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Zona di guerra a Gaza Zona di guerra a Gaza

Medio Oriente, bombe su Gaza: tra le vittime dieci bambini

Un raid israeliano ha colpito una moschea che ospitava un gruppo di sfollati rifugiati nella struttura, il bilancio è di 16 morti. Intanto cresce la polemica di Israele all’indomani della decisione formale di Madrid, Dublino e Oslo di riconoscere uno Stato palestinese. “A questo male non bisogna dare un Paese”, ha affermato il premier israeliano Netanyahu

Gianmarco Murroni - Città del Vaticano

Sedici persone, tra cui 10 bambini, sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che nella notte ha colpito il quartiere centrale Daraj della città di Gaza. Il raid ha colpito la locale moschea di Fatima, che ospita anche una scuola coranica. Le vittime sarebbero sfollati che avevano trovato rifugio nella struttura, che avrebbe subito ingenti danni nell'attacco.

Ira di Israele

Intanto, cresce la polemica intorno alla decisione presa da Irlanda, Spagna e Norvegia sul riconoscimento di uno Stato palestinese, definita "un premio per il terrorismo" dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il leader di Israele ha sottolineato che "l'80% dei palestinesi in Giudea e Samaria sostiene il terribile massacro del 7 ottobre. A questo male non bisogna dare un Paese. Questo non porterà la pace e non ci impedirà nemmeno di sconfiggere Hamas", ha aggiunto Netanyahu. L'annuncio è stato invece accolto con favore sia dall'Autorità nazionale palestinese che da Hamas.

Opinione internazionale

All’ipotesi hanno risposto con cautela i leader dell'Ue. Parigi ha affermato che il riconoscimento della Palestina "non è un tabù, ma al momento non ci sono le condizioni affinché questa misura possa essere effettivamente utile”. Per Berlino il riconoscimento deve avvenire solo successivamente al raggiungimento della soluzione dei due Stati. Dagli Usa l'Amministrazione Biden ha sottolineato che uno Stato palestinese "debba essere realizzato attraverso negoziati diretti tra le parti e non attraverso un riconoscimento unilaterale". 

Critiche interne

Critiche all’operato di Netanyahu, però, arrivano dall’interno di Israele, dopo la diffusione di un video contenente le immagini del rapimento di cinque soldatesse israeliane dalla base di Nahal Oz. "Il video è una testimonianza schiacciante del fallimento della nazione nel riportare a casa gli ostaggi, che sono stati abbandonati da 229 giorni", ha scritto in una nota il Forum dei familiari degli ostaggi, esortando il governo a non perdere tempo e a "tornare al tavolo dei negoziati". Netanyahu, contro cui il procuratore della Corte penale internazionale ha richiesto un mandato d'arresto per crimini di guerra, si è detto sconvolto dal video.

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23 maggio 2024, 08:05