In Georgia nuove proteste dopo la sospensione dei negoziati di adesione all'Ue
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Le proteste anti-governative sono scattate ieri dopo l’annuncio del primo ministro, Iraki Kobakhidze, di sospendere fino alla fine del 2028 i negoziati di adesione all'Unione europea. Decine di migliaia di persone si sono riversate di fronte al Parlamento. Altre dimostrazioni si sono registrate in varie città del Paese. La polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni per disperdere i dimostranti. Il bilancio è di 43 persone arrestate e di 32 feriti.
Crisi politica
Quelle di ieri seguono le proteste scoppiate dopo le recenti elezioni segnate da numerose accuse di brogli. Secondo diversi analisti, il Paese caucasico è ormai precipitato in una crisi politica. Il partito al governo è accusato di voler riportare la ex repubblica sovietica sotto l'influenza di Mosca e di non voler far proseguire i negoziati con Bruxelles.
Parigi: si rispetti il diritto a protestare pacificamente
Il Paese, dunque, è sempre più spaccato: le opposizioni non riconoscono il risultato delle urne e nelle piazze proseguono le manifestazioni di protesta. La Francia assicura poi "di sostenere le aspirazioni europee" della Georgia. In una nota del ministero degli Esteri si esprime in particolare “preoccupazione per le notizie di repressione contro manifestanti e giornalisti” e si chiede che venga rispettato il diritto di protestare pacificamente.
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