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2023.09.28 Papaple_Papale_GIOCARE

Ep. 20 - Papale papale - "Giocare"

Paolo VI, Angelus 25 giugno 1972

Siate felici della vostra giovinezza; e diventando grandi sappiate conservarvi fanciulli (come Gesù vuole che tutti, grandi e piccoli, noi siamo), nella fede, nella purezza, nella capacità di giocare e d’imparare, e anche nella premura di compiere ogni giorno almeno un’opera buona, fatta proprio da voi, col cuore, col ricordo che il Signore vi vede, lo sa, e ne gode.

Lo diremo (col cuore pieno di stima e di affezione anche per loro), ai Genitori, agli Insegnanti, agli Assistenti, ai vostri amici, a quanti vi vogliono bene, affinché tutti vi aiutino a essere buoni e liberi, ed insieme bravi e forti. Cerchiamo tutti, sì, di assistere con amore e con sapienza l’infanzia e la giovinezza che crescono, e non lasciamo loro mancare la luce della vita, che è Cristo, chiedendola alla Madre per eccellenza, alla Madonna.

Giovanni Paolo II, discorso al Patronato “Leone XIII” di Vicenza, 17 febbraio 1990

La società non si migliora che attraverso la gioventù... pregare, imparare, giocare: ecco l’Oratorio”. Questa tipica espressione di san Leonardo Murialdo, a voi ben nota, traccia il programma del vostro apostolato, sempre valido, pur nel mutare delle situazioni sociali. Se infatti il Patronato Leone XIII ha così profondamente segnato la cultura popolare e la storia sociale e religiosa del popolo vicentino è perché, affiancandosi alle pubbliche Istituzioni, ha offerto un supplemento d’anima alla città, facendola crescere cristianamente e diventando qualificata “oasi” religiosa per migliaia di giovani e innumerevoli famiglie. Fedeli all’intuizione originaria del fondatore, voi avete perfezionato negli anni la vostra attività, ormai collaudata, come itinerario formativo e come proposta cristiana aperta a tutti. 

Benedetto XVI, incontro con il clero delle diocesi di Belluno – Feltre e Treviso 24 luglio 2007

Il cattolicesimo, un po’ semplicisticamente, è stato sempre considerato la religione del grande et et: non di grandi esclusivismi, ma della sintesi. Cattolico vuole dire proprio “sintesi”. Perciò sarei contro una alternativa o giocare al pallone o studiare la Sacra Scrittura o il Diritto Canonico. Facciamo ambedue le cose. E’ bello fare lo sport, io non sono un grande sportivo, ma magari andare in montagna mi piaceva quando ero ancora più giovane, adesso faccio solo camminate molto facili, ma sempre trovo molto bello camminare qui in questa bella terra che il Signore ci ha dato. Quindi non possiamo sempre vivere nella meditazione alta, forse un Santo nell’ultimo gradino del suo cammino terrestre può arrivare a questo punto, ma normalmente viviamo con i piedi per terra e gli occhi verso il cielo. Ambedue le cose ci sono date dal Signore e quindi amare le cose umane, amare le bellezze della sua terra non solo è molto umano, ma è anche molto cristiano e proprio cattolico.

Francesco, discorso in occasione dell’iniziativa “Il treno dei bambini” 9 giugno 2018

Noi giocavamo tanto con l’aquilone. Lo facevamo noi con canne e carta, carta leggera. Lo facevamo noi. Poi il filo… E’ il gioco che più ci piaceva. Poi il calcio ci piaceva tanto. Facevamo anche un campionato di calcio, tutti i ragazzi del quartiere; e anche un campionato di aquilone, quello che portava il più bello e quello che andava più in alto. E giocavamo così. Poi, nel carnevale, facevamo il corteo del carnevale. Tutti travestiti, ma in tante cose, ognuno si travestiva come voleva e andavamo per strada cantando e anche suonando nelle case cantando, e poi chiedendo qualcosa per comprare cioccolate, cose nostre… Il carnevale era bello in quel tempo, da noi. E poi alla sera andavamo nella strada più grande del quartiere, che era a 600 metri da casa, e lì si faceva la sfilata grande del carnevale, tutto il quartiere, e c’erano i grandi e i piccoli; invece noi piccoli la facevamo dentro il quartiere… Questi sono i giochi che noi facevamo.

20 ottobre 2023