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Israele ordina l’evacuazione di Rafah: in programma un attacco contro Hamas

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, mira a una nuova dura offensiva di terra che preoccupa anche Onu e Stati Uniti per la sorte di più di un milione di civili palestinesi. Intanto non si fermano i bombardamenti che hanno provocato altre numerose vittime nella Striscia

Paola Simonetti  - Città del Vaticano

L’obiettivo è la distruzione di Hamas a Rafah. Il premier israeliano, Netanyahu, da mercoledì scorso pianifica l’offensiva di terra, ordinando anche una vasta evacuazione dei civili dall’area. "E' impossibile raggiungere l'obiettivo della guerra senza eliminare Hamas – ha dichiarato Netanyahu -e lasciare quattro battaglioni di Hamas a Rafah". Un’operazione impraticabile, secondo Human Rights Watch: “Costringere più di un milione di palestinesi sfollati a evacuare di nuovo senza trovare un posto sicuro dove andare – precisa l’organizzazione- sarebbe illegale e con conseguenze catastrofiche. Di fatto un posto sicuro a Gaza non c’è". Il piano di Israele sembra preoccupare anche Onu e Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano ha avvertito che "condurre un'operazione del genere ora senza una adeguata pianificazione e considerazione in un'area che ospita un milione di persone sarebbe un disastro".

Vittime anche negli ospedali 

Intanto Israele martella la zona dall’aria: i bombardamenti avrebbero provocato almeno 25 morti. Non vengono risparmiati neppure gli ospedali: una vittima e diversi feriti si sono registrati in un attacco in un ospedale nel sud di Gaza: carri armati e colpi di artiglieria hanno preso di mira i piani superiori del complesso medico Nasser, a Khan Yunis, secondo quanto riportano i media palestinesi. Ieri, venerdì 9 febbraio, l’assalto all'altro ospedale principale della città, al-Amal.

La trattativa per gli ostaggi

Si percorre, intanto, ancora la strada diplomatica per il capitolo delle persone sequestrate da Hamas. Il capo della Cia, William Burn, annuncia che si recherà la prossima settimana al Cairo, in Egitto per incontri con funzionari egiziani in merito agli sforzi per un nuovo accordo al fine di assicurare il rilascio degli ostaggi. Burns, da più parti, viene considerato l'uomo chiave del presidente americano, Joe Biden, nel cammino per la risoluzione dei sequestri e una pausa nei combattimenti. L'invio di Burns al Cairo mirerebbe a far pressione sui mediatori del Qatar e dell'Egitto per spingere Hamas verso un accordo ragionevole.

 

 

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10 febbraio 2024, 08:10