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Abusi, il Papa: ancora poca attenzione verso una piaga da sradicare nella Chiesa e nel mondo Abusi, il Papa: ancora poca attenzione verso una piaga da sradicare nella Chiesa e nel mondo

Francesco: sradicare la piaga degli abusi. Pedopornografia, crimine accessibile a tutti

Il Papa riceve il Ceprome, organismo che riunisce professionisti di diverse discipline da Paesi dell'America latina: "Gli abusi nella Chiesa riflesso di una triste realtà dell'umanità". Il Pontefice parla di progressi ed esorta a "lavorare per la società in modo da incentivare altre istituzioni alla cultura della cura”. Un ricordo di san Cristóbal de la Guardia, bambino martire venerato in Spagna: nei piccoli c'è Cristo, non limitarsi solo ad applicare protocolli ma affidarli a Gesù

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

"Progressi” nella lotta agli abusi la Chiesa ne ha fatti in questi anni. Ma il cammino è ancora lungo per sradicare questa “piaga”, tanto nella Chiesa quanto nel mondo, alla quale si agganciano altre problematiche gravi, gravissime, come la pornografia e la pedopornografia: “Criminalità messa al servizio di tutti attraverso i loro telefonini”. Francesco riceve in udienza i membri del Ceprome, il Centro de Protección de Menores, team di professionisti - tra psicologi, giuristi, psichiatri, teologi, pedagogisti, comunicatori - riuniti da diversi Paesi dell’America Latina per studiare strategie che rendano la Chiesa un luogo sempre più sicuro per minori e persone vulnerabili.

Un lavoro che il Papa incoraggia a proseguire e ampliare anche nella società. Perché, dice in un discorso in spagnolo, intervallato da diversi passaggi a braccio, “non dobbiamo dimenticarlo: gli abusi che hanno colpito la Chiesa non sono che un pallido riflesso di una triste realtà che coinvolge tutta l’umanità e alla quale, soprattutto, non si presta la necessaria attenzione”.  "Anche se ce ne fosse solo uno - aggiunge - sarebbe scandaloso, e ce ne sono tanti".

Il grazie al cardinale O'Malley 

Francesco guarda indietro, al lavoro di prevenzione e contrasto agli abusi nella Chiesa, e parla di “progressi”. “Questo grazie a pastori profetici” afferma, menzionando in particolare “un cardinale”. Non lo nomina, ma lo indica tra i presenti all’udienza: il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente dal 2014 della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Lui, spiega Francesco, “è stato in grado di prendere una ‘patata bollente’ come era Boston a quel tempo, e andare avanti, senza occuparsi dei soldi, ma piuttosto delle persone e dei bambini feriti”. Il riferimento è all’enorme scandalo di abusi nella Chiesa deflagrato nei primi anni 2000 nell’arcidiocesi statunitense con l’inchiesta Spotligh del Boston Globe. “È per questo che voglio ringraziarla pubblicamente, Eminenza, per quello che ha fatto”, dice il Papa a O’Malley, assicurando: “Credo di poter dire che la Chiesa ha fatto molti progressi in questo senso, non smetterà di farli”.

Il Papa con la delegazione del Ceprome
Il Papa con la delegazione del Ceprome

Lavorare per la società

“Voi, lo so bene, cercate di lavorare e di applicare metodi sempre più appropriati per sradicare la piaga degli abusi…”, sottolinea poi Papa Francesco ai membri di Ceprome, ai quali chiede di accompagnare questo importante servizio anche ad “un lavoro significativo per la società, di modo che i passi e le conquiste della Chiesa in questo percorso possano essere un incentivo affinché altre istituzioni promuovano questa cultura della cura”.

Il male della pedopornografia

Con le tecnologie le problematiche legate all’ambito degli abusi si sono infatti moltiplicate. Il Papa - come già in altre occasioni in passato - ne menziona una in particolare “molto grave: “Le riprese di materiale pedopornografico, che purtroppo, pagando una piccola somma, possono essere già sul telefono”. “Dove viene realizzata questa pedopornografia? In quale Paese viene realizzata? Nessuno lo sa”, afferma. “Ma è criminalità messa al servizio di tutti attraverso i loro telefonini. Per favore, parliamo anche di questo. Perché questi bambini che vengono filmati sono vittime, vittime sofisticate di questa società dei consumi. Non dimenticate questo punto, che mi preoccupa molto”.

La figura di san Cristóbal de la Guardia

Oltre a tutto questo, come cristiani, come credenti, c’è poi un ulteriore lavoro da svolgere che è quello della vicinanza, anche e soprattutto spirituale, a coloro che sono stati feriti dal male degli abusi. A cominciare dai più “piccoli”. E sui piccoli si sofferma il Papa richiamando la figura di san Cristóbal de la Guardia, il “bambino martire” che oggi, 25 settembre, si celebra in un santuario della Spagna. Conosciuto pure come il santo Niño de la Guardia era un bimbo di 3 anni, cieco secondo alcune fonti dell’epoca, che nel 1489 fu rapito nel comune de La Guardia e subì ogni tipo di sevizia durante la notte del Venerdì Santo. Secondo la tradizione, i carnefici vollero ripetere sul corpo innocente del bambino la Passione di Cristo, in vista della celebrazione della Pasqua.

“Indipendentemente dal fatto in questione, quello che è interessante nella storia è che la tragedia di quel bambino è stata associata a quella di Gesù stesso, e nelle sue rappresentazioni appare vestito come il Signore, sia mentre cammina verso il Calvario, sia mentre subisce la sua stessa Passione”, evidenzia Papa Francesco.

Vedere Cristo nella sofferenza dei più piccoli

Quello del piccolo Cristóbal non è solo un aneddoto, ma - annota il Pontefice - un richiamo del racconto evangelico del Giudizio Finale “in cui ascoltiamo le inquietanti parole del grande Re: in verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me”. “Come cambierebbe il mondo - esclama il Papa - se ci convincessimo dentro di noi che ognuno dei piccoli che incontriamo è un riflesso del volto di Dio! Se vedessimo nella sofferenza di ogni bambino, di ogni persona vulnerabile, un tratto impresso nel velo con cui Veronica asciugò il volto di Cristo!”.

L'udienza di questa mattina nella Sala della Biblioteca Apostolica
L'udienza di questa mattina nella Sala della Biblioteca Apostolica

Non limitarsi solo a protocolli

Dunque, a partire da questa immagine del santo Niño “che identifica ognuno dei piccoli con Cristo stesso”, Francesco esorta a non limitarsi solo ad applicare protocolli ma affidare i bambini feriti “a Gesù nella preghiera.” “Di fronte al Redentore, contempliamo anche in quel volto oltraggiato la sofferenza che abbiamo ricevuto e causato, per non sentirci distanti dalle persone che accogliamo, ma fratelli, anche nel dolore”.

La preghiera a Santa Teresina perché converta i peccatori

Da qui, un’altra richiesta di preghiera, questa volta a Teresa del Bambino Gesù, santa alla quale il Pontefice è legato da particolare devozione, della quale si celebra la memoria liturgica il primo ottobre: preghiamo santa Teresina, esorta Francesco, “per i peccatori più infelici e disperati, per la loro conversione, affinché possano vedere nell’altro gli occhi di Gesù che li interpella”.

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25 settembre 2023, 14:27