L’ombra dei dazi di Trump sul Forum di Davos
Roberta Barbi – Città del Vaticano
All'indomani dell’insediamento alla Casa Bianca del presidente Donald Trump, si riflette sull’agenda dei temi dei tremila delegati del mondo politico ed economico riuniti nella cittadina svizzera di Davos per il consueto appuntamento annuale. Il presidente Usa interverrà al forum in videoconferenza solo domani, ma a preoccupare sono soprattutto l’aumento al 25% dei dazi contro Messico e Canada e le ricadute che questo avrà in termini d'inflazione, soprattutto in Europa, che ora guarda con prudente apertura alla Cina.
La posizione dell’Europa
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ricordato nel suo intervento al Forum che tre milioni e mezzo di statunitensi lavorano in aziende europee, mentre un altro milione dipenda direttamente dal commercio con l’Europa. “Siamo pronti a negoziare sui dazi, - ha detto von der Leyen - ma anche a proteggere i nostri valori e i nostri ideali”. L'atmosfera d'incertezza che si respira a Davos si riflette anche sui mercati: gli indici di Borsa europei sono stati deboli per due giorni di fila, con Londra che ha chiuso ieri a +0,3%; in lieve crescita Parigi, mentre a Milano si è registrato un calo dello 0,23%.
La strategia europea per il mondo che cambia
Per rimanere al passo con un mondo in rapida trasformazione la Commisisone Ue ha elaborato una nuova strategia economica basata su tre pilastri: unione dei mercati dei capitali, semplificazioni per le imprese in tutta Europa ed energia più sostenibile. Per sostenere la crescita europea, inoltre, l’attenzione sarà rivolta ad aumentare la produttività, colmando il divario nel settore dell'Innovazione e affrontando il problema della difficoltà di accesso al credito, nonostante le ingenti quote di risparmio disponibili. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, giunto alla fine del suo mandato, è intervenuto in difesa del libero scambio come “fondamento della prosperità europea”.
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