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La cattedrale di Urakami a Nagasaki, conosciuta anche come Cattedrale dell'Immacolata Concezione La cattedrale di Urakami a Nagasaki, conosciuta anche come Cattedrale dell'Immacolata Concezione

Takami: a Nagasaki il messaggio di pace di Francesco

Nella sua visita in Giappone, Papa Francesco oltre alla capitale, Tokyo, vedrà altre due città particolarmente significative per la storia recente del Paese: Nagasaki e Hiroshima. Tristemente famose per i bombardamenti atomici del 1945, saranno i luoghi da cui il Papa lancerà il suo messaggio sulle armi nucleari e pregherà per la pace

Adriana Masotti - Tokyo

“Il vostro Paese è cosciente della sofferenza causata dalla guerra. Insieme a voi prego perché il potere distruttivo delle armi nucleari non torni a scatenarsi mai più nella storia dell’umanità. Usare le armi nucleari è immorale”. Le parole forti che Papa Francesco ha affidato ad un videomessaggio inviato alla popolazione giapponese a pochi giorni dal suo arrivo in Giappone, risuonano particolarmente vere in chi ha vissuto da vicino la tragedia delle due bombe atomiche sganciate ad Hiroshima e a Nagasaki, il 6 e il 9 agosto del 1945, oppure in chi continua a vivere nei territori devastati da quei bombardamenti.

Papa Francesco a Nagasaki: tre gesti di grande significato

Monsignor Joseph Mitsuaki Takami è arcivescovo della diocesi di Nagasaki, che su 1.351.249 abitanti conta 61.242 cattolici. Nato nella città giapponese nel 1946 da una famiglia di cristiani nascosti, è stato ordinato arcivescovo nel 2003 da Giovanni Paolo II. A Nagasaki il Papa vivrà tre momenti importanti. Il primo, presso l’Atomic Bomb Hypocenter Park, dove lancerà un messaggio sulle armi nucleari, poi l'omaggio ai santi martiri di Nagasaki e infine la Messa. Nell'intervista all'arcivescovo un commento a questi eventi:

Ascolta l'intervista a monsignor Takami

R. - Hiroshima e Nagasaki sono le due città che sono state colpite dalla bomba atomica e, non solo i cittadini di queste due città, ma anche tanti giapponesi e persone di altre nazionalità, vogliono eliminare tutte le armi nucleare dalla Terra. Ma i giapponesi si sentono minacciati da parte della Corea del Nord e della Cina e il governo giapponese reagisce a questa minaccia dicendo di avere armi, non nucleari, ma comunque armi. Ma il Papa lancerà un messaggio forte, fortissimo, contro l’utilizzo delle armi nucleari. Speriamo che questo messaggio possa essere da stimolo per tanti giapponesi, affinché riflettano sul fatto che le armi nucleari non sono necessarie, piuttosto sono pericolose perché minacciano la pace.

La seconda tappa del Papa sarà l’omaggio ai Santi Martiri di Nagasaki. La sua diocesi conosce una presenza maggiore di cattolici rispetto ad altre zone del Giappone. Che cosa significa per i cattolici, in particolare, questo gesto di omaggio?

R. – La testimonianza dei martiri è sempre forte, eloquente, per la gente, per i cattolici in questo momento molto difficile per la loro fede. Dunque il messaggio del Santo Padre suscita tra i cattolici giapponesi un rinnovamento della vita di fede. In Giappone, la Chiesa cattolica è una piccola comunità che non si sviluppa molto perché, da una parte, forse i cattolici non vivono molto bene la loro fede, non fanno forse - anche io – non facciamo molti sforzi nel portare il Vangelo tra i giapponesi. D’altra parte, la società del Giappone è molto materialista, un po’ egoista e individualista; sembra che le persone non hanno più speranza, oppure non sanno come vivere bene a livello spirituale. Rimangono a livello umano, soprattutto economico e materialista. Il 60 percento dei giapponesi dice di non credere nel mondo dell’aldilà: dopo la morte secondo loro non ci sarà nulla. Di conseguenza la loro vita sulla terra ha difficoltà a trovare un senso. Cercano, credo, la verità, l’essenziale per la loro vita.

A Nagasaki ci sarà poi la celebrazione della Messa nello Stadio di baseball. Verranno cattolici anche da altre parti del Giappone. So che le richieste di partecipazione sono state anche superiori ai posti sia a Nagasaki che alla Messa a Tokyo …

R. – Sì, la Messa sarà l’evento più importante della visita del Santo Padre. Si celebrerà nella Solennità di Cristo Re, in particolare poi proprio in quel giorno cade l’11.mo anniversario dalla beatificazione di Pietro Kibe e dei suoi 187 compagni martiri. Questo luogo, inoltre, fa parte del territorio dove è caduta la bomba atomica. Dunque speriamo che Papa Francesco parli ovviamente della pace, ma anche dell’importanza di custodire la vita, non soltanto materiale, ma anche spirituale: la vita di comunità, la vita sociale, rispettando anche la natura. Tra i partecipanti alla Messa ci saranno i cosiddetti “cristiani nascosti”, cioè cristiani che vivono ancora come all’epoca delle persecuzioni. Ci saranno anche alcuni bonzi buddisti e scintoisti che vogliono vedere e incontrare il Santo Padre. Così attraverso la Messa e soprattutto attraverso l’omelia, il Papa porterà la sua influenza su tanti temi: sulla fede, sulla vita, sulla pace. La Messa, come le altre attività del Santo Padre, verranno riprese dai giornali e dalle televisioni giapponesi e in questo modo influirà positivamente su molta, molta gente in Giappone.  

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23 novembre 2019, 06:28