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Papa a S. Marta: come vorrei mi trovasse il Signore, quando mi chiamerà?

Nell’ omelia della messa mattutina a Casa Santa Marta, Papa Francesco ricorda che in questa settimana la Chiesa ci fa riflettere sulla nostra fine, a fare un esame di coscienza su quali cose dovrei correggere e quali “portare avanti perché sono buone”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Come sarà la mia fine? Come vorrei che il Signore mi trovasse quando mi chiamerà?” Papa Francesco dedica la sua omelia del mattino, a Casa Santa Marta, alla fine del mondo e della propria vita, e sottolinea che è saggio pensare alla fine, “ci aiuta ad andare avanti”, a fare un esame di coscienza su quali cose dovrei correggere e quali “portare avanti perché sono buone”. “In quest’ultima settimana dell’anno liturgico la Chiesa ci fa riflettere” su questo, ed “è una grazia” commenta il Papa “perché a noi non piace pensare alla fine”, “rimandiamo sempre a domani questo pensiero”.

 

Ci farà bene in questa settimana pensare alla fine. Se il Signore mi chiamasse oggi, cosa farei? Cosa direi? Quale grano gli farò vedere? il pensiero della fine ci aiuta ad andare avanti; non è un pensiero statico: è un pensiero che va avanti perché è portato avanti dalla virtù, dalla speranza. Sì, ci sarà una fine, ma quella fine sarà un incontro: un incontro con il Signore. È vero, sarà un rendiconto di quello che ho fatto, ma anche, sarà un incontro di misericordia, di gioia, di felicità. Pensare alla fine, alla fine della creazione, alla fine della propria vita, è saggezza; i saggi lo fanno.

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27 novembre 2018, 11:18