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Il Papa con il regista Wim Wenders Il Papa con il regista Wim Wenders 

Un libro racconta il film «Un uomo di parola» di Wim Wenders

A due anni dall’uscita del docufilm diretto da Wim Wenders sulla figura di Papa Francesco, «Un uomo di parola», la Libreria Editrice Vaticana pubblica un libro fotografico che ne racconta la genesi. Il volume è curato da monsignor Dario Edoardo Viganò e Gianluca della Maggiore

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano 

Un uomo di parola è il docufilm di Wim Wenders che ha come «protagonista non attore» Papa Francesco. Ora, un libro pubblicato con lo stesso titolo dalla LEV, la Libreria Editrice Vaticana, e corredato da fotografie in grande formato, di scena e dietro le quinte, ci fa viaggiare attraverso le ragioni e l'ispirazione della pellicola.

Ideatore del film, e ora del volume, è monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali che, sin dal 2013, allora direttore del Centro Televisivo Vaticano, ha cercato di mostrare le novità del linguaggio di Francesco.

Papa Francesco un uomo di parola’

Un messaggio per tutti

Se il film traccia un itinerario spirituale «audiovisivo» di questo pontificato, con immagini tratte da eventi e viaggi papali, il libro riprende il filo di un discorso che i tempi della pellicola non riescono a trattenere a pieno nella memoria. Il volume è diviso in tre parti: il saggio iniziale di Dario Viganò, la sceneggiatura del film e infine l'intervista a Wim Wenders rilasciata a Gianluca della Maggiore, docente e studioso del rapporto tra cattolicesimo e media. Il dialogo tra Wenders e Francesco è riportato nella parte centrale del libro. Le domande al Papa sono state selezionate tra quelle pervenute da personalità e istituzioni a livello mondiale in modo tale che le risposte siano rivolte a tutti, credenti e non credenti di ogni parte del mondo.

Un clima gioioso

L'apparato fotografico inedito, opera di Arturo Delle Donne, Laura Nespola e dei fotografi di Vatican Media, rende testimonianza del clima sereno e gioioso che si è respirato durante la lavorazione del film. Accanto a Wenders, oltre a Viganò, che durante le riprese era prefetto del Dicastero per la Comunicazione, si vede anche monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario dello stesso Dicastero, che ha aiutato il regista nella comprensione delle parole pronunciate dal Papa in spagnolo.  

Wenders e l'aiuto dello Spirito Santo

Il film è stato girato dal 2015 al 2018 e, come ha sottolineato Wenders, con la massima libertà di azione: «Questo film era (ed è) una responsabilità enorme, soprattutto poiché mi è stata data una così generosa "Carte Blanche ". Ho avuto bisogno di aiuto, o di una guida, molto più che per ogni altro mio precedente film, così Donata [la moglie] e io abbiamo pregato molto chiedendo allo Spirito Santo la sua vigilanza ». 

Il mondo cambia se prendiamo sul serio il Vangelo

La pellicola inizia con la figura di san Francesco, che appare nelle prime sequenze staccandosi letteralmente dall'affresco attribuito a Giotto, la Preghiera in san Damiano ad Assisi, e materializzandosi nell'attore italiano Ignazio Oliva. Per queste scene, girate in bianco e nero, è stata usata una cinepresa a manovella degli anni Venti che ha conferito una patina di antico. Il santo di Assisi richiama i temi più cari a Papa Francesco: la povertà, la fratellanza, la pace, la cura delle persone più deboli e della terra, l'accoglienza, la giustizia, il dialogo. Tutto confluisce in una frase: «Un cambiamento globale è possibile solo se si comincia a prendere il Vangelo sul serio».

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28 dicembre 2020, 09:30