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Il Papa toglie le sanzioni canoniche a padre Ernesto Cardenal

Francesco concede la piena reintegrazione del padre nicaraguense Ernesto Cardenal, sospeso a divinis più di trent’anni fa a causa della sua militanza politica: aveva partecipato come ministro della Cultura al governo guidato da Daniel Ortega, poi abbandonando ogni impegno in tal senso. Gravemente malato, ha ricevuto la benedizione del Papa attraverso il nunzio Sommertag

Giada Aquilino - Citta del Vaticano

Assoluzione di “tutte le censure canoniche”. È quanto ha concesso “con benevolenza” Papa Francesco a padre Ernesto Cardenal, il sacerdote nicaraguense oggi novantaquattrenne sospeso a divinis il 30 gennaio 1985. Lo riferisce il nunzio apostolico in Nicaragua, mons. Waldemar St. Sommertag, che in una nota chiarisce come il religioso sia stato “35 anni sotto sospensione dell’esercizio del ministero a causa della sua militanza politica”, con la partecipazione come ministro della Cultura al governo guidato da Daniel Ortega, dopo la dittatura dei Somoza. “Il religioso - si legge nel testo - accettò la pena canonica imposta” all’epoca, attenendosi “sempre ad essa”, “senza portare avanti alcuna attività pastorale”, avendo abbandonato “da molti anni ogni impegno politico”.

La benedizione di Papa Francesco

L’arcivescovo Sommertag ha concelebrato ieri la Santa Messa con padre Cardenal nell’ospedale di Managua, dove il sacerdote è ricoverato in precarie condizioni di salute dai primi di febbraio. Gli ha comunicato il provvedimento di piena reintegrazione decisa dal Pontefice, trasmettendogli la benedizione di Francesco perché possa vivere questo momento della sua vita in pace con il Signore e con la Chiesa. Gratitudine al Santo Padre e al nunzio stesso è stata espressa dall’anziano religioso che il presule ha definito felice e sereno.

Prima Messa celebrata dopo oltre trent’anni

Per padre Cardenal quella delle ultime ore è stata la prima celebrazione eucaristica dopo più di trent’anni, da quando cioè gli venne notificata la sospensione a divinis. Nel 1983 Giovanni Paolo II, in visita nel Paese centro americano, invitò pubblicamente padre Cardenal a dimettersi e a conformarsi alle prescrizioni canoniche: al suo rifiuto, la sospensione a divinis. Nel 1994 Cardenal abbandonò il Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln), criticando quella che interpretò come una deriva autoritaria del partito.

I colloqui col nunzio

L’arcivescovo Sommertag nelle ultime settimane ha più volte fatto visita al sacerdote e teologo, famoso come poeta in tutta l’America Latina e non solo, promotore negli anni Ottanta di una grande campagna di alfabetizzazione che gli valse un riconoscimento dell’Unesco: grazie a quella iniziativa, infatti, almeno 500 mila nicaraguensi impararono a leggere e a scrivere. Il 2 febbraio, nell’abitazione a Managua di padre Cardenal, il nunzio ha avuto con lui un colloquio privato di mezz’ora: in quell’occasione, con una conversazione definita profonda, aperta e amichevole, è giunta la richiesta di “essere riammesso - riferisce mons. Sommertag - all’esercizio del ministero presbiterale”. Dopo il ricovero, il rappresentante pontificio si è recato a trovarlo in ospedale l’11 febbraio, nella ricorrenza della Giornata mondiale del malato. Quindi di nuovo ieri, quando ha comunicato la decisione del Pontefice.

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18 febbraio 2019, 16:33