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L'udienza di Papa Francesco con il presidente ucraino Zelensky dell'8 febbraio 2020 L'udienza di Papa Francesco con il presidente ucraino Zelensky dell'8 febbraio 2020

Papa Francesco riceve il presidente ucraino Zelensky in Vaticano

La Sala Stampa della Santa Sede conferma l’udienza di oggi pomeriggio, sabato 13 maggio, in Vaticano, nell’ambito di un viaggio del capo di Stato che prevede una tappa a Roma. Tra il Pontefice e Zelensky si tratta del secondo incontro di persona dopo l’udienza del 2020; il primo dallo scoppio del conflitto in Ucraina. In questi mesi, telefonate e contatti

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

È il secondo incontro di persona, dopo quello del 2020; il primo dallo scoppio del conflitto nella “martoriata” Ucraina. A quasi quindici mesi dal primo attacco russo a Kyiv, Papa Francesco riceve il presidente Volodymir Zelensky. L’incontro si svolge oggi, sabato 13 maggio, come rende noto la Sala Stampa vaticana, confermando notizie circolate nelle ultime ore. L’udienza avverrà nel pomeriggio dopo le 15, in Vaticano, e avviene nell’ambito di un viaggio del presidente ucraino a Roma in cui è previsto pure l’incontro con il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Lo stesso Zelensky lo ha annunciato intorno alle 10.24 sul suo account Twitter parlando di "una visita importante".

L'udienza del febbraio 2020 

Il Papa e il presidente ucraino - come detto - si erano visti di persona nel Palazzo Apostolico Vaticano l’8 febbraio 2020, meno di un anno dopo dalle elezioni che ne avevano decretato la vittoria alla guida dell'Ucraina. Un colloquio di circa mezz’ora a porte chiuse, al termine del quale Francesco aveva fatto dono del Medaglione di San Martino di Tours, con l’augurio che proteggesse il popolo ucraino già piagato allora dalla “guerra” ma quella nell’est del Paese. Zelensky aveva poi incontrato anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. I “cordiali colloqui” in Segreteria di Stato erano stati dedicati principalmente “alla situazione umanitaria e alla ricerca della pace nel contesto del conflitto che, dal 2014, sta ancora affliggendo l’Ucraina”, si leggeva nel bollettino della Sala Stampa di quel giorno. L’auspicio espresso era “che tutte le Parti implicate dimostrino la massima sensibilità nei riguardi delle necessità della popolazione, prima vittima delle violenze, nonché impegno e coerenza nel dialogo”.

Colloqui telefonici

Dopo l’attacco russo all’Ucraina, il 24 febbraio 2022, sono stati diversi i colloqui telefonici tra Francesco e Zelensky. Il primo risale al 26 febbraio dell’anno scorso, due giorni dopo l’inizio del conflitto: mentre aumentavano di ora in ora le notizie drammatiche dal fronte di guerra, il Papa esprimeva al presidente “il suo più profondo dolore per i tragici eventi che stanno avvenendo nel Paese”. Lo riferiva lo stesso Zelensky tramite il suo account Twitter, spiegando di aver “ringraziato Papa Francesco per aver pregato per la pace in Ucraina e per una tregua. Il popolo ucraino - diceva - sente il sostegno spirituale di Sua Santità”.

Una nuova telefonata c'era stata poi il 22 marzo 2022, il giorno in cui il presidente Zelensky si era collegato in hang-out con il Parlamento italiano. “Lui ha detto parole molto importanti”, diceva il capo di Stato ai parlamentari italiani, aggiungendo di aver riferito al Papa della resistenza dimostrata dal popolo ucraino “diventato un esercito quando ha visto il male”. Ancora su Twitter, Zelensky informava di aver riferito al Papa “la difficile situazione umanitaria e il blocco dei corridoi di soccorso da parte delle forze russe. Sarebbe accolto con favore il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana. Ho ringraziato per le preghiere per la pace e per l’Ucraina”.

Ancora una telefonata, infine, il 12 agosto 2022, in mezzo a continui e vigorosi appelli lanciati dal Papa all’Angelus e nelle udienze pubbliche e contatti privati tramite funzionari. Anche quella volta era stato sempre il presidente ucraino a darne notizia con un tweet, affermando che nel colloquio si era parlato degli orrori che subisce la popolazione a causa dell’invasione russa. Il leader ucraino esprimeva anche gratitudine al Papa per le sue preghiere e auspicava una visita di Francesco a Kyiv. 

L'udienza al primo ministro Shmyhal 

L’invito nella capitale è stato ribadito di recente al Papa anche dal primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ricevuto in udienza privata nel Palazzo Apostolico il 27 aprile scorso. Durante un colloquio a porte chiuse di circa mezz’ora, Shmyhal aveva tra l’altro chiesto aiuto a Francesco per il ritorno dei bambini deportati con la forza in Russia e sostegno per la prosecuzione del “corridoio del grano” senza ostacoli.

L'Angelus-appello

Da non dimenticare poi l’Angelus del 3 ottobre 2022, quello in cui il Papa, mettendo da parte la catechesi, aveva letto un lungo appello per deplorare l’acuirsi delle violenze e si era rivolto direttamente ai presidenti russo e ucraino, Vladimir Putin e Volodymir Zelensky, ponendo nelle loro mani una supplica: al presidente della Federazione Russa “di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte”; al presidente dell’Ucraina “ad essere aperto a serie proposte di pace”. Seguiva, un mese dopo circa, a fine novembre, la commossa Lettera al popolo ucraino in cui, nelle ultime righe, il Vescovo di Roma elevava a Dio una preghiera per autorità sulle quali – scriveva – “incombe il dovere di governare il Paese in tempi tragici e di prendere decisioni lungimiranti per la pace e per sviluppare l’economia durante la distruzione di tante infrastrutture vitali, in città come nelle campagne”.

Missione di pace

Francesco non ha mai smesso di invocare la pace, affermando di essere “disposto a fare tutto quello che si deve fare”. Queste stesse parole le ha ripetute sul volo di ritorno da Budapest, al termine del suo 41.mo viaggio apostolico, nella consueta intervista in aereo durante la quale ha parlato ai giornalisti di una missione di pace della Santa Sede in Ucraina, senza fornire ulteriori dettagli. “Adesso è in corso una missione, ma ancora non è pubblica ... Quando sarà pubblica la dirò”, ha detto il Papa. A queste parole avevano replicato funzionari di Mosca e Kyiv affermando di non essere a conoscenza di questa iniziativa vaticana. Della reazione di Russia e Ucraina si era detto “sorpreso” il cardinale Parolin che, a margine di un evento a Roma, non entrava nei particolari (“Il Papa ha parlato in questi termini, lasciamo a lui di dare eventuali e ulteriori informazioni”, diceva) ma assicurava che entrambe le parti “erano e sono a conoscenza” della missione di pace. Qualche giorno fa Parolin è tornato sulla vicenda affermando che circa l’iniziativa c’erano stati sviluppi, ma “a livello riservato”.

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13 maggio 2023, 12:00