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Papa Francesco durante l'incontro in Sala Clementina con la Comunità Frontiera Papa Francesco durante l'incontro in Sala Clementina con la Comunità Frontiera

Francesco: agire alle frontiere come don Puglisi e San Francesco

Vivere il Vangelo e porre Cristo Risorto al centro per aiutare i giovani disagiati a rinascere dal buio. L'invito rivolto dal Papa ai circa 250 membri della "Comunità Frontiera" ricevuti questa mattina in Sala Clementina. La realtà è impegnata nel Sud Italia nella prevenzione al disagio e alla devianza minorile e giovanile

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

“Frontiera”, una parola che a volte può diventare uno slogan, magari di moda, ma che è ben altro. Francesco lo spiega ai membri della Comunità Frontiera, impegnata nell’aiuto agli ultimi tra i più govani e ispirata ai carismi di San Francesco d’Assisi e del Beato Giuseppe Puglisi. (Ascolta il podcast con la voce del Papa)

Un momento dell'udienza
Un momento dell'udienza

Uno stile di vita

“Entrambi hanno vissuto il Vangelo in frontiera” e vengono a dire che “frontiera” è innanzitutto uno stile di vita:

“Frontiera” è lo stile di Gesù Cristo, che pur essendo Dio, è venuto incontro a noi, pecore smarrite, perduti e senza speranza. Frontiera è lo stile di Francesco che, come Gesù, si spoglia delle sue ricchezze e si fa mendicante per abbandonarsi completamente alla Provvidenza del Padre che è nei cieli, e così condividere la condizione dei piccoli, degli ultimi, di chi è medicante di pane, ma anche e soprattutto di amore. Frontiera è lo stile di Don Pino Puglisi, che si fa padre dei ragazzi della sua parrocchia a Brancaccio, va loro incontro sulla strada per toglierli dalla strada, li educa a servire Dio e il prossimo e non a servire i propri interessi e quelli dei mafiosi.

Un momento dell'udienza
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Lo stile del Vangelo

La vera frontiera del mondo è il cuore umano. Il Papa invita a spargere in esso semi di Vangelo. Lo stile della “frontiera” è  fatto di vicinanza, tenerezza, compassione. Quello dimostrato dalle tante storie dei numerosi ragazzi, circa 100, curati dalla comunità:

Storie diverse, perché ognuno di voi è unico e irripetibile. Ma in tutte c’è un filo d’oro che le lega e le accomuna: il filo dell’amore che vince il male e genera vita. Amore che è accoglienza e ascolto; amore che è vicinanza, tenerezza, compassione; amore che è rispetto, dignità, promozione.

Un momento dell'udienza
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Gesù al centro

A Mola di Bari, ha ricordato il Pontefice, la comunità è stata chiamata ad animare la Città dei Ragazzi: un nome evocativo della vocazione di Don Bosco, animato dalla chiamata a dedicarsi ai giovani perché diventassero buoni cristiani e onesti cittadini. Per fare ciò è però necessario tenere al centro Cristo Risorto, la cui immagine campeggia n  ello stemma della Comunità Frontiera :

Voi vi consacrate a Lui per trasmettere la sua luce, perché i ragazzi e le ragazze che sono nel buio possano “venire alla luce”, rinascere a una vita nuova.

Un momento dell'udienza
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L'impegno della Comunità

Impegnata nel Sud Italia in provincia di Enna, con un Centro diurno per minori, la Comunità Frontiera cura circa 100 ragazzi. In provincia di Bari ha realizzato la prima parte residenziale e semiresidenziale della Città dei Ragazzi, riconosciuta dal Ministero dell'Interno quale Progetto pilota per il Sud Italia per la prevenzione al disagio ed alla devianza minorile. Nata nella diocesi di Piazza Armerina, oggi è un'associazione pubblica di fedeli, affiliata all'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Vero ospedale da campo la Città dei Ragzzi è stata inaugurata il 15 settembre 2011, memoria del martirio di don Giuseppe Puglisi: cura le ferite interiori di ragazzi provocate dalla criminalità e da adulti incapaci di assolvere al loro compito educativo. Motto della comunità è "Non esistono ragazzi cattivi, ma ragazzi che non hanno avuto la possibilità di conoscere il bene".

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22 ottobre 2022, 11:46