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Una seduta del Parlamento Europeo Una seduta del Parlamento Europeo  (ANSA)

Confronto in Europa sugli aiuti economici all'Ucraina. Opposizione dell'Ungheria

Oggi riunione del Consiglio europeo a Bruxelles: sul tavolo la revisione del Quadro finanziario pluriennale che prevede 50 miliardi di euro a sostegno di Kyiv. Il presidente ungherese, Viktor Orban, continua a ostacolare l’intesa tra i 27 Paesi dell’Unione

Gianmarco Murroni - Città del Vaticano

I Paesi dell’Unione Europea hanno un solo obiettivo: trovare un’intesa a 27 sulla revisione di medio termine sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27, che comprende 50 miliardi di euro in assistenza all'Ucraina. Tutti d’accordo, dunque. O quasi. L'Ungheria di Viktor Orban continua a bloccare l'intesa tra i leader dei 27: per essere adottata, la revisione richiede l'unanimità del Consiglio e l'approvazione del Parlamento. C'è anche un problema di tempo, perché Kyiv rischia di andare in default senza sostegni finanziari.

La posizione di Orban

L'Ungheria ha chiesto di poter approvare anche il bilancio annuale, non solo il Quadro finanziario pluriennale, all'unanimità, in modo da poterlo bloccare ogni anno. Gli altri Paesi hanno rifiutato, perché "serve certezza" per programmare le spese. Una possibile soluzione, spiega una fonte diplomatica europea, potrebbe essere quella di impegnarsi a dibattere sul bilancio annuale dell'Ue ogni anno in Consiglio Europeo. Oltre all'Ucraina, per Orban c'è il problema dei maggiori costi per interessi del Next Generation Eu: se sono coperti nel 2024 dal bilancio annuale, non lo saranno più dal 2025, cosa che secondo il presidente ungherese potrebbe creare problemi sui mercati finanziari.

Irritazione dell’Europa

I leader degli altri Paesi dell’Ue, nel frattempo, prendono le distanze dalla posizione di Orban. "La questione è esistenziale non solo per l'Ucraina, ma per tutti noi. E oggi la posizione di Orban è una minaccia alla nostra sicurezza. Per questo dobbiamo valutare tutte le misure e le conseguenze possibili in futuro". Queste le parole del premier polacco, Donald Tusk, arrivando al vertice dei leader europei. "Non credo ci sia alcun piano B - ha aggiunto - sta a Orban ora decidere se l'Ungheria è ancora parte della nostra comunità o no:". Il premier ungherese "deve essere consapevole che sarà responsabile di un eventuale scenario nero", ha avvertito Tusk, aggiungendo tuttavia che "a istinto" i leader troveranno "un forte argomento per convincere Orban". "Negli ultimi giorni e settimane abbiamo discusso intensamente per arrivare ad un accordo. È ora di prendere questa decisione e lavorerò duramente, insieme a molti altri, per rendere possibile una decisione a 27". Sono, invece, le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz. A esprimersi sulla vicenda anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: “Il premier ungherese Viktor Orban usa il suo potere bloccando gli aiuti a Kyiv per ottenere i fondi del Pnrr e aveva cercato di farlo anche con la politica migratoria. E' il suo modo di fare”.

Il Quadro finanziario pluriennale

Lo schema di negoziato approvato a dicembre prevede una dotazione finanziaria aggiuntiva di 64,6 miliardi di euro, che dovrebbe essere spesa per nuove priorità: oltre ai 50 miliardi di euro per lo strumento per l'Ucraina (17 miliardi di euro in sovvenzioni e 33 miliardi di euro in prestiti), 2 miliardi per la migrazione e la gestione delle frontiere, 7,6 miliardi di euro per il vicinato e il mondo, 1,5 miliardi di euro al Fondo europeo per la difesa nell'ambito del nuovo strumento Step, 2 miliardi di euro per lo strumento di flessibilità, 1,5 miliardi di euro per la riserva di solidarietà e aiuti.

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01 febbraio 2024, 10:58