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Il libro "Potere e denaro" il 12 aprile nelle librerie Il libro "Potere e denaro" il 12 aprile nelle librerie 

"Potere e denaro": un libro su ciò che Francesco pensa di economia e finanza

La denuncia delle contraddizioni del mondo globalizzato, ma anche la fiducia nella possibilità di un mondo più umano nel libro di Zanzucchi. L'autore sottolinea: lo sguardo sull'economia del Papa parte dai poveri, al cuore del Vangelo

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Spero che questa sintesi dei miei pensieri sul potere dell’economia e della finanza, “possa essere utile a coscientizzare e a responsabilizzare, favorendo processi di giustizia ed equità”. A scrivere così è Papa Francesco nell’ampia prefazione al libro “Potere e denaro - la giustizia sociale secondo Bergoglio”, che giovedì 12 aprile uscirà nelle librerie, edito da Città Nuova.
Il curatore è Michele Zanzucchi, giornalista e scrittore che da qualche tempo vive in Libano. Editorialista di “Avvenire”, insegna Giornalismo e Linguaggi del giornalismo alla Gregoriana e Massmediologia all’Istituto Universitario Sophia, di Loppiano.

L'attenzione del Papa per il tema dell'economia

Prima da semplice cristiano, poi da religioso e sacerdote, quindi da Papa, ritengo che le questioni sociali ed economiche non possano essere estranee al messaggio del Vangelo. Perciò, sulla scia dei miei predecessori, cerco di mettermi in ascolto degli attori presenti sulla scena mondiale, dando voce, in particolare, ai poveri, agli scartati, a chi soffre”. Papa Francesco spiega con queste parole, nella prefazione al volume, la sua attenzione per una realtà vitale per ogni società come l’economia e di essa mette in luce la forte ambivalenza: aumento del benessere da un lato, sfruttamento e diseguaglianze dall’altro.

Il nostro mondo è capace del meglio e del peggio

Francesco racconta dei contrasti tra grandi ricchezze e grandi povertà che ha potuto osservare: “Ho visto – scrive - il paradosso di un’economia globalizzata che potrebbe sfamare, curare e alloggiare tutti gli abitanti che popolano la nostra casa comune, ma che concentra nella mani di pochissime persone la stessa ricchezza che è appannaggio di circa metà della popolazione mondiale”.

Il no del Papa all'attuale paradigma tecnocratico

E Francesco punta il dito, in particolare, sul sistema finanziario e le imprese multinazionali che condizionano le economie locali. La Chiesa – scrive - non può rimanere silente di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza” e vuol collaborare con gli uomini e le donne che “in modo pacifico” dicono no all’ingiustizia. E' possibile cambiare e scrive ancora: “Il Vangelo non è un’utopia ma una speranza reale, anche per l’economia”, sottolineando il dovere di denunciare “col Vangelo in mano i peccati personali e sociali commessi contro Dio e contro il prossimo in nome del dio denaro e del potere”.

““Non possiamo smettere di credere che con l’aiuto di Dio e insieme si può cambiare questo nostro mondo e rianimare la speranza, la virtù forse più preziosa oggi”.”

L'esercito del bene: l'amore rende attivi

Ma che cosa fare – si chiede poi il Papa -  per una maggiore equità nel mondo? E la sua risposta si declina in alcune parole chiave: cultura della valorizzazione, soprattutto delle risorse umane;  presa di coscienza della complessità dei problemi; ma anche capacità di rinnegare, perché “ci  sono dei no da dire”. Mettendo in risalto ciò che già c'è di buono, Francesco continua: “Tanti, tantissimi uomini e donne di ogni età e latitudine sono già arruolati in un inerme ‘esercito del bene’, il bene non è quietismo e non porta a essere remissivi”. E ricordando l'assemblea della Chiesa Latinoamericana di Aparecida, cita il metodo proposto ai cristiani per la vita sociale: vedere, giudicare e agire.
Per concludere: “Se siamo insieme, uniti nel suo nome, il Signore è in mezzo a noi secondo la sua promessa, quindi è con noi anche in mezzo al mondo, nelle fabbriche, nelle aziende e nelle banche come nelle case, nelle favelas e nei campi profughi. Possiamo, dobbiamo sperare”. 

Ascolta l'intervista a Michele Zanzucchi

Un libro che raccoglie le denunce del Papa 

In “Potere e denaro”  Michele Zanzucchi propone una raccolta ragionata e scorrevole di quanto il Papa ha detto e scritto finora su ricchezza e povertà, giustizia e ingiustizia sociale, cura e disprezzo del creato, finanza sana e perversa, culto del dio denaro e ancora sindacati e movimenti popolari. Quella che emerge è una denuncia decisa del potere della tecnocrazia e della speculazione finanziaria che accentua la distanza tra ricchi e poveri, della globalizzazione che crea scarti e nuove schiavitù, del commercio delle armi che fomenta le guerre.

Francesco parte dai poveri e dal Vangelo

Ai nostri microfoni, l’autore sottolinea che “il pensiero del Papa è altamente teologico e altamente umano” e ne spiega l’atteggiamento di fondo: “Il Papa ha un atteggiamento estremamente evangelico sulla questione: parte dai poveri, non da discorsi, ipotesi, nemmeno da visioni - potremmo dire – ideologiche che vengono da altri orizzonti. Lui parte dai poveri, dal bisogno di giustizia, da Gesù che ha soccorso i poveri e chiunque era nel bisogno.  Ha vissuto con loro ed era uno di loro. Questa è la cosa principiale: era uno di loro e, a partire da questo, rilegge anche l’attualità.”

Vivere le Beatitudini per cambiare il mondo

Riguardo poi all’invito a non perdere la speranza e ad agire, a ‘fare qualcosa’ per cambiare la situazione, Zanzucchi osserva: “Leggendo e sistematizzando gli scritti del Papa, mi sono  accorto che la sua  attenzione all’ambiente economico, sociale, ai poveri era sempre in funzione di qualche passo propositivo. Ogni suo discorso ha sempre un elemento per uscire dalla situazione attuale, per rendere il mondo più umano, per far sì che l’economia non sia in balia dei tecnocrati, ma al servizio dell’uomo. Quindi dà indicazioni molto precise; indicazioni riguardo alla capacità della società di creare dei luoghi di fiducia dove si possa sviluppare veramente la dimensione economica positiva dell’uomo. Sono suggerimenti basati sostanzialmente sulle Beatitudini che sono certamente tra le linee direttrici di questo Papa”.

 

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10 aprile 2018, 14:30