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Scontri in Terra Santa, il Papa: la violenza uccide il futuro

Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, il Papa ha manifestato la sua apprensione per i violenti scontri in Palestina e in Israele, dove mercoledì scorso ci sono stati due attentati, auspicando che le autorità israeliane e palestinesi abbiamo più a cuore il dialogo e la pace. E ricordando l’Ucraina il Pontefice ha esortato a non stancarsi di dire no alla guerra e alla violenza

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Seguo con preoccupazione l’aumento della violenza e degli scontri che da mesi avvengono nello Stato di Palestina e in quello di Israele.

L’escalation di violenze in Terra Santa addolora Papa Francesco. Al termine dell’Angelus della prima domenica di Avvento, il Pontefice ricorda i “due vili attentati” di mercoledì scorso a Gerusalemme che “hanno ferito tante persone e ucciso un ragazzo israeliano". Si è trattato dell’esplosione di ordigni chiusi in borse e azionati a distanza fatti esplodere in due fermate di autobus, a Givat Shaul e a Tamot. Di stamani la notizia della morte di un cinquantenne rimasto gravemente colpito in una delle due deflagrazioni. Mentre a Nablus, sempre mercoledì scorso, durante scontri armati, "è morto un ragazzo palestinese”.  (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

La violenza uccide il futuro, spezzando la vita dei più giovani e indebolendo le speranze di pace.

Francesco chiede di pregare “per questi giovani morti e per le loro famiglie, in particolare per le loro mamme”, quindi invita israeliani e palestinesi ad una pacifica convivenza.

Auspico che le autorità israeliane e palestinesi abbiano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo, costruendo la fiducia reciproca, senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace in Terra Santa.

E non è mancato il pensiero del Papa per l’Ucraina e per il conflitto che da più di nove mesi la sta devastando.

Non stanchiamoci di dire no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace; in particolare per il martoriato popolo ucraino.

E a proposito del Paese dell’Est Europa, il Pontefice richiama anche la commemorazione ieri dell’Holodomor, la carestia provocata dall’Unione Sovietica fra il 1932 e il 1933 che causò milioni di morti. Definita nel 2003 dall’Onu frutto di politiche e azioni crudeli, nel 2008 è stata riconosciuta dal Parlamento europeo “crimine contro l’umanità”. Da quell'anno in Ucraina l’Holodomor, al quale è stato dedicato un museo, viene ricordato il quarto sabato del mese di novembre.

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27 novembre 2022, 12:54