Usa, approvata la prima legge anti-migranti
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Riguarda l’immigrazione irregolare la prima legge dell’era Trump approvata dalla Camera degli Stati Uniti e denominata Laken Riley Act. Il provvedimento prevede la detenzione fino all’espulsione per gli stranieri trovati senza documenti, compresi i richiedenti asilo colpevoli di reati minori come furto o taccheggio. Nel mirino, in particolare, è il confine sud con il Messico, dove il Pentagono si prepara a inviare i primi 1500 soldati per negare l’ingresso ai richiedenti asilo che hanno viaggiato in Paesi con malattie trasmissibili.
La questione dell’aumento dei dazi
Nel suo secondo giorno alla Casa Bianca, il presidente Trump è tornato a parlare anche di dazi, minacciando un aumento di quelli verso Cina ed Europa, la quale si prepara a reagire con tariffe e intese anti-americane. Intanto sono stati diffusi i dati di un sondaggio nazionale effettuato negli Usa sulla politica di Trump: il nuovo presidente, secondo la società demoscopica Insider Advantage, riscuote un tasso di approvazione del 56%.
La guerra in Ucraina
Sul tema economico di un aumento possibile di tasse e dazi, Trump è tornato a minacciare Putin, il cui Paese è già stretto nella morsa di sanzioni da tre anni a questa parte, cioè dall’inizio del conflitto in Ucraina. “Se non ci sarà a breve un accordo, non avrò scelta che imporre più tasse”, ha detto il presidente americano che ha accusato il suo omologo russo di “distruggere l’economia del proprio Paese”. Infine, la scure di Trump potrebbe abbattersi anche contro la Fema, l’agenzia federale responsabile dei disastri naturali che minaccia di smantellare criticando la gestione delle ultime emergenze come quella dei recenti uragani negli Stati Uniti sudorientali e degli incendi boschivi in corso in California.
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