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Padre Virginio Bebber, presidente dell'Aris, ricevuto da Papa Francesco Padre Virginio Bebber, presidente dell'Aris, ricevuto da Papa Francesco  (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Il presidente di Aris: vogliamo aiutare i malati a superare la solitudine

Il Papa riceve l’Associazione Religiosa degli Istituti Socio-Sanitari. Padre Virginio Bebber: “Vogliamo essere quei samaritani che caricano sulle loro spalle le sofferenze degli ammalati”

Beatrice D’Ascenzi - Città del Vaticano

Un invito a percorrere strade nuove, assumendosi anche la responsabilità di rischiare, mettendo sempre al centro la ‘cura integrale della persona’. È quello rivolto dal Papa ai membri dell'Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari (Aris), ricevuti questa mattina in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico. “Abbiamo sentito le parole di un padre nei nostri confronti. La nostra risposta al bisogno di sanità attuale diventa per noi un modo di essere fedeli a quel carisma che i nostri fondatori ci hanno dato”, spiega a Vatican News, poco dopo l’udienza papale, padre Virginio Bebber, presidente dell’Aris. ”Abbiamo una storia bella e plurisecolare, come ci ha detto il Papa, e vogliamo essere in fedeltà con i nostri fondatori, perché ci sentiamo veramente vicini alla gente”.

Ascolta l'intervista a padre Virginio Bebber

Il tema della "povertà di salute"

“Vogliamo essere quei samaritani che caricano su di loro le sofferenze degli ammalati per dare risposte alla gente che fa fatica a trovarne da altre parti”, continua il presidente dell’Aris: “Del resto è quello che ci ha chiesto il Papa”. Durante il suo discorso, Francesco ha toccato il tema della "povertà di salute", un argomento che non ha lacciato indifferente l’Associazione. “Il Papa ha usato un’espressione moto bella”, spiega ancora padre Bebber, “ha detto che se dovesse mancare una o due pastiglie ad un anziano questo sarebbe come una ‘eutanasia nascosta’ e progressiva per l’anziano. Ha utilizzato un termine molto forte, che ci ha veramente sconvolto”.

Le azioni concrete dell’Aris

“Della nostra Associazione fanno parte tutte realtà accreditate e inserite all’interno del sistema sanitario nazionale Italiano”, racconta ancora padre Virginio. “Siamo una no-profit, il nostro unico scopo è quello di tenere i nostri bilanci almeno in pareggio, per poter guardare avanti”. Una missione che, come ha più volte ricordato il Papa, punta a combattere non solo la malattia, ma anche il senso di isolamento dei pazienti. “Quello che cerchiamo di fare è rispondere il più possibile alle esigenze dei malati. Come associazione abbiamo fatto in maniera di trovare delle risposte per i nostri associati, soprattutto per quanto riguarda il problema degli ‘hospice’ - i centri residenziali di cure palliative - dove l’uomo si sente veramente solo”. Un compito non sempre facile per l’Aris. “All’interno delle nostre strutture vogliamo aiutare i malati a superare questo senso di solitudine e per farlo prendiamo le persone per mano, anche negli ultimi momenti della loro vita. Noi - conclude Bebber - curiamo sempre, anche se non possiamo sempre guarire.”     

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13 aprile 2023, 16:39