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Un secolo di vita dell'attrice Franca Valeri: dalla radio, al teatro, al cinema e infine alla tv - 10.08.2020

"Franca Valeri, scomparsa a 100 anni il 9 agosto 2020,definiva la comicità non un dono di natura ma un lavoro del cervello". "Sul palcoscenico, commenta Rosario Tronnolone, critico teatrale e cinematografico, non ricorreva ad alcun travestimento. I personaggi che rappresentava scaturivano dalla sua genialità di attrice, capace di trasformarsi e di assumere le sembianze delle figure che hanno accompagnato la sua carriera prima radiofonica, poi televisiva: dalla signorina snob, alla signora Cecioni, uno dei personaggi che lei, milanese di nascita, temeva di rappresentare in romanesco". "Con il suo lavoro ha incontrato grandissimi nomi del nostro teatro. Diretta da patroni Griffi, Strehler, Missiroli. Poi, naturalmente, il cinema dove ha lavorato con Fellini, Dino Risi, Comencini, grandissimi registi del nostro cinema". "Vorrei inoltre dire che molte delle attrici comiche del nostro presente, penso ad Anna Marchesini, Luciana Littizzetto, Virginia Raffaele, devono moltissimo alla genialità di Franca Valeri. Credo che la sua intelligenza sia quella che rimarrà veramente più impressa nel pubblico. Una caratteristica che ha portato avanti sempre con grande eleganza e arguzia". "La gente ride alle sue battute, ma è sempre una risata non legata all'effetto immediato, ma ad un ragionamento, sempre ad un pensiero".  "Franca Valeri ha detto una cosa che mi ha profondamente colpito: nella vita ho molto taciuto e non è poco".  "Infine, da ricordare come la signorina snob, la signora Cecioni sono nati come personaggi radiofonici. Il suo modo di recitare è stato sempre legatissimo all'uso della voce che è stato indubbiamente il suo modo più riconoscibile di fare teatro, con un uso delle pause assolutamente geniali".  

La cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze di Filippo Brunelleschi, la più grande al mondo in muratura, festeggia i seicento anni dalla posa della prima pietra. Le numerose celebrazioni previste per il centenario sono state rimandate a causa della pandemia. Un capolavoro, unico fonte di ispirazione per gli artisti di ogni tempo, primo fra tutti Michelangelo di 45,5 metri di diametro interno, un’altezza da terra fino alla lanterna di 116, 40mila tonnellate di peso. Circa 2 milioni le ore lavorative impiegate per portare a compimento l’opera, il 31 agosto 1436. Una colazione e un pranzo sulla sommità della cupola scandirono l’inizio, il 7 agosto 1420, e la fine del cantiere. Furono offerti dall’Opera del Duomo, ricorda Francesco Gurrieri, architetto e già professore ordinario di “restauro dei monumenti” dell’Università degli Studi di Firenze, citando le cronache, pasti a base di “vino vermiglio e uno fiascho di trebiano, pane e poponi”.  

Con noi: 

Rosario Tronnolone, giormalista Radio Vaticana-VN, critico teatrale e cinematografico;  

Francesco Gurrieri, architetto e già professore ordinario di “Restauro dei monumenti” Università degli Studi di Firenze; 

Conduce: Luca Collodi 

Collobarione di Paolo Ondarza.

 

10 agosto 2020