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Palestinesi lungo le strade di Rafah Palestinesi lungo le strade di Rafah  (ANSA)

Gaza, ancora stallo per una tregua. Usa e Regno Unito: riconosceremo la Palestina

Si attende una risposta definitiva alla proposta di tregua nella Striscia di Gaza, presentata dai mediatori di Qatar ed Egitto ad Hamas ed Israele. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministro degli Esteri di Doha, un primo segnale positivo era arrivato da entrambe le parti, ma nelle ultime ore Hamas ha nuovamente congelato ogni iniziativa. Da Stati Uniti e Regno Unito intanto si ribadisce la soluzione dei due Stati e il riconoscimento della Palestina

Silvia Giovanrosa e Giancarlo La Vella– Città del Vaticano

Una fonte vicina ad Hamas ha detto che "non c'è ancora intesa sulla struttura" dell'accordo - le fazioni hanno osservazioni importanti - e che "la dichiarazione del Qatar è affrettata e non vera”. La proposta è un piano in tre fasi che prevederebbe una iniziale sospensione dei combattimenti di sei settimane per consentire l’ingresso di nuovi aiuti nella Striscia di Gaza. I primi ostaggi ad essere liberati saranno donne, bambini e uomini malati, a fronte del rilascio di un centinaio di prigionieri palestinesi. Sul tavolo delle trattative anche il ritiro delle forze israeliane a Gaza e la ricostruzione della Striscia.

Le dichiarazioni di Biden: “L’America lavora per la pace”

Mentre il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, domenica prossima 4 febbraio sarà in Israele per la quinta volta, il presidente Usa, Joe Biden, dichiara di lavorare incessantemente per la pace nella Striscia di Gaza. Durante l’annuale “National Prayer Breakfast', che di solito si tiene il primo giovedì di febbraio, Biden ha assicurato di voler lavorare ad un piano che prevede la creazione di due Stati per due popoli. Dello stesso avviso è il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Cameron. Recatosi a Beirut per tentare di ristabilire la calma sul confine israelo-libanese, Cameron ha affermato che il Regno Unito potrebbe riconoscere ufficialmente uno Stato palestinese dopo un cessate il fuoco a Gaza senza attendere l'esito di quelli che potrebbero essere anni di colloqui tra Israele e palestinesi su una soluzione a due Stati.

Secondo Stefano Polli, vicedirettore dell'agenzia Ansa, sarebbe auspicabile che la situazione venisse forzata con queste decisioni, di cui si parla da decenni venissero adottate. È chiaro, ribadisce Polli, che è auspicabile che la comunità internazionale debba continuare a impegnarsi per avviare un concreto negoziato di pace. Il dialogo, come spesso ha affermato Papa Francesco, è la via imprescindibile e unica che può portare alla fine del conflitto. E' chiato, conclude Stefano Polli, che un dialogo è tale quando vengono coinvolte pienamente tutte le parti in causa.

Ascolta l'intervista a Stefano Polli

L’esercito israeliano punta verso Rafah

Intanto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha fatto sapere con un post pubblicato su X che le forze di difesa israeliane si dirigono ora verso Rafah per una nuova operazione di terra. "La Brigata Khan Yunis dell'organizzazione Hamas è stata sciolta, completeremo la missione lì e proseguiremo verso Rafah”, ha scritto.

Le violenze in Cisgiordania

"Israele deve fare di più per fermare le violenze contro i civili in Cisgiordania e punire i responsabili", ha dichiarato invece Blinken, dopo la decisione di Biden di voler sanzionare i coloni estremisti in Cisgiordania. "Non c'è giustificazione per la violenza estremista contro i civili, qualunque sia l'origine", ha detto il segretario di Stato americano. Dopo l’inizio della guerra gli scontri tra i coloni israeliani e i civili palestinesi sono diventati più gravi e frequenti.

 

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02 febbraio 2024, 10:50