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Civili palestinesi in fuga Civili palestinesi in fuga   (AFP or licensors)

Nuovi raid israeliani su Rafah. Uccisi altri due operatori umanitari

Prosegue l’offensiva di Israele a sud della Striscia di Gaza, nonostante l’indignazione internazionale dopo l’attacco dei giorni scorsi su un campo profughi che ha provocato decine di vittime. L’Egitto, intanto, preme perché i civili non vengano sfollati dall’area

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Bombardamenti, ma anche carri armati israeliani nel centro di Rafah hanno scosso ancora una volta la città, nelle ultime ore, con Israele che ha affermato di aver preso il controllo di una zona cuscinetto strategica tra la Striscia di Gaza e l'Egitto proprio vicino la città, nuovo epicentro della guerra contro Hamas. Operazioni militari che, secondo l’Onu, hanno spinto già almeno un milione di palestinesi a cercare disperato rifugio in aree sovraffollate del territorio.

L’attacco alla risposta umanitaria 


Le modalità del conflitto rendono sempre più difficoltosa l'operazione umanitaria. La Mezzaluna Rossa palestinese ha denunciato la morte di due suoi soccorritori in un attacco che l'organizzazione definisce  "diretto" contro un’ambulanza. Dal canto suo, l'organizzazione non governativa, World Centrale Kitchen, ha annunciato di aver sospeso le sue attività a Rafah per spostarsi più a nord. La decisione è motivata proprio dai numerosi attacchi israeliani che coinvolgono gli operatori umanitari. Altre testimonianze locali riferiscono di alcuni magazzini pieni di aiuti umanitari dati alle fiamme.

Le tensioni con l’Egitto

Le forze di difesa israeliane, intanto, dichiarano di aver scoperto a Gaza, nell’area di confine con l'Egitto, "una ventina di tunnel" che sospettano vengano utilizzati dai gruppi armati palestinesi per il contrabbando di armi. L’esistenza di questi passaggi viene invece negata dell'Egitto, secondo il quale Israele cerca in qualche modo di giustificare la sua offensiva a Rafah. Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, ha fatto appello alla comunità internazionale per una tempestiva assistenza umanitaria nella Striscia, per la fine dell'assedio israeliano e per un pressing contro ogni tentativo di evacuazione forzata dei palestinesi.

La posizione dell'Algeria 

Intanto oggi prevista riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per esaminare la proposta dell'Algeria, che ha presentato un progetto di risoluzione, "chiedendo un cessate il fuoco immediato e rispettato da tutte le parti" e il rilascio di tutti gli ostaggi, ma non è chiaro quando la proposta sarà messa ai voti. Il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, ha affermato che la guerra potrebbe continuare fino alla fine dell'anno. Infine il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha invitato Israele a elaborare rapidamente una strategia postbellica per Gaza, sottolineando: "In assenza di un piano per il giorno dopo, non ci sarà un giorno dopo".

 

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30 maggio 2024, 09:37