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Papa Francesco davanti al fiume Giordano (foto del 2014) Papa Francesco davanti al fiume Giordano (foto del 2014)

Papa Francesco e sorella acqua

Nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, ricordiamo le parole di Papa Francesco su questa risorsa imprescindibile per il pianeta, per l’uomo e per gli esseri viventi

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

Un bene fondamentale, un diritto, una condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Non una mera merce ma una via di fraternità in un mondo assetato di giustizia. Papa Francesco, durante il Pontificato, ha più volte ribadito che l’acqua è una risorsa fondamentale che richiede “una coscienza universale”, non una “mentalità utilitaristica”. Deve essere fonte di vita, non causa di morte.

All'Angelus, ieri, ha sottolineato che questa Giornata "ci invita a riflettere sul valore di questo meraviglioso e insostituibile dono di Dio". "Per noi credenti, 'sorella acqua' - ha affermato - non è una merce: è un simbolo universale ed è fonte di vita e di salute. Troppi fratelli, tanti, tanti fratelli e sorelle hanno accesso a poca acqua e magari inquinata! È necessario assicurare a tutti acqua potabile e servizi igienici". Francesco ha anche ringraziato e incoraggiato "quanti, con diverse professionalità e responsabilità, lavorano per questo scopo così importante". 

Acqua, ricostruzione e riconciliazione

Dopo i drammi e le ferite di una guerra, l’accesso all’acqua è una delle priorità da cui ripartire per poter costruire un futuro di pace. Durante il viaggio apostolico in Iraq, ricordando violenze e conflitti che hanno scosso il Paese del Golfo, Papa Francesco, lo scorso 5 marzo, ha ringraziato gli Stati e le organizzazioni internazionali che si stanno adoperando “per la ricostruzione e per provvedere assistenza ai rifugiati, agli sfollati interni e a chi fatica a ritornare nelle proprie case”. Un impegno profuso, ha aggiunto il Santo Padre, “rendendo disponibili nel Paese cibo, acqua, alloggi, servizi sanitari e igienici, come pure programmi volti alla riconciliazione e alla costruzione della pace”.

Impegno della Santa Sede per l’ecologia integrale

L’attuale pandemia e il cambiamento climatico richiedono misure che non si possono rimandare ulteriormente. Nel videomessaggio del 13 dicembre 2020 in occasione dell’High Level Virtual Climate Ambition Summit, Papa Francesco ha ricordato che la Santa Sede si unisce a questo obiettivo su due piani. “Da una parte - ha sottolineato il Santo Padre - lo Stato della Città del Vaticano s’impegna a ridurre a zero le emissioni nette prima del 2050, intensificando gli sforzi di gestione ambientale, già in corso da alcuni anni, che rendano possibile l’uso razionale di risorse naturali come l’acqua e l’energia, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la riforestazione, e l’economia circolare anche nella gestione dei rifiuti”. “Dall’altra, la Santa Sede s’impegna a promuovere un’educazione per l’ecologia integrale”. 

Guardare le periferie

Ci sono quartieri di numerose città abitati da un popolo di esclusi. Il Papa lo ha ricordato nel videomessaggio rivolto nel mese di dicembre del 2020 ai partecipanti alla XXIII Giornata della pastorale sociale. “Guardiamo certe periferie. Guardiamo – ha sottolineato il Pontefice - i bambini senza scuola, la gente che ha fame, la gente che non ha assistenza sanitaria, l’immensa quantità di gente che non ha acqua corrente, la gente che non ha accesso al minimo per vivere dignitosamente”.

Pandemia e accesso all’acqua

“La pandemia del Covid ha amplificato e messo ancora più in evidenza i problemi e le ingiustizie socio-economiche che già affliggevano gravemente tutta l’America Latina, e con maggior durezza i poveri”. Il Papa lo ha sottolineato nel videomessaggio, diffuso il 19 novembre del 2020 e indirizzato ai partecipanti al seminario virtuale “America Latina. Chiesa, Papa Francesco e gli scenari della pandemia”. “Non tutti - ha ricordato il Santo Padre - dispongono delle risorse necessarie per adottare le misure elementari di protezione contro il covid-19: un tetto sicuro dove poter attuare il distanziamento sociale, acqua e prodotti sanitari per igienizzarsi e disinfettare gli ambienti, un lavoro sicuro che garantisca l’accesso alle prestazioni, solo per citare quelle più imprescindibili”. Ricordando l’attuale situazione di emergenza sanitaria, Francesco ha posto in particolare una domanda: tutti hanno accesso all’acqua?

Un bene “vitale per la vita”

L’acqua è un bene comune da salvaguardare. Papa Francesco lo ha ribadito all’Angelus l’8 novembre del 2020 ricordando una speciale Giornata. “Si celebra oggi in Italia - ha detto in quell’occasione - la Giornata del Ringraziamento, sul tema ‘L’acqua, benedizione della terra’. L’acqua è vitale per l’agricoltura, è anche vitale per la vita! Sono vicino con la preghiera e l’affetto al mondo rurale, specialmente ai piccoli coltivatori. Il loro lavoro è più che mai importante in questo tempo di crisi. Mi associo ai Vescovi italiani, che esortano a salvaguardare l’acqua come bene comune, il cui uso deve rispettare la sua destinazione universale”.

Un diritto umano universale

Acqua e alimentazione . È questa relazione uno dei temi centrali del videomessaggio di Francesco, lo scorso mese di ottobre, ai partecipanti al “Countdown”, evento digitale di Ted sul cambiamento climatico. “L’accesso all’acqua potabile e sicura - ha ricordato il Papa - è un diritto umano essenziale e universale”. “È imprescindibile, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l’esercizio di ogni altro diritto e responsabilità”. “Assicurare un’alimentazione adeguata per tutti attraverso metodi di agricoltura non distruttiva dovrebbe diventare poi lo scopo fondamentale dell’intero ciclo di produzione e distribuzione del cibo”.

Papa Francesco e il diritto all’acqua

Coscienza universale

La cura della casa comune non si può disgiungere dalla morale. Nell’Enciclica “Fratelli tutti”, pubblicata il 4 ottobre del 2020, il Papa si riferisce all’acqua per ribadire una priorità: quella di “riconoscere i diritti di ogni essere umano”. “Quando parliamo di avere cura della casa comune che è il pianeta - scrive Francesco - ci appelliamo a quel minimo di coscienza universale e di preoccupazione per la cura reciproca che ancora può rimanere nelle persone. Infatti, se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tuttavia la conserva pensando all’umanità, è perché ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sé stesso e il proprio gruppo di appartenenza. Ciò è meravigliosamente umano! Questo stesso atteggiamento è quello che si richiede per riconoscere i diritti di ogni essere umano, benché sia nato al di là delle proprie frontiere”.

L’acqua non sia una mera merce

L'acqua è un bene essenziale per l'equilibrio degli ecosistemi e per la sopravvivenza umana. È necessario gestirla e prendersene cura in modo che non sia contaminata o persa. È quanto ha sottolineato il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale dell’acqua del 2019. Nel documento viene anche indicata una priorità: “occorre elaborare piani di finanziamento, come anche progetti idrici di ampia portata”. “Questa fermezza porterà a superare l’idea di trasformare l’acqua in una mera mercanzia, regolata esclusivamente dalle leggi del mercato”.

L’acqua e le nostre origini

“L’acqua ci invita a riflettere sulle nostre origini. Il corpo umano è composto per la maggior parte di acqua; e molte civiltà, nella storia, sono sorte in prossimità di grandi corsi d’acqua che ne hanno segnato l’identità”. Lo ha ricordato il Pontefice nel 2018 nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per cura del Creato aggiungendo che l’acqua è un “elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile”. “Prendersi cura delle fonti e dei bacini idrici è un imperativo urgente”. Serve superare una mentalità utilitaristica perché “urgono progetti condivisi e gesti concreti, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell’acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere è inaccettabile”. 

Fonte di vita

"La Chiesa invoca l’azione dello Spirito sull’acqua «perché coloro che in essa riceveranno il Battesimo, siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano alla vita immortale". All'udienza generale del 2 maggio 2018, soffermandosi sul Battesimo, il Papa ha affermato che "l’acqua è matrice di vita e di benessere". La sua mancanza, invece "provoca lo spegnersi di ogni fecondità, come capita nel deserto; l’acqua, però, può essere anche causa di morte, quando sommerge tra i suoi flutti o in grande quantità travolge ogni cosa; infine, l’acqua ha la capacità di lavare, pulire e purificare". "L’acqua del diluvio - ha ricordato il Papa - segnò la fine del peccato e l’inizio della vita nuova (cfr Gen 7,6-8,22); attraverso l’acqua del Mar Rosso furono liberati dalla schiavitù d’Egitto i figli di Abramo (cfr Es 14,15-31). In relazione con Gesù, si ricorda il battesimo nel Giordano (cfr Mt 3,13-17), il sangue e l’acqua versati dal suo fianco (cfr Gv 19,31-37), e il mandato ai discepoli di battezzare tutti i popoli nel nome della Trinità (cfr Mt 28,19). Forti di tale memoria, si chiede a Dio di infondere nell’acqua del fonte la grazia di Cristo morto e risorto (cfr Rito del Battesimo dei bambini, n. 60). E così, quest’acqua viene trasformata in acqua che porta in sé la forza dello Spirito Santo".

Diritto all’acqua condizione per l’esercizio degli altri diritti

“Il diritto all’acqua è determinante per la sopravvivenza delle persone (cfr Enc. Laudato si’, 30) e decide il futuro dell’umanità”.  “È prioritario anche educare le prossime generazioni circa la gravità di questa realtà”.  È questo uno dei passaggi centrali del discorso, nel 2017, di Papa Francesco ai partecipanti al IV Workshop organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze dal titolo “Il diritto umano all’acqua”. “Il rispetto dell’acqua - ha affermato il Papa - è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Se rispetteremo questo diritto come fondamentale, staremo ponendo le basi per proteggere gli altri diritti”.

L’acqua e la Laudato si’

La parola “acqua”, nella Enciclica “Laudato si’” firmata il 24 maggio del 2015  di Papa Francesco, compare ben 39 volte. E un intero capitolo, il secondo, è dedicato al problema di questa imprescindibile risorsa. “L’acqua potabile e pulita – si legge nel testo - rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici”. “In alcuni Paesi ci sono regioni con abbondanza di acqua, mentre altre patiscono una grave carenza”. “Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”. “Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”.

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22 marzo 2021, 09:00