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Papa al Pime: evangelizzare è testimonianza, non proselitismo

Papa Francesco incontra in Vaticano i vertici del Pontificio Istituto Missioni Estere, riuniti dal 28 aprile fino al 23 maggio a Roma per la loro XV assemblea generale. Continuate, è il suo invito, a “mettere la missione al centro”, perché ogni struttura diventi “canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Essere evangelizzatori è una vocazione che viene da Dio: se non l’hai ricevuta, “rimani a casa”. Ed evangelizzazione è far vedere Gesù “nella mia persona, nel mio comportamento”, con la presenza sul posto, da non confondere col proselitismo. Papa Francesco incontra una cinquantina di missionari e tra loro i vertici del Pontificio Istituto Missioni Estere, riuniti dal 28 aprile fino al 23 maggio a Roma per la XV Assemblea generale, e guidati dal Superiore generale, il riconfermato padre Ferruccio Brambillasca.

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Un lungo cammino iniziato a Milano nel 1850

Il Papa ricorda il lungo cammino fatto dall’Istituto nei quasi 170 anni di vita, dalla fondazione a Milano, come Seminario delle missioni estere, su iniziativa di monsignor Angelo Ramazzotti, all’epoca vescovo di Pavia, che “raccolse un desiderio del Papa Pio IX ed ebbe la felice idea di coinvolgere nella fondazione i vescovi della Lombardia, sulla base del principio della corresponsabilità di tutte le diocesi per la diffusione del Vangelo ai popoli che ancora non conoscono Gesù Cristo”. Solo a Parigi si era avviato un Istituto simile. Fino a quel momento ricorda il Pontefice, “l’apostolato missionario era totalmente nelle mani degli Ordini e delle Congregazioni religiose”. Con gli Istituti di Parigi e Milano il compito “comincia ad essere assunto dalle Chiese particolari, che si impegnano ad aprirsi verso tutto il mondo per inviare i loro sacerdoti al di là dei propri confini”.

Le prime missioni in Oceania e Asia, poi in America e Africa

Il Pime, sottolinea ancora il Papa, si è sviluppato solo in parte come le altre congregazioni religiose. “Infatti, voi non emettete voti come i religiosi, ma vi consacrate per tutta la vita all’attività missionaria con una promessa definitiva”. E ricorda i primi campi di missione in Oceania, India, Bangladesh, Myanmar, Hong Kong e Cina. Poi, dopo la seconda guerra mondiale, i missionari del Pime sono arrivati in Brasile e in Amazzonia, negli Stati Uniti, in Giappone, Guinea-Bissau, Filippine, Camerun, Costa d’Avorio, Tailandia, Cambogia, Papua Nuova Guinea, Messico, Algeria e Ciad.

I 19 martiri di una "famiglia di apostoli"

Francesco parla quindi della “scia luminosa di santità” di tanti membri, come “i martiri sant’Alberico Crescitelli, beato Giovanni Battista Mazzucconi, beato Mario Vergara, e i confessori beato Paolo Manna e beato Clemente Vismara.

Fra i vostri missionari vi sono 19 martiri, che hanno dato la vita per Gesù in favore del loro popolo, senza riserve e senza calcoli personali. Siete una “famiglia di apostoli”, una comunità internazionale di sacerdoti e laici che vivono in comunione di vita e di attività.

"Solo da Cristo prende senso la nostra missione"

Papa Francesco cita poi l’esortazione apostolica “Evangelii nuntiandi“ di Paolo VI, definendolo “il documento pastorale più grande del dopo Concilio”, quando ricorda che “solo da Cristo prendono senso la nostra vita e la nostra missione, perché ‘non c’è vera evangelizzazione se il nome, l’insegnamento, la vita, le promesse, il Regno, il mistero di Gesù di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati’”. E sottolinea che la missione di evangelizzare, grazia e vocazione del vostro Istituto, “non vi appartiene, perché essa sgorga dalla grazia di Dio”.

Non c’è una scuola per diventare evangelizzatori; ci sono aiuti, ma c’è un’altra cosa: è una vocazione che avete da Dio. O sei o non sei evangelizzatore, e se tu non hai ricevuto questa grazia, questa vocazione, rimani a casa. È una cosa grande, che ti porta avanti.

L' ottobre 2019 sarà il Mese Missionario Straordinario

Quindi il Papa ricorda che quest’anno, in occasione del centesimo anniversario della lettera apostolica Maximum illud di Papa Benedetto XVI, ha indetto per ottobre il Mese Missionario Straordinario, sul tema: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. Lo scopo, sottolinea ancora Francesco, è “risvegliare maggiormente la consapevolezza della missio ad gentes e riprendere con nuovo slancio la trasformazione missionaria della vita e della pastorale”.

C’è un pericolo che torna a spuntare – sembrava superato ma torna a spuntare –: confondere evangelizzazione con proselitismo. No: evangelizzazione è testimonianza di Gesù Cristo, morto e Risorto, lì. È Lui che attrae: è per questo che la Chiesa cresce per attrazione e non per proselitismo, aveva detto Benedetto XVI. (…)  Poi la presenza; e la presenza lì, che ti domandano perché sei così. E lì annunci Gesù Cristo. Non è cercare nuovi soci per questa società cattolica – no – è far vedere Gesù: che Lui si faccia vedere nella mia persona, nel mio comportamento; e aprire, aprire con la mia vita spazi a Gesù. Questo è evangelizzare.

"Guai a me se non predicassi il Vangelo"

Il Pontefice prosegue ricordando il tema della XV assemblea generale: “Guai a me se non predicassi il Vangelo: persone, luoghi e modi della missione per il Pime di oggi e di domani”. State cercando, per quanto possibile, sottolinea Papa Francesco “di mettere la missione al centro, perché è proprio l’urgenza missionaria che ha fondato il vostro Istituto e continua a formarlo”. Ed elenca i temi dell’assemblea: “riaffermare il primato dell’unica vocazione missionaria sia per i laici sia per i presbiteri; scegliere gli ambiti della missione; impostare l’animazione vocazionale come attività di missione; verificare il vostro essere comunità e ripensare l’organizzazione del PIME di oggi e di domani”.

Per questo vi dico: “Non temiamo di intraprendere, con fiducia in Dio e tanto coraggio, una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale”.

La gioia dell'evangelizzare

Nel salutare il Pime, il Papa prega il Signore perché il servizio dei missionari sia sempre fatto con gioia, anche nella fatica.

E su questo mi permetto di raccomandarvi gli ultimi numeri della Evangelii nuntiandi. Voi sapete che l’Evangelii nuntiandi è il documento pastorale più grande del dopo Concilio: ancora è recente, ancora è vigente e non ha perso forza. Gli ultimi numeri, quando scrive come deve essere un evangelizzatore: la gioia dell’evangelizzare; quando San Paolo VI parla dei peccati dell’evangelizzatore: i quattro-cinque ultimi numeri. Leggetelo bene, pensando alla gioia che lui ci raccomanda.  

Padre Brambillasca confermato superiore generale 

A salutare il Papa, il superiore generale del Pime padre Ferruccio Brambillasca, in carica dal 2013, che la scorsa settimana è stato eletto per un secondo mandato. L’assemblea generale ha eletto anche i suoi quattro consiglieri: padre Fabio Motta, dalla missione della Guinea Bissau; padre Xavier Lourdh, dalla missione del Giappone; fratel Massimo Cattaneo, dalla missione del Bangladesh; padre Raffaele Manenti, già missionario in India e in Thailandia, al momento direttore spirituale nel seminario teologico del Pime.

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L' udienza al Pontificio Istituto Missioni Estere
20 maggio 2019, 12:30