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2018.10.13 Seminaristi della Lombardia 2018.10.13 Seminaristi della Lombardia 

Papa ai seminaristi lombardi: prossimi al popolo di Dio, mai mondani

E’ stato reso noto oggi il testo dell’incontro di sabato scorso in Sala Clementina, nel quale Papa Francesco ha risposto alle domande di vari seminaristi lombardi accompagnati dai loro vescovi ed educatori. Un incontro spontaneo nel quale il Pontefice ha indicato nella vicinanza il segreto per essere sacerdoti del popolo

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Un sacerdote deve essere “umano, normale, stare al suo posto e non scandalizzare mai”. Papa Francesco indica i tratti del futuro prete ai giovani seminaristi delle diocesi lombarde, ricevuti sabato scorso in Vaticano. Un dialogo aperto, senza filtri, nel suo stile di padre e pastore.

Abusi, scandalo mondiale

Alla domanda di don Davide su come stare davanti agli scandali della Chiesa, Francesco ricorda che “il popolo di Dio ha una grande saggezza ma non sa perdonare chi maltratta la gente e il prete che è attaccato ai soldi”. L’invito è quello di riferire al vescovo, alle persone vicine a chi arreca scandalo per aiutarlo. Riguardo la dolorosa vicenda degli abusi, il Papa parla di “uno scandalo mondiale che fa pensare ai sacrifici umani dei bambini che facevano i pagani”. “Lo scandalo più forte per me – afferma Francesco – è pure il prete mondano” che mai si vede davanti al tabernacolo o che non va mai in ospedale a trovare i malati.

La vicinanza al popolo di Dio

“La Chiesa deve essere in uscita come Gesù ha voluto e non una Chiesa passeggiata”. Francesco lo ripete perché “l’uscita non è un’avventura ma il mandato del Signore” e i sacerdoti sono chiamati a seguire questa strada anche se è difficile farsi capire, essere accolti, anche se si viene cacciati. Il mondo al tempo di Gesù era simile a quello di oggi, “a quel tempo si facevano i sacrifici umani e anche oggi in qualche modo si fanno ma con i guanti bianchi”. L’invito del Papa è quello di fare cose concrete: essere vicini al popolo di Dio e prima ancora essere vicini a Gesù nella preghiera, coltivare “la famigliarità con la Parola che è famigliarità del cuore”. “Dovete essere pastori non chierici di Stato”. “Il clericalismo – evidenzia il Pontefice – è una perversione della Chiesa” e un prete che si affanna dietro a mille cose si allontana dall’ideale di Gesù.

Il dubbio è una ricchezza

Il seminarista Daniele della diocesi di Mantova chiede a Francesco come si può stare davanti alla croce del dubbio e della fatica di seguire Gesù. Il Papa ricorda che “la croce del dubbio è una croce ma feconda”, che ci mette in crisi, che avvicina al Signore e diventa così una ricchezza. L’importante – rimarca – è dialogare con chi ci accompagna nel cammino spirituale in un confronto sincero e aperto. “Prendete il dubbio – dice Francesco – come un invito a cercare la verità, a cercare l’incontro con Gesù Cristo”.

Niente rigidità

Guardarsi indietro, ricordarsi da dove si viene, riconoscere che tutto è dono e grazia: così Francesco invita i sacerdoti a farsi sempre domande, a discernere cosa è bene, a non essere rigidi perché la rigidità nasconde dei problemi, esorta ad avere senso dell’umorismo. Sono tutti criteri che aiutano anche gli educatori a comprendere la vera vocazione dei seminaristi che vanno poi instradati sulla via della pazienza. “Un segnale di maturità – afferma il Papa – è anche la capacità di giocare con i bambini”

L’Eucaristia è un mistero che va spiegato

Rispondendo ad una domanda sui giovani che non riconoscono l’Eucaristia come un momento centrale della vita di ogni uomo e donna, Francesco evidenza che effettivamente bisogna lavorare meglio perché si comprenda la dimensione liturgica e comunitaria della celebrazione. Fa l’esempio di un prete capace di avvicinare i giovani con una catechesi di 5 minuti, diventata con il tempo sempre più ampia, portando poi gli stessi ragazzi a fare l’adorazione eucaristica. “L’Eucaristia – afferma – è un mistero che va spiegato passo dopo passo”. A volte la messa – sottolinea il Papa – è una veglia funebre e per questo si raccomandano omelie brevi, al massimo 8 minuti, scandite da un’idea, un’immagine e una parola. Il segreto per celebrare con bellezza.

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16 ottobre 2018, 13:14