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Civili palestinesi lasciano Khan Yunis in direzione di Rafah Civili palestinesi lasciano Khan Yunis in direzione di Rafah  (ANSA)

Medio Oriente, combattimenti a Khan Yunis. Hamas apre a nuovi negoziati

Nella Striscia di Gaza si sono registrati violenti scontri dopo l'inizio della pressione israeliana sulla città palestinese che viene ritenuta la roccaforte principale di Hamas. Israele annuncia che negli scontri sono stati uccisi 100 miliziani, mentre l'organizzazione islamista apre a nuovi negoziati per il rilascio di alcuni ostaggi in cambio di una pausa nei combattimenti

Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano

È stato l’episodio più grave per l’esercito israeliano dall’inizio della guerra, quello che martedì 23 gennaio ha causato la morte di 21 soldati nei pressi del campo profughi di Maghazi, al centro della Striscia di Gaza. In risposta, i militari hanno annunciato di voler continuare l’ampia offensiva su Khan Yunis, considerata la principale roccaforte di Hamas dove, dichiara il portavoce dell’esercito, sono stati uccisi 100 miliziani.  Nel campo profughi di Jabalia, a nord della Striscia, un nuovo raid ha causato tre morti e una decina di feriti, come denunciato dalla Mezza Luna Rossa palestinese.

L’ apertura di Hamas a nuovi negoziati

Secondo alcuni funzionari egiziani, Hamas avrebbe cambiato strategia e sarebbe aperta a considerare la possibilità di nuovi negoziati: civili, donne e bambini in cambio di una cospicua tregua. L’annuncio arriva dopo il "no" di ieri alla proposta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di una tregua di 2 mesi in cambio del rilascio degli ostaggi. Il gruppo, fino ad ora,  aveva respinto qualsiasi offerta che non prevedesse un cessate il fuoco permanente. “L'annuncio fa registrare un cambiamento significativo da parte di Hamas, che per settimane ha insistito sul fatto che avrebbe negoziato sugli ostaggi solo nel quadro di un accordo globale sulla cessazione permanente della guerra”, scrive il World street Journal. 

Il ministro degli Esteri britannico vola in Palestina

Nei territori palestinesi, oggi, il ministro degli Esteri britannico, David Cameron partecipa a colloqui ad alto livello con i leader regionali, per porre fine alla situazione disperata della Striscia. E' previsto l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme e con il presidente palestinese Abu Mazen a Ramallah. In agenda: la necessità di nuovi aiuti umanitari per la popolazione della Striscia, un nuovo accordo sugli ostaggi e la discussione di un cessate il fuoco sostenibile a lungo termine. Infine, David Cameron esorterà Netanyahu a ripristinare le forniture di acqua, elettricità e carburante a Gaza e ribadirà il sostegno del Regno Unito ad una soluzione dei due Stati nei suoi colloqui con Abu Mazen. 

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24 gennaio 2024, 09:26