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Soccorsi in atto a Khan Younis Soccorsi in atto a Khan Younis 

Gaza, deboli speranze per una tregua. Israele pronto all’attacco di terra su Rafah

Mentre si registrano nuove vittime nella Striscia, sono a rischio i nuovi negoziati in corso a Il Cairo per la determinazione del premier Netanyahu a dare seguito all’invasione nel sud dell’area. Sul tavolo resta un cessate il fuoco di sei settimane in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Intanto si intensificano le ostilità fra Israele e Iran

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu è incrollabile: “Per l’attacco di terra su Rafah è stata già fissata una data, la sua attuazione è cardine per la vittoria su Hamas”. Le sue dichiarazioni fanno traballare gli ennesimi tentativi di mediazione in corso in Egitto per una tregua a Gaza. Hamas frena, pur avendo messo sul piatto la proposta di 6 mesi di stop alle armi in cambio del rilascio di 40 ostaggi.

Gli Stati Uniti contro l’invasione di Rafah

A poco serve il no all’operazione israeliana da parte degli Usa, che, per bocca del portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, hanno dichiarato: "Abbiamo chiarito a Israele che crediamo che una massiccia invasione militare di Rafah avrebbe un effetto estremamente dannoso su questi civili e alla fine danneggerebbe la sicurezza di Israele". Gli Stati Uniti, insieme a molta parte della comunità internazionale, si sono detti preoccupati per la sicurezza degli oltre 1,5 milioni di abitanti di Gaza che hanno trovato rifugio nell'estremo sud della Striscia di Gaza, vicino al confine chiuso con l'Egitto. "Non si tratta solo di Israele che ci presenta un piano – ha aggiunto, Matthew Miller-. Abbiamo chiarito loro che crediamo che ci sia un modo migliore per raggiungere un obiettivo legittimo, che è quello di smantellare e sconfiggere i battaglioni di Hamas che sono ancora a Rafah".

Ancora morte nella Striscia

Intanto sono 15 le vittime nei nuovi raid israeliani su Khan Yunis e Maghazi, dove è rimasto ucciso anche il sindaco della città, Hatem Al-Ghamr. Una flebile speranza di placare la fame arriva per i civili dai 419 camion di aiuti umanitari entrati ieri, lunedì 8 aprile, nella Striscia: secondo l'unità civile-militare israeliana si tratta del numero più alto di mezzi entrati in un giorno dall'inizio della guerra, dopo il record di due giorni fa con 322 camion. Inoltre, fanno sapere le autorità israeliano sui social, 258 pacchi contenenti "centinaia di migliaia di pasti" sono stati lanciati per via aerea sull’enclave palestinese.

Sempre più tesi i rapporti Israele-Iran

Prosegue, intanto, l’incandescente il botta e risposta intanto fra l’Israele e Iran, che minaccia ritorsioni dopo l’attacco israeliano al suo consolato di Damasco il 1 aprile scorso: il ministro degli esteri israeliano, Israel Katz ha fatto sapere che Israele è pronto a tutto se Teheran o suoi alleati dovessero sferrare un attacco diretto.

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09 aprile 2024, 07:58