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2023.10.03 Papale papale Grano

Ep. 26 - Papale papale - "Grano"

Francesco, Angelus 20 luglio 2014

Dio è paziente, sa aspettare. Che bello questo: il nostro Dio è un padre paziente, che ci aspetta sempre e ci aspetta con il cuore in mano per accoglierci, per perdonarci. Egli sempre ci perdona se andiamo da Lui.

L’atteggiamento del padrone è quello della speranza fondata sulla certezza che il male non ha né la prima né l’ultima parola. Ed è grazie a questa paziente speranza di Dio che la stessa zizzania, cioè il cuore cattivo con tanti peccati, alla fine può diventare buon grano. Ma attenzione: la pazienza evangelica non è indifferenza al male; non si può fare confusione tra bene e male! Di fronte alla zizzania presente nel mondo il discepolo del Signore è chiamato a imitare la pazienza di Dio, alimentare la speranza con il sostegno di una incrollabile fiducia nella vittoria finale del bene, cioè di Dio.

Alla fine, infatti, il male sarà tolto ed eliminato: al tempo della mietitura, cioè del giudizio, i mietitori eseguiranno l’ordine del padrone separando la zizzania per bruciarla (cfr Mt 13,30). In quel giorno della mietitura finale il giudice sarà Gesù, Colui che ha seminato il buon grano nel mondo e che è diventato Lui stesso “chicco di grano”, è morto ed è risorto.

Giovanni Paolo II, Messa per il personale delle Ville Pontificie, 19 luglio 1987

Dio è il seminatore del buon grano; innanzitutto con la creazione stessa, che è radicalmente e metafisicamente positiva, e poi con la Redenzione, perché “colui che semina il buon seme è figlio dell’uomo. Il seme buono sono i figli del regno”. Il male viene dal “nemico” e da coloro che lo seguono: “La zizzania sono i figli del maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo”.

(...) Il dramma della storia consiste proprio in questa convivenza del buon grano con la zizzania fino al termine della storia, fino alla mietitura.

(...) La zizzania vive e cresce nel campo del mondo; ma vive e prospera anche il buon grano; cresce e si sviluppa anche il grano di senape, che diventa un albero frondoso e ospitale; cresce e fermenta anche il lievito del bene nascosto nella pasta dell’umanità.

Paolo VI, Angelus, 22 agosto 1971

Guardando la scena del mondo, che cosa vediamo? Abbiamo sempre davanti le notizie del giorno. Non sono oggi fra le migliori. Conflitti bellici, rivoluzioni, sommosse, tensioni minacciose, gare di potere, lotte ideologiche, un po’ dappertutto; (...) e poi quante disgrazie, quelle della circolazione tanto numerose, tanto gravi e pietose, delitti e rapine inaudite, di nuovo stile; e le degradazioni ignobili e paurosamente diffuse della droga. . .

E il Nostro occhio cerca con fatica le scene arcadiche della vita dei campi e delle vendemmie di stagione, e la ripresa ordinata, serena e severa del lavoro moderno...

Ma poi, guardando meglio in questa area della nostra esperienza, piena di troppo rigogliosa zizzania, scorgiamo anche molto, molto buon grano; a cominciare da innumerevoli vite oneste, modeste, silenziose, operose, ordinate e credenti, che formano ancora il tessuto sano della società e fanno della loro umile e sacrificata esistenza una vocazione, una donazione, una missione, dove fede ed amore crescono per una messe che non solo il tempo presente godrà;

Benedetto XVI, Via Crucis al Colosseo, 2 aprile 2010

(...) mentre Gesù muore, mentre esala l’ultimo respiro, gridando a gran voce: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46). Consegnando la sua esistenza “donata” nelle mani del Padre, Egli sa che la sua morte diventa sorgente di vita, come il seme nel terreno deve rompersi perché la pianta possa nascere: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). Gesù è il chicco di grano che cade nella terra, si spezza, si rompe, muore e per questo può portare frutto. Dal giorno in cui Cristo vi è stato innalzato, la Croce, che appare come il segno dell’abbandono, della solitudine, del fallimento è diventata un nuovo inizio: dalla profondità della morte si innalza la promessa della vita eterna.

30 ottobre 2023