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Il Papa: relazioni umane migliore medicina contro la discriminazione

Francesco incontra gli artisti e gli organizzatori del tradizionale Concerto di Natale in Vaticano. Anche la musica è un canale di fraternità e pace tra i popoli: dal Pontefice l’appello a condividere con gli ultimi la gioia della nascita di Gesù

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

Dio viene dove c’è fame e sete di pace, di giustizia, di libertà e di amore, Dio viene anche sulle note di una canzone natalizia, tra i tasti di un pianoforte, attraverso i linguaggi della musica e della poesia, della pittura della scultura, del teatro e del cinema. Con questa certezza il Papa accoglie in Vaticano gli artisti che domani 14 dicembre, si esibiranno sul grande palco dell’Aula Paolo VI nell’ormai tradizionale Concerto di Natale in Vaticano.

Il tempo che precede il Natale ci chiama tutti a domandarci: io, che cosa attendo nella mia vita? Qual è il desiderio grande del mio cuore? E anche voi, con le vostre canzoni, fate emergere o riemergere nell’animo di tanta gente questa sana “tensione” così umana. In fondo, è Dio che ha messo questo desiderio, questa “sete” nel nostro cuore. E Lui ci viene incontro su questa strada. Non certo nella vana compulsione dell’avere e dell’apparire, no, lì Dio non viene, e non lo si incontra.

La rivoluzione dell'amore

Nel suo discorso il Papa ritorna sulla umile potenza del presepe a cui quest’anno ha voluto dedicare la Lettera Admirabile signum per riscoprire nelle case, nelle famiglie, nelle strade il segno semplice e mirabile del mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio. E proprio pensando al presepe e alla scena della Natività in esso rappresentata, Francesco sollecita gli artisti a non lasciarsi illudere dalla ricchezza e da tante proposte di effimera felicità:

Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato.

Educazione e relazioni umane

L’altro richiamo forte è a non inorgoglirsi, a saper cogliere la forza disarmante che emerge da ogni piccolo gesto di buona volontà, ad essere portatori di quella bellezza che come diceva Paolo VI è antidoto per non sprofondare nella disperazione; è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo e unisce le generazioni facendole comunicare nell’ammirazione:

Per questo siamo tutti chiamati a costruire un “villaggio globale dell’educazione”, dove chi lo abita genera una rete di relazioni umane, le quali sono la migliore medicina contro ogni forma di discriminazione e di isolamento. In questo villaggio, l’educazione e l’arte si incontrano attraverso i linguaggi della musica e della poesia, della pittura e della scultura, del teatro e del cinema. Tutte queste espressioni della creatività umana possono essere “canali” di fraternità e di pace tra i popoli della famiglia umana, come pure di dialogo tra le religioni.

Appuntamento in Aula Paolo VI

Il Concerto di Natale in Vaticano, giunto alla sua 27.ma edizione, verrà trasmesso in TV la notte del 25 dicembre da Canale 5. L’evento è promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e quest’anno rilancia l’impegno di Papa Francesco per la regione Panamazzonica, al centro del recente Sinodo dei vescovi. Con lo slogan “Facciamo rete per l’Amazzonia”, il Concerto sostiene anche due progetti di Fondazione pontificia Scholas Occurrentes e Missioni Don Bosco Valdocco Onlus per i quali il Papa ha voluto esprimere il suo profondo apprezzamento.

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13 dicembre 2019, 12:29