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 Udienza Generale in Piazza San Pietro - Febbraio 2020 Udienza Generale in Piazza San Pietro - Febbraio 2020 

Le intenzioni di preghiera del Papa per il 2022

Francesco in ascolto e in preghiera per il mondo. Dai giovani agli imprenditori, dalle famiglie alla Chiesa in uscita, agli anziani, ai bambini vittime di violenza. Sono questi i protagonisti delle intenzioni di preghiera del Papa per il prossimo anno. Unanime la richiesta di solidarietà, protezione della dignità umana, di crescita nella fede e nel coraggio della testimonianza

Gabriella Ceraso - Nicola Gori Città del Vaticano 

Il mondo, con le sue sfide e i suoi protagonisti, affidato al Signore attraverso la preghiera. Così, mese dopo mese, sarà anche nel 2022. Sono state rese note infatti le intenzioni di preghiera che Papa Francesco ha programmato per il prossimo anno con il consueto supporto video della Rete Mondiale di Preghiera.

La fratellanza e la sfida della bioetica

Per gennaio, in perfetta continuità con l'anno in corso, la prima preghiera è dedicata al tema della fratellanza perché "tutti coloro che sono vittime di discriminazioni e persecuzioni religiose, trovino il riconoscimento dei diritti e della dignità che nasce proprio dall'essere fratelli".

Poi un mese - febbraio - dedicato a chi, come consacrate e religiose, possa continuare a trovare risposte alle sfide del nostro tempo, come quelle poste dalla bioetica, a cui invece è affidato il mese di marzo. La preghiera nel terzo mese del 2022, sarà infatti perché i "cristiani sappiano promuovere sempre la difesa della vita con la preghiera e l'azione sociale".

Gli operatori sanitari e la fede nelle famiglie e nei giovani

La pandemia e la famiglia protagoniste invece dei mesi da aprile a luglio. Al personale sanitario, sempre in prima linea in questi due ultimi anni, va l'intenzione di preghiera del mese di aprile, specie a coloro che operano nei Paesi più poveri, perchè abbiano il sostegno dei governi e delle comunità locali. Quindi lo sguardo alle diverse componenti del nucleo familiare. A maggio, nel cuore del Papa, i giovani e la loro fede; a giugno le famiglie cristiane nel loro insieme, e a luglio 2022 gli anziani. Francesco chiede di pregare il Signore perché ciascuno cresca nel coraggio della fede, nella dedizione al servizio, nella gratuità dell'amore e nella santità della vita quotidiana. In particolare per gli anziani il Pontefice chiede che la loro esperienza e la loro saggezza "aiutino i giovani a guardare al futuro con speranza e responsabilità".

Preghiera per imprenditori, volontari e bambini vittime della violenza

Lo sguardo alle sfide del mondo di oggi torna nei mesi di agosto, settembre e ottobre del 2022. Francesco prega per i piccoli e medi imprenditori, perchè possano continuare a servire le comunità nonostante le gravi difficoltà economiche attuali. A settembre l'intenzione invece si rivolge all'abolizione della pena di morte, tema caro al pontefice che, ancora una volta, attraverso la preghiera, ne chiede "l'abolizione nelle legislazioni di tutti i paesi del mondo". Quindi in ottobre è la Chiesa la protagonista della preghiera del Papa: perchè "fedele al Vangelo e coraggiosa nell’annuncio, sia un luogo di solidarietà, di fraternità e di accoglienza, vivendo sempre più la sinodalità".

Il 2022 si concluderà con due mesi dedicati, nelle intenzioni del Papa, alla preghiera per i bambini che soffrono di diverse forme di violenza e soprusi, trovino la'more di una famiglia e lo spazio di formazione educativa; infine a dicembre l'anno si chiuderà con la preghiera per le organizzazioni di volontariato e promozione umana, affinchè possano crescere trovando "persone desiderose di impegnarsi per il bene comune e cerchino strade sempre nuove di collaborazione a livello internazionale".

Padre Fornos all'Osservatore Romano

In una intervista all'Osservatore Romano, il direttore della Rete mondiale di preghiera del Papa, il gesuita Frédéric Fornos, si sofferma sugli aspetti principali delle intenzioni scelte per il 2022?

R. - La preparazione è un tempo di ascolto. E l’ascolto parte da ciò che si ha intorno. La novità del tempo che stiamo vivendo è questa pandemia che ci riguarda tutti, indipendentemente dalla nostra situazione sociale o dal nostro Paese: dall’Estremo Oriente alle Americhe, passando per tutta l’Asia, l’Europa e l’Africa. Più che mai, come dice Papa Francesco nella Laudato sì’, stiamo diventando consapevoli che «tutto è collegato». Ecco, questa esperienza comune ha certamente giocato un ruolo nel lavoro preparatorio. Come sapete riceviamo suggerimenti da tutte le équipe della Rete mondiale di preghiera del Papa e da diversi dicasteri, congregazioni, e da altri servizi della Santa Sede. Proponiamo al Santo Padre le tematiche ricevute: le sfide che accomunano varie nazioni o quelle più importanti per la missione della Chiesa in relazione con l’anno 2022. Una volta ricevuto il materiale, Francesco si prende un tempo di preghiera e di discernimento, prima di affidarci le sue intenzioni per la Chiesa. Che siano intenzioni “per l’evangelizzazione” o “universali” è relativo, perché tutte le sfide dell’umanità riguardano la missione della Chiesa e quindi l’evangelizzazione del mondo attuale. Per la gente quello che importa è pregare, in comunione con tanti fratelli e sorelle del mondo, per le intenzioni di preghiera della Chiesa universale: è una preghiera comune che ci fa uscire dalla globalizzazione dell’indifferenza e vivere una missione di compassione per il mondo.

Troviamo riferimenti anche alla pandemia da covid-19?

R. - Come dice Papa Francesco, «la pandemia del covid-19 è il nostro  “momento Noè”, purché e quando troveremo l’Arca dei vincoli che ci uniscono, della carità, della comune appartenenza» (Ritorniamo a sognare come ha detto Papa Francesco ad Austen Ivereigh). Penso dunque che tali intenzioni di preghiera debbano essere calate in questo contesto di crisi. Una crisi, come ha detto il Papa nelle sue catechesi intitolate Guarire il mondo, è un’occasione per costruire qualcosa di diverso, per «aiutare la famiglia umana a guarire questo mondo che soffre di gravi malattie».  Tutto ciò, come dicevo, è presente anche nelle intenzioni del 2022, pur sperando che — da qui ad allora — l’umanità avrà auspicabilmente reso il vaccino disponibile per tutti. Il Papa ci invita dunque a pregare per il personale sanitario nell’assistenza alle persone malate e agli anziani, soprattutto nei Paesi più poveri, perché sia sostenuto dai governi e dalle comunità locali. Non sappiamo che cosa vivremo nel 2022, ma quello che è chiaro è che la salute resterà un bene essenziale e ci dovremo comunque prendere cura delle persone più vulnerabili, dei malati, degli anziani.

Legato a questo è anche l’invito di Papa Francesco a pregare e a ringraziare per la missione di tante religiose e consacrate: sono spesso in prima linea, al fianco dei più poveri e fragili, e la loro missione è tanto più preziosa in una società in crisi. Quante volte sono svalutate come donne e persone consacrate, e a volte il loro servizio si trasforma in servitù? Il Papa le porta nel suo cuore e nella preghiera. Poi c’è tutto quel pezzo di umanità che, a diverse latitudini, ha sentito questo momento difficile anche a livello economico. Francesco porta nel cuore, per esempio, i piccoli e medi imprenditori duramente colpiti dalla crisi economica e sociale, e ci invita a pregare per loro, così come per le organizzazioni di volontariato che — tanto più in un momento come questo, in cui gli Stati si sono trovati di fronte a emergenze impreviste — si sono prodigate al servizio del bene comune. Ma ci sono anche altre pandemie, più sottili. Come quella dell’indifferenza, che riguarda spesso i bambini «che vivono in strada, le vittime delle guerre, gli orfani»: il Papa prega per loro, perché possano avere accesso all’educazione e possano riscoprire l’affetto di una famiglia.

Sono state incluse delle priorità?

R. - Ci sono chiaramente tre intenzioni di preghiera che emergono, come un trittico, intorno alla Giornata mondiale delle famiglie, che avrà luogo a Roma a giugno 2022: per la fede dei giovani, per le famiglie, per gli anziani. Come se durante questo tempo di crisi, il Papa — che nel 2021 ci ha posto la fraternità come bussola — ci invitasse a un’alleanza tra le generazioni, soprattutto tra i più giovani e i più anziani, spesso respinti, perché questo ponte apra una speranza per il futuro. In un articolo su «La Civiltà Cattolica» (n. 4093), il  gesuita Jean-Pierre Sonnet ci ricorda che «fin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco è apparso come colui che invocava una nuova intesa tra le generazioni, in particolari tra nonni e nipoti». È vero, e non è un caso, che a Papa Francesco piace ricordare spesso il profeta Gioele: «Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (Gl 3, 1; cfr. At 2, 17).  Agli anziani, in particolare, sarà dedicata l’intenzione di preghiera del Papa per luglio 2022: lo stesso mese in cui si celebra la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani annunziata proprio in questi ultimi giorni dal Santo Padre.

Quali sono le principali sfide a cui rispondere nel prossimo futuro?

R. - Per uscire da questa crisi mondiale, Papa Francesco ci ha dato con l’enciclica Fratelli tutti una bussola: la fratellanza umana, un cammino di compassione per il mondo. Le religioni possono dare un apporto prezioso alla fratellanza. Non è un cammino facile, ma — come dice Francesco — «o siamo fratelli, o crolla tutto. La fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità sulla quale dobbiamo costruire; è la sfida del nostro secolo» (@Pontifex, 4 febbraio). Per questo, è importante riconoscere ciò che ferisce la fratellanza, per poterlo sanare. Pensiamo, ad esempio, all’intenzione di gennaio 2022: «Perché tutte le persone che subiscono discriminazioni e persecuzioni religiose trovino nelle società in cui vivono il riconoscimento dei propri diritti e della dignità che nasce dall’essere fratelli».

In una situazione di crisi come la nostra c’è sempre il rischio di volersi salvare da soli, senza gli altri, e di considerarli come un pericolo, o di lasciare che sia la paura a condizionare le nostre scelte, o di non volere dialogare né ricercare un cammino comune. Nel tempo in cui viviamo «è importante sognare insieme [...] come un’unica umanità [...] come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!» (Fratelli tutti 8).  La società di oggi ci propone però anche altre sfide, che meritano risposte cristiane. Alcune sono sfide sempre nuove, come quelle poste dalla bioetica: Francesco ci invita a promuovere «la difesa della vita con la preghiera e con l’azione sociale». Altre sono vecchie di secoli, ma sempre attuali: come la pena di morte, ancora oggi purtroppo praticata in molti Paesi. Francesco ci invita a pregare per la sua abolizione, seguendo del resto quanto già ribadito in Fratelli tutti e precisato nel Catechismo della Chiesa cattolica: «La Chiesa si impegna con determinazione a proporre che sia abolita in tutto il mondo». Ecco, nel 2022 tutto un mese di preghiera sarà consacrato a questa sfida. Con tutte queste sfide per l’umanità, in questo “momento Noè” che viviamo, è necessaria più che mai la riforma della Chiesa, cioè un processo di conversione spirituale. E nel mese di ottobre 2022, quando avrà luogo il prossimo Sinodo dei vescovi, il Santo Padre ci invita a pregare per una Chiesa aperta a tutti: «Perché la Chiesa, fedele al Vangelo e coraggiosa nell’annuncio, sia un luogo di solidarietà, di fraternità e di accoglienza, vivendo sempre più la sinodalità».

La Rete mondiale di preghiera sta ancora rinnovandosi e aggiungendo nuovi progetti?

Il processo di rifondazione istituzionale, anche se in molti luoghi del mondo è ancora in corso, è oggi praticamente terminato. È un lungo processo di conversione. Non dipende né da noi, né dai nostri sforzi, né dalle tecnologie di comunicazione o dai progetti creativi che pure abbiamo cominciato (Il video del Papa, Click to pray, Il Cammino del cuore ecc.) e portiamo avanti con passione. Non dipende neanche dai nuovi linguaggi, né dalle nuove reti strutturali che abbiamo organizzato per l’incarnazione di questa missione nel mondo attuale. Questa rifondazione dipende unicamente dal Signore. Ciò che dipende da noi è l’avvio di processi capaci di generare nuove dinamiche e di aiutare ad entrare in una nuova intelligenza della nostra missione di compassione per il mondo, cioè della nostra unione al Cuore di Cristo, diventando ogni giorno sempre più docili al Suo Spirito. È questa la cosa più difficile, è una grazia che dobbiamo chiedere e disporci a ricevere, perché spesso abbiamo difficoltà ad accogliere la novità di Dio, ma Lui continua ad agire, oggi come ieri.

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06 febbraio 2021, 14:00