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Papa Francesco sulla papamobile durante uno dei bagni di folla del suo viaggio apostolico in Africa Papa Francesco sulla papamobile durante uno dei bagni di folla del suo viaggio apostolico in Africa

Francesco è rientrato a Roma dalla visita in RD Congo e Sud Sudan

L'arrivo del volo papale alle 16.49 all’aeroporto di Fiumicino chiude il 40.mo viaggio apostolico, che ha portato il Pontefice per 6 giorni a contatto con le realtà difficili di due Paesi africani teatro di conflitti e gravi sofferenze umane

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Sono le 16.49. Francesco è tornato a Roma. È l’istantanea che, nel racconto di questi giorni, segue le ultime immagini del viaggio apostolico di Papa Francesco in Africa: quelle della partenza dal Sud Sudan sono la parte conclusiva di un nastro che riavvolge abbracci, lacrime e speranze non solo di due Paesi, ma di un continente intero. Durante il volo si è svolta la tradizionale conferenza stampa con i giornalisti che hanno accompagnato il Papa in questo viaggio. Subito dopo il decollo da Giuba, il Pontefice ha inviato un telegramma al presidente della Repubblica del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, nel quale esprime la propria gratitudine "per la calorosa accoglienza e ospitalità". Nel telegramma inviato al presidente italiano, Sergio Mattarella, Francesco sottolinea che in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo ha avuto la possibilità di incontrare “popoli ancorati a salde tradizioni spirituali e ansiosi di trovare finalmente pace e giustizia”. "Dal suo pellegrinaggio - si legge nel messaggio del presidente Mattarella in occasione del rientro del Pontefice - l’intera comunità internazionale trae un esigente richiamo all’irrinunciabile dovere - per tutti - di accompagnare responsabilmente lo sviluppo del continente africano, favorendo il consolidamento di percorsi di pace e riconciliazione." Oltre alle autorità di Sud Sudan e Italia, telegrammi di sorvolo sono stati inviati anche a quelle di Sudan, Egitto e Grecia

Scrivere una storia di pace

Ripercorrendo il viaggio apostolico in Africa uno degli ultimi scatti è quello della Messa a Giuba. il Papa ha chiesto ai cristiani sudsudanesi di essere sale per far assaporare “il gusto fraterno del Vangelo”. L'invito è quello di superare "quelle antipatie e avversioni che, nel tempo, sono diventate croniche e rischiano di contrapporre le tribù e le etnie". Nella “Freedom Hall” a Giuba il Pontefice ha esortato gli sfollati interni a riscrivere una “storia di pace”, dopo “le violenze e gli odi hanno strappato via dai buoni ricordi le prime pagine di vita” del Sud Sudan. "Il futuro non può essere nei campi per sfollati. C’è bisogno di crescere come società aperta, mischiandosi, formando un unico popolo attraverso le sfide dell’integrazione".

Basta sangue

Nel viaggio in Sud Sudan sono anche risuonate le parole pronunciate da Papa Francesco nel giardino del Palazzo presidenziale in occasione dell’incontro con le autorità: “È l’ora di dire basta, senza se e senza ma”. “Basta sangue versato, basta conflitti, basta violenze e accuse reciproche su chi le commette, basta lasciare il popolo assetato di pace”. Non può esserci spazio per l’odio, per la violenza che “fa regredire il corso della storia”. "Il Sud Sudan si riconcili e cambi rotta, perché il suo corso vitale non sia più impedito dall’alluvione della violenza, ostacolato dalle paludi della corruzione e vanificato dallo straripamento della povertà".

 L'Africa al centro del 50.mo viaggio apostolico di Papa Francesco
L'Africa al centro del 50.mo viaggio apostolico di Papa Francesco

Diciamo no alla corruzione

Anche nella Repubblica Democratica del Congo è risuonato il grido di Francesco per la pace. Incontrando i giovani e i catechisti presso lo “Stadio dei Martiri” a Kinshasa, , il Papa ha esortato in particolare le nuove generazioni a “non lasciarsi imbrigliare nei lacci della corruzione”. E ha ricordato la vicenda di un giovane, Floribert Bwana Chui, ucciso quindici anni fa a Goma “per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente”. Un giovane che ha scelto “di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione”.

Perdono e riconciliazione

Una delle vie della pace è il perdono. Nella Messa all’aeroporto “Ndolo”, , il Pontefice ha sottolineato che “con Gesù c’è sempre la possibilità di essere perdonati e ricominciare”. Incontrando le vittime dell’est del Paese presso la nunziatura apostolica il Papa ha indicato un modello: “siate anche voi - ha detto - alberi di vita. Fate come gli alberi, che assorbono inquinamento e restituiscono ossigeno”. La profezia cristiana è “rispondere al male con il bene, all’odio con l’amore, alla divisione con la riconciliazione”.

Giù le mani dall'Africa

Uno dei primi eventi del 40.mo viaggio apostolico è stato l’incontro con le autorità a Kinshasa. In quell’occasione si è elevato il vibrante grido di Francesco: "Giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”. L’Africa, ha detto il Pontefice, è come un diamante. Le persone sono il bene più prezioso. Il Papa lo ha ricordato rivolgendo infine questo appello agli uomini e alle donne della Repubblica Democratica del Congo: “Rialzati, riprendi tra le mani, come un diamante purissimo, quello che sei, la tua dignità, la tua vocazione a custodire nell’armonia e nella pace la casa che abiti”.

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05 febbraio 2023, 16:53