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Francesco: Gesù, pane del cielo, che ogni giorno ama sulla terra

All’Angelus, il Papa sottolinea che a Dio interessa tutto della nostra vita, vuole intimità con noi e per questo il suo farsi pane è l’essenziale, il necessario per ogni giorno. Infine l’invito a pregare in casa, nella nostra mensa per essere sfamati dal suo amore

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Io sono il pane della vita”. Gesù dice così di sé perché è questo il cibo che ci permette di vivere. Papa Francesco lo sottolinea all’Angelus in Piazza San Pietro, spiegando il brano evangelico di oggi, soffermandosi sul pane – e “non cibi raffinati e costosi” - che viene chiesto da chi ha fame o di chi non ha un lavoro che reclama "il pane di un impiego". Gesù è “l’essenziale”, “non un pane tra tanti altri, ma il pane della vita”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

In altre parole, noi, senza di Lui, più che vivere, vivacchiamo: perché solo Lui ci nutre l’anima, solo Lui ci perdona da quel male che da soli non riusciamo a superare, solo Lui ci fa sentire amati anche se tutti ci deludono, solo Lui ci dà la forza di amare, solo Lui ci dà la forza di perdonare nelle difficoltà, solo Lui dà al cuore quella pace di cui va in cerca, solo Lui dà la vita per sempre quando la vita quaggiù finisce. E' il pane essenziale della vita.

Stupore per l’Eucaristia

La “bella immagine di Gesù”, afferma il Papa, si spiega nell’Ultima Cena quando sa che dovrà dare se stesso, “la propria vita, la propria carne, il proprio cuore perché noi possiamo avere la vita”.

Queste parole del Signore risvegliano in noi lo stupore per il dono dell’Eucaristia. Nessuno in questo mondo, per quanto ami un’altra persona, può farsi cibo per lei. Dio lo ha fatto, e lo fa, per noi. Rinnoviamo questo stupore. Facciamolo adorando il Pane di vita, perché l’adorazione riempie la vita di stupore.

Guarda il video integrale dell'Angelus

Un Dio “comodo”

Francesco ricorda che allora la gente si scandalizzò alle parole di Gesù come pane di vita, anche noi oggi potremmo provare la stessa cosa perché “ci farebbe più comodo – evidenzia il Papa - un Dio che sta in Cielo senza immischiarsi, mentre noi possiamo gestire le faccende di quaggiù”.

Invece Dio si è fatto uomo per entrare nella concretezza del mondo, per entrare nella nostra concretezza, Dio si è fatto uomo per me, per te, per tutti, per entrare nella nostra vita. E tutto della nostra vita gli interessa. Gli possiamo raccontare gli affetti, il lavoro, la giornata, ogni cosa. Gesù desidera questa intimità con noi. Che cosa non desidera? Essere relegato a contorno – Lui che è il pane –, essere trascurato e messo da parte, o chiamato in causa solo quando ne abbiamo bisogno.

Sfamati da un amore più grande

L’auspicio del Papa è di spezzare il pane insieme, in famiglia, al termine di una giornata di studio o lavoro, portare Gesù alla nostra mensa perché la possa benedire.

Sarebbe bello, prima di spezzare il pane, invitare Gesù, pane di vita, chiedergli con semplicità di benedire quello che abbiamo fatto e quello che non siamo riusciti a fare. Invitiamolo a casa, preghiamo in stile “domestico”. Gesù sarà a mensa con noi e saremo sfamati da un amore più grande.

I saluti dopo la preghiera mariana

Al termine dell'Angelus, Papa Francesco ha rivolto i suoi saluti ai fedeli presenti in piazza, in particolare il gruppo della pastorale giovanile di Verona, i giovani di Crevalcore, quelli di Scandiano e delle case salesiane del Triveneto giunti a Roma in bicicletta. A tutti l'augurio di una buona domenica e la richiesta, che viene dal cuore, di pregare per il Papa. 

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08 agosto 2021, 12:08

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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