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Storie: Sowed, atelier di abiti da sposa usati per finanziare progetti a favore delle donne - seconda parte

Il matrimonio, evento epocale della vita di una coppia, oggi organizzato come un vero evento pubblico, curato in ogni dettaglio spesso con uno sfarzo che arriva ad eccessi forse esagerati, dai fiori alla chiesa, dall’abito alla torta, dalla location per il pranzo o la cena, fino al dopo festeggiamento contempla spesso costi da capogiro. Un business in Italia che aggira sui 40 miliardi l’anno e ce genera un indotto significativo: . Il business degli abiti da sposa e da cerimonia  fruttava 600 milioni, quello delle bomboniere 800 milioni, il settore dei fotografi 400 milioni a cui aggiungere 440 milioni legati ai matrimoni degli stranieri in Italia. Se si aggiungono musicisti, wedding planner, catering, fioristi, noleggiatori di auto da cerimonia e parrucchieri. Un mercato a cui l’emergenza coronavirus, con la cancellazione di circa 70mila cerimonie, ha dato un colpo ben assestato. Ma nel contesto di un settore che è fonte di lavoro, è bene ricordare anche quanti sprechi genera un evento realizzato con tali modalità. Spreco che una onlus di Roma ha ritenuto inaccettabile: "Sowed", ha pensato di recuperare con donazioni gli abiti usati un solo giorno e di rimetterci in circolo, dietro donazione per l’acquisto, veicolando  il denaro su progetti di sostegno a donne svantaggiate.

Con noi: 

Veronica Bello - Fondatrice di "Sowed" 


Conduce: Paola Simonetti 

25 settembre 2020