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Onorificenza del Papa a Suor Maria Concetta: una vita per testimoniare Dio

Conclusione speciale oggi, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, per l'udienza generale. Il Papa ha consegnato alla missionaria sarda che in Africa ha fatto nascere oltre 30mila bambini, Suor Maria Concetta Esu, un segno di apprezzamento e ringraziamento per sessanta anni spesi a servizio della vita nascente

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

La sua esile e anziana figura, la sua missionarietà coraggiosa, la sua testimonianza operosa di amore in nome di Gesù, avevano colpito Francesco già quattro anni fa, a Bangui, durante il suo viaggio nella Repubblica Centrafricana dove l'aveva conosciuta e subito ne aveva parlato ai fedeli tornando a Roma.

Bruciare la vita seminando la Parola

E oggi, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, il Papa l'ha potuta riabbracciare, suor Maria Concetta Esu: l'ha chiamata a sè -  parlandole a lungo davanti a centinaia di pellegrini -  per esprimerle, con una onorificenza pontificia, la gratitudine per "tutto il lavoro  fatto in mezzo alle sorelle e ai fratelli africani, al servizio della vita, dei bambini, delle mamme, delle famiglie":

La riconoscenza del Papa a Suor M. Concetta

Con questo gesto dedicato a te, intendo esprimere la mia riconoscenza anche a tutti i missionari e le missionarie, sacerdoti, religiosi e laici, che spargono il seme del Regno di Dio in ogni parte del mondo. Il vostro lavoro, cari missionari e missionarie, è grande. Voi “bruciate” la vita seminando la parola di Dio con la vostra testimonianza… E in questo mondo voi non fate notizia. Voi non siete notizia sui giornali. Il cardinale Hummes, che è l’incaricato dell’Episcopato brasiliano, di tutta l’Amazzonia, lui va spesso a visitare le città e i villaggi dell’Amazzonia. E ogni volta che arriva lì – me lo ha raccontato lui stesso – va al cimitero e visita le tombe dei missionari; tanti morti giovani per le malattie contro le quali non hanno gli anticorpi. E lui mi ha detto: “Tutto coloro meritano di essere canonizzati”, perché hanno “bruciato” la vita nel servizio. Cari fratelli e sorelle, Suor Maria Concetta, dopo questo impegno tornerà in Africa. Accompagniamola con la preghiera. E il suo esempio ci aiuti tutti a vivere il Vangelo là dove siamo.

L'incontro con il Papa

"L'incontro con il Papa - racconta a Vatican News al termine dell'udienza -  è stato un dono di Dio e di grazia, motivo ed invito a continuare più e meglio il mio servizio ai fratelli specie ai piccoli e ai poveri. La fede è dono di Dio e la certezza di questa fede ci dà la forza di affrontare le circostanze pià difficili e di testimoniare ai fratelli l'amore di Dio per ciascuno di noi". Perchè una vita dedicata alle mamme e ai bambini, le chiediamo:  "Le accudisco prima e dopo la nascita dei loro bambini: ne ho fatti nascere 33777. La vita è un dono di Dio e la gioia più grande per me è sentirmi coinvolta in questo grande dono quando ho tra le mani una vita nuova" . Poi il messaggio a tutte le donne che in Europa fanno pochi figli: " Vorrei dire a tutte le mamme di accogliere il dono che Dio ci offre con responsabilità, vi auguro di porovare la gioia di quel momento, i figli sono la speranza della famiglia, perchè rifiutarli?".

Ascolta l'intervista a sr. Maria Concetta Esu

La divina compassione per ogni uomo

La storia di questa missionaria è straordinaria come quella di tanti altri silenziosi religiosi e martiri per amore di Dio, nel mondo. Suor Maria Concetta aveva 25 anni quando partì da Villasor, un paesino della Sardegna: era il 1959 e l'allora Congo Belga la accoglieva nei suoi villaggi per aiutare le donne a partorire. Infermiera specializzata in medicina tropicale, poi ostetrica, questa coraggiosa missionaria da quell'Africa non sarebbe più tornata, condividendo sessanta anni di vita di uno degli Stati più difficili, la Repubblica Democratica del Congo. Guerre, dittature, ribellioni, minacce di morte e pericoli: non si è mai voltata indietro, non si è mai fermata nel vivere il carisma della "divina compassione per ogni uomo", quello abbracciato insieme alle sue consorelle, le Figlie di San Giuseppe di Genoni, all'età di 19 anni. Un carisma che la Superiora Madre Maria Luciana Zaru, in Piazza San Pietro con Sr Maria Concetta, riassume così: avere le porte e il cuore sempre aperti per accogliere, come ha fatto la piccola missionaria sarda che è andata in Africa per farsi fratelli tutti.

Ascolta l'intervista alla Superiora Madre Maria Luciana Zaru

Mamà Maria e i bambini africani

Il padre fondatore, il Venerabile Felice Prinetti, chiede di essere attraverso il servizio di carità, "strumento e presenza concreta dell'amore infinito di Dio per ogni uomo, entrando nelle piaghe dell'umanità di ogni tempo per versarvi il vino che cura e l'olio che addolcisce, nella piena consapevolezza che tutto quello che si fa al più piccolo dei nostri fratelli viene fatto a Gesù". Ed è così che suor Maria Concetta è diventata "Mamà Maria", come la chiamano tutti, anche i nonni, nel villaggio di  Zongo sul fiume Ubangi, dove ha visto crescere tre generazioni e ha fatto nascere migliaia di bambini. Mani benedette le sue, ieri come oggi, in cui nulla è cambiato.

Gioie e dolori della vita missionaria

"La vita di missionaria è ricca di gioie di dolori, che ho sempre vissuto in spirito di carità e perdono -  racconta ancora a Vatican News - e tra le pagine più difficili che però lei stessa definisce "un'esperienza che l'ha fatta crescere nell'amore", c'è il momento in cui è stata catturata dai soldati e chiusa in una stanza con i fucili carichi pronti a sparare perchè i militari pensavano nascondesse del denaro. "Mi fecero posare a terra una bambina di tre mesi che avevo sulle spalle:dissi loro che mi sparassero da sola perchè lei non aveva nessuno, era orfana. Uno di loro, mosso sicuramente dallo Spirito Santo disse che dovevano lasciarmi andare perchè io facevo nascere i bambini delle loro donne. E così aprirono la porta e potei andar via". Quello che ha imparato dalla vita in missione lo ripete a noi oggi: "ho imparato la povertà, l'accoglienza la dolcezza e l'amore. Accetto tutti come fratelli, come dice Papa Francesco, per me non c'è lingua nè colore, siamo tutti figli di uno stesso Padre e io amo tutti".

Ho dato la mia vita qui e qui lascerò le mie ossa

Oggi, con lo stesso coraggio dimostrato davanti ai soldati e col coraggio con cui, su una canoa, raggiunse Bangui per vedere il Papa nel 2015, Suor Maria Concetta a 85 anni,  con le sue consorelle e la Madre Ssuperiora, Maria Luciana Zaru, è arrivata a Roma e stretta nel suo abitino bianco, dimentica della stanchezza della giornata,  è salita sul Sagrato per abbracciare nuovamente Francesco. Un'emozione che l'ha commossa, anche se nulla potrebbe convincerla a tornare in Italia. In più di un'occasione parlando della sua Africa, ha ripetuto:" Voglio rimanere qui, non sarò mai un disertore. Ho dato la mia vita qui e qui lascerò anche le mie ossa".

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Il Papa e suor Maria Concetta Esu
27 marzo 2019, 10:40