono”. La comune e sincera condanna del nazismo, come del comunismo ateo, sia per tutti un impegno a costruire sul perdono la riconciliazione e la pace. “Perdonare – ricordava ancora l’amato Giovanni Paolo II – non significa dimenticare”, ed aggiungeva che “se la memoria è legge della storia, il perdono è potenza di Dio, potenza di Cristo che agisce nelle vicende degli uomini” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 [1994], p. 250). La pace è anzitutto dono di Dio, che fa germinare nel cuore di chi l’accoglie sentimenti di amore e di solidarietà.

09 novembre 2023