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Il Papa ai maroniti: il Libano ha una speciale vocazione di pace

Papa Francesco agli alunni del Pontificio Collegio Maronita: "Il popolo che vi sarà affidato, disorientato dall’instabilità che purtroppo continua a ripercuotersi sul Medio Oriente, cercherà in voi dei Pastori che lo consolino"

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

“Non sarete chiamati a esercitare, anche bene, un incarico ma a vivere una missione senza risparmio, senza tanti calcoli, senza limiti di disponibilità”. E’ quanto ha affermato Papa Francesco incontrando, stamani, la Comunità del Pontificio Collegio Maronita. Per non essere “assorbiti dalla cultura del provvisorio e dell’apparenza” – ha spiegato il Papa - bisogna sviluppare degli anticorpi “contro la mondanità e la mediocrità”. L’arricchimento umano che ricevete – ha poi affermato Francesco rivolgendosi agli alunni del Pontificio Collegio Maronita – “non è un premio”, “tanto meno un bene da far fruttare per la propria carriera”, “ma un tesoro destinato ai fedeli”.

Un popolo da consolare

Il Santo Padre ha aggiunto che questo tempo non privo “di sofferenze e di pericoli”, è anche “gravido di speranze”:

Il popolo che vi sarà affidato, disorientato dall’instabilità che purtroppo continua a ripercuotersi sul Medio Oriente, cercherà in voi dei Pastori che lo consolino: Pastori con la parola di Gesù sulle labbra, con le mani pronte ad asciugare le lacrime e ad accarezzare volti sofferenti; Pastori dimentichi di sé e dei propri interessi; Pastori che non si scoraggiano mai, perché traggono ogni giorno dal Pane Eucaristico la dolce forza dell’amore che sazia; Pastori che non hanno paura di “farsi mangiare” dalla gente, come pani buoni offerti ai fratelli.

Non perdere di vista Gesù

Alla tentazione di “agire alla maniera del mondo”, ricercando chi è forte e non chi è debole, bisogna reagire – ha detto il Pontefice - tornando subito alle radici:

…a Gesù che rifiutò il successo, la gloria, il denaro, perché l’unico tesoro che orientava la sua vita era la volontà del Padre: annunciare la salvezza per tutti i popoli, proclamare con la vita la misericordia di Dio.

Questo – ha detto il Papa - cambia la storia. “E tutto comincia dal non perdere di vista Gesù”. Cristo – ha spiegato – è la strada e “non ce n’è un’altra".

Pace e giovani

Papa Francesco ha indicato infine due desideri. Il primo è quello della pace:

Oggi la fraternità e l’integrazione rappresentano sfide urgenti, non più rimandabili, e a questo proposito il Libano non ha solo qualcosa da dire, ma una speciale vocazione di pace da compiere nel mondo. Tra i figli della vostra terra, voi, in modo particolare, sarete chiamati a servire tutti come fratelli, anzitutto sentendovi di tutti fratelli.

Il secondo desiderio riguarda i giovani:

Come Chiesa vogliamo averli sempre più a cuore, accompagnarli con fiducia e pazienza, dedicando loro tempo e ascolto. I giovani sono la promessa dell’avvenire, il più serio investimento per il vostro ministero.

La storia del Pontificio Collegio Maronita

Il Pontificio Collegio Maronita è stato eretto con la bolla papale “Humana sic ferunt” il 27 giugno 1584 firmata da Papa Gregorio XIII, per accogliere i chierici maroniti mandati a Roma dal Patriarca maronita per studiare filosofia e teologia negli atenei romani, in preparazione al sacerdozio. Nel Cinquecento – si ricorda sul sito del Pontificio Collegio - la Chiesa maronita era “chiusa tra le montagne del Libano ed isolata non solo da Roma, ma anche dal resto del mondo cristiano”. Nei secoli successivi sono stati molti gli intellettuali e i pastori formati in questo istituto, chiamati sia in Europa sia in Oriente, nelle corti dei sovrani Europei come traduttori e ambasciatori. Grazie al prezioso contributo dei suoi ex alunni, sono anche stati stampati, a partire dal 1585, i primi libri liturgici in siriaco e in arabo. Il Collegio ha subìto tre chiusure: nel 1798 quando le truppe francesi hanno occupato Roma, nel 1906 per la mancanza di studenti e nel 1939 con l’inizio della seconda guerra mondiale. Dopo sessanta anni da quest’ultima chiusura, è stato riaperto su espressa volontà del cardinale Mar Nasrallah Boutros Sfeir. Il Collegio è un ente ecclesiale a scopo educativo e formativo collegato e dipendente dalla Procura del Patriarcato antiocheno maronita ed è sotto la giurisdizione diretta del Patriarca maronita e la tutela della Sede Apostolica.

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16 febbraio 2018, 12:45