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Leoncini: nessuno ha a cuore i giovani più di Papa Francesco

Intervista con il giornalista Thomas Leoncini, autore del libro-conversazione con Papa Francesco "Dio è giovane"

Alessandro Gisotti - Città del Vaticano

Un libro per dare speranza ai giovani, partendo innanzitutto dalle domande concrete che i giovani pongono a se stessi e agli adulti. E' questo il significato più profondo del libro "Dio è giovane", nato da sei incontri tra Papa Francesco e il giovane giornalista e scrittore Thomas Leoncini, autore anche di un libro-intervista con Zygmunt Bauman, "Nati liquidi". Nell'intervista con Vatican News, Leoncini si sofferma sul modo di comunicare di Papa Francesco, tutto incentrato sulla persona e sempre pronto a confrontarsi con domande anche scomode ma che, come nel caso dei giovani, nascono dal vissuto quotidiano e non da argomentazioni astratte.

Thomas Leoncini, un libro che nasce da un dialogo, da una conversazione… Proprio questo è il termine che accompagna il titolo "Dio è giovane" nelle diverse traduzioni...

R. - Il libro nasce dall’esperienza del mio libro precedente con Zygmunt Bauman, “Nati liquidi”, che Papa Francesco ha letto. E da lì è nata questa udienza privata che doveva durare 15 minuti, poi è diventata molto più lunga, perché è nata una sintonia, è nata l’idea di provare a scrivere qualcosa che fosse una "ricetta" del Papa per aiutare i giovani ad avere un metodo, una speranza, anche in questa società che li scarta sempre di più.

Colpisce nella lettura di questo libro che il Papa non si sottragga alle domande che riguardano più concretamente la vita dei giovani: dall’ossessione, in alcuni casi, per la chirurgia estetica, ai social media, anche alle paure che sono spesso presenti nella vita dei giovani…

R. - Parto da una cosa che ha detto il Santo Padre, qualche giorno fa. E' rimasto colpito dal fatto che incontra i giovani e non gli danno la mano, ma si fanno dei selfie. E' una cosa molto indicativa, ma giustamente lui stesso la vede non come una critica verso i giovani. E’ ovvio, infatti, che i giovani sono cresciuti in una società che li sradica, che li fa sentire inutili, superflui, e li usa per quanto possono influenzare il mercato. Poi, però, di fatto li lascia senza argini, li abbandona totalmente a loro stessi. E' normale che di conseguenza questi giovani pensino che l’unica chance sia omologarsi il più possibile alle tendenze estetiche. E questo è il punto! Quindi i giovani non hanno alcuna responsabilità di fatto. Gli adulti dovrebbero chiedersi in che mondo stanno facendo vivere i giovani e soprattutto perché nessuno prova a fare qualcosa per capire veramente i problemi dei giovani, perché finora l’ha fatto solo Papa Francesco, che è la persona più famosa del mondo che si è messo alla pari dei giovani, ma non vedo da nessun’altra parte una speranza e questo è un problema grave, è molto urgente.

“Papa Francesco si è messo alla pari dei giovani per dar loro speranza”

Ovviamente nel libro leggiamo le parole dette da Francesco. Che cosa ci puoi dire delle "parole non dette", dei gesti, del clima che si è vissuto in questi sei incontri, queste sei conversazioni con Francesco a Casa Santa Marta e che danno anche un po’ il senso del suo stile, del suo modo di incontrare l’altro?

Ne dico una su tutte, che fa capire…  Mi versava l’acqua e mi diceva di bere molto, una cosa straordinaria: cioè, questo è un gesto di affetto, di accudimento, di speranza. Questo è un gesto di speranza! Questo è un libro fondamentale, per me, perché le persone mi dicono: “Dà speranza”. E mi rallegrano perché è questo l’obiettivo del libro. Lo stesso Papa Francesco lo ha fatto per questo, dare speranza. Per dire che c’è una persona che veramente vi capisce, che è Papa Francesco. E lo fa indipendentemente dal vostro credo religioso: se siete atei, se avete una religione piuttosto che un’altra, lui guarda la persona.

 

Ad ottobre si celebrerà il Sinodo dei vescovi sui giovani, voluto da Papa Francesco con questa sottolineatura: non solo e non tanto per parlare ai giovani e dei giovani ma per ascoltarli…

Ho partecipato al pre-sinodo e ho visto un ambiente meraviglioso perché molti giovani, soprattutto quelli che hanno parlato hanno capito di avere davanti un interlocutore vero che non è lì per ascoltare e fare semplicemente presenza ma è veramente un interlocutore. E’ un interlocutore. Quindi io dico ai giovani che vanno ora in questo cammino e a ottobre saranno al Sinodo: dite veramente quelli che sono i vostri problemi, diteli, perché se non lo fate ora che c’è l’opportunità di farlo con Papa Francesco, non so quante altre opportunità - ai Millennials in particolare, che sono così abbandonati al nulla, all’illusione totale! - potrete avere... fatelo, ditelo, perché lui capisce e non vi giudica e questa è una cosa stupenda.

Ascolta e scarica l'intervista a Thomas Leoncini

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26 maggio 2018, 12:01