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Il Papa all’Ordo virginum: portate amore nelle solitudini

Siate "donne della misericordia, esperte di umanità", amabili per attraversare il dolore con delicatezza e tessere “trame di rapporti autentici nella solitudine e nell'anonimato”. Sono alcune delle indicazioni di Francesco nel Messaggio per ricordare i 50 anni dalla promulgazione del Rito della Consacrazione delle vergini, nelle quali il Papa legge il segno dell'amore sponsale di Cristo con la Chiesa

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

E’ Maria di Nazareth, la “donna del Magnificat”, “la madre del Vangelo vivente”, l’esempio a cui guardare per essere “donne della gioia”, capaci di insegnare alla Chiesa ad amare i poveri, a soccorrere le fragilità, per essere piene di parresia, lontane dal chiacchiericcio ma intraprendenti e autorevoli per prevenire gli abusi di potere. Nel Messaggio in occasione del 50.mo anniversario della promulgazione da parte della Congregazione del Culto Divino del nuovo Rito della Consacrazione delle vergini, voluto da Papa Paolo VI, Francesco offre una visione del contributo femminile alla Chiesa, insistendo sul dono gratuito dello Spirito Santo che “fa nuove tutte le cose”, sulla fedeltà di spose, sull’essere “stelle – come aveva detto Benedetto XVI nel 2008 – per orientare il cammino del mondo”.

Un segno di speranza

Per il Papa, la chiamata di molte è “un segno di speranza: la fedeltà del Padre – scrive nel Messaggio - ancora oggi pone nel cuore di alcune donne il desiderio di essere consacrate al Signore nella verginità vissuta nel proprio ordinario ambiente sociale e culturale, radicate in una Chiesa particolare, in una forma di vita antica e al tempo stesso nuova e moderna”. Una vocazione, frutto dello Spirito Santo, che fiorisce nel cuore della Chiesa e che proprio in queste donne può “vivere il dono della sororità”, una comunione tutta al femminile.

Riflesso del volto della Chiesa

“Non spegnete la profezia della vostra vocazione! Siete chiamate, non per vostro merito, ma per la misericordia di Dio, a far risplendere nella vostra esistenza il volto della Chiesa, Sposa di Cristo, che è vergine perché, nonostante sia composta da peccatori, custodisce integra la fede, concepisce e fa crescere una umanità nuova”. Un impegno che rimanda ai testi del Rito in particolare nella chiamata a testimoniare e sperimentare che l’amore di Dio è per tutti e “ha la forza di trasformare i peccatori in santi”.

Calate nella vita di oggi

L’esortazione del Papa è a non estraniarsi dall’ambiente in cui si vive ma ad esserci con uno stile di prossimità evangelica, perché chiamate ad essere “donne di misericordia, esperte di umanità. Donne che credono nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto.

“La vostra consacrazione verginale aiuti la Chiesa ad amare i poveri, a riconoscere le povertà materiali e spirituali, a soccorrere chi è più fragile e indifeso, chi soffre per la malattia fisica e psichica, i piccoli e gli anziani, chi rischia di essere messo da parte come uno scarto”

Una pandemia che scuote

L’ oggi è segnato dall’emergenza coronavirus e questo non può renderci indifferenti perché è tempo di “risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!” Francesco chiede di non chiudere gli occhi, non fuggire, perché si è segno dell’amore sponsale che unisce Cristo e la Chiesa:

Attraversate con delicatezza il dolore e la sofferenza; perseverate nel proclamare il Vangelo della vita piena per tutti.

Donne della gioia

Con la vostra amabilità – scrive ancora il Papa - tessete trame di rapporti autentici, che riscattino i quartieri delle nostre città dalla solitudine e dall’anonimato”, forti della parresia che allontana il chiacchiericcio e il pettegolezzo:

Abbiate la saggezza, l’intraprendenza e l’autorevolezza della carità, per opporvi all’arroganza e prevenire gli abusi di potere.

L’ultima esortazione è quella di essere segno della Chiesa sposa, di essere gioiose e sempre con lo sguardo rivolto a Maria.

 

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01 giugno 2020, 15:00