Cerca

Il cardinale Kurt Koch Il cardinale Kurt Koch 

Koch: l'augurio al Papa che "l'ecumenismo del sangue" entri nel cuore delle genti

Il prefetto del Dicastero per l'Unità dei cristiani ricorda i momenti salienti del pontificato di Francesco, che il 13 marzo celebra i dieci anni, segnati dall'abbraccio fraterno delle Chiese cristiane. L'auspicio del porporato per il Pontefice è che non sia trascurata la dimensione del martirologio "che unisce, non divide"

Mario Galgano - Città del Vaticano

L'ecumenismo tra le sfide prioritarie di Francesco. A dieci anni di pontificato, è un aspetto su cui fare memoria ed esprimere auspici. La fratellanza umana, a cui tanto invita il Papa, passa inevitabilmente anche da qua, da dentro la famiglia delle Chiese cristiane che, soprattutto quando si tratta di adoperarsi per offrire solidarietà a persone fragili e in situazioni critiche, lo fa con sollecitudine e autentica collaborazione: il caso dei corridoi umanitari per i migranti resta emblematico. Nel viaggio apostolico in Sud Sudan, ad esempio, è stato lampante quanto l'impegno per la pace e la riconciliazione sia promosso sotto l'egida di uno spiccato ecumenismo. E, se si pensa al Sinodo sulla Sinodalità, e al fatto che il Papa abbia accettato con entusiamo la proposta di far precedere la sessione dell'assemblea generale in Vaticano, il prossimo autunno, proprio da una preghiera ecumenica animata dalla Comunità di Taizé, emerge chiaramente come questa connotazione non sia un elemento di corredo quanto costitutivo di un affidamento reciproco, tra fratelli in Cristo, per una Chiesa sempre più unita. Soprattutto in un'epoca segnata drammaticamente dal conflitto in Ucraina. A Radio Vaticana - Vatican News, il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani.

Eminenza, dal punto di vista dell’ecumenismo qual è il filo rosso che si può tracciare?

Noi facciamo sempre la distinzione tra l’ecumenismo della carità e l’ecumenismo della verità. Per il Santo Padre è molto importante approfondire questo ecumenismo della carità, di approfondire le relazioni amichevoli e fraterne tra le diverse Chiese. In questo senso il Papa ha preso l’opportunità di visitare molte altre Chiese in occasione dei grandi Giubilei. Per esempio, ha partecipato alla commemorazione della Riforma insieme con la direzione e la presidenza della Comunità luterana mondiale a Lund, in Svezia; ha visitato la Terrasanta per commemorare il primo incontro tra Papa Paolo VI e il patriarca ecumenico Atenagora, un incontro molto importante nel ’64. Nel pontificato c’è stato anche il primo incontro tra un Papa e il patriarca russo ortodosso Kirill a L’Avana e il Santo Padre è anche andato a Ginevra per commemorare il Consiglio delle Chiese e approfondire tutti questi rapporti: apre nuove porte per il dialogo con tutte le Chiese.

Qual è il suo augurio al Santo Padre sotto questo profilo?

Auguro che abbia la forza di continuare questo cammino, a guidare e approfondire questi incontri. Come dice sempre, dobbiamo fare tre cose: camminare insieme, pregare insieme, collaborare insieme. Auguro soprattutto questa forma di ecumenismo che gli sta molto a cuore, l’"ecumenismo del sangue", che vuol dire che i cristiani oggi sono perseguitati non perché luterani, ortodossi, pentecostali, protestanti ma perché sono cristiani e questo sangue non divide ma unisce i cristiani. Ho l’impressione che questa dimensione relativa al martirologio non sia entrata a sufficienza nel cuore degli uomini di oggi. 

C'è una sorta di paradosso in merito a questo 'ecumenismo del sangue'...

A proposito dell’’ecumenismo del sangue’, Papa Francesco ha coniato una volta questa difficile domanda: se i persecutori uniscono i cristiani in questo modo, perché noi stessi ci separiamo nella vita? Questa è probabilmente la sfida più difficile e più chiara per l'ecumenismo. Tra l'altro, Papa Francesco ha ripreso la tradizione di Giovanni Paolo II, che ha dedicato un intero capitolo ai martiri nella sua enciclica ecumenica "Unum sint". Papa Francesco lo chiama l'ecumenismo del sangue. Ma va nella stessa direzione. Senza l'ecumenismo dell'amore, l'ecumenismo teologico, l'ecumenismo della verità, sono difficilmente possibili. Questa preparazione del terreno delle relazioni è di importanza cruciale.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

10 marzo 2023, 14:33