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Un medico palestinese nella Striscia di Gaza (Reuters / Ahmed Zakot) Un medico palestinese nella Striscia di Gaza (Reuters / Ahmed Zakot)

Israele-Hamas, l'Onu: crimini di guerra da entrambe le parti

Una fine duratura dell’occupazione basata su autodeterminazione e sicurezza delle parti. È quanto auspicano le Nazioni Unite per Israele e Palestina, chiedendo un immediato cessate il fuoco nel Vicino Oriente. Continuano i bombardamenti a Gaza, scontri anche in Cisgiordania.

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

"Chiedo con urgenza che le parti concordino ora un cessate il fuoco": questo l'appello lanciato dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, dopo aver visitato Rafah, in Egitto, al confine con la Striscia di Gaza nella giornata di mercoledì 8 novembre. Stando a quanto riferito dall'Ufficio Onu per i diritti umani sul proprio account X, Turk ha chiesto il cessate il fuoco sulla base di tre imperativi fondamentali in materia di diritti umani: "Dobbiamo consegnare con urgenza massicce quantità di aiuti umanitari in tutta Gaza; abbiamo bisogno che tutti gli ostaggi detenuti dal 7 ottobre siano rilasciati senza condizioni e immediatamente; dobbiamo favorire uno spazio politico per porre fine in modo duraturo all'occupazione, sulla base del diritto all'autodeterminazione sia dei palestinesi che degli israeliani e dei legittimi interessi di sicurezza".

Crimini di guerra

Türk ha inoltre affermato che sia Hamas che Israele avrebbero commesso crimini di guerra da quando è scoppiato il conflitto. “Le atrocità perpetrate dai gruppi armati palestinesi il 7 ottobre sono state terribili, brutali e scioccanti: sono stati crimini di guerra, così come lo è la continua detenzione di ostaggi”. Secondo l'Alto commissario Onu, citato dai media internazionali, "anche la punizione collettiva da parte di Israele dei civili palestinesi costituisce un crimine di guerra, così come l'evacuazione forzata illegale dei civili”.

La cronaca

Almeno 19 persone sarebbero state uccise nelle ultime ore in un attacco aereo israeliano contro una casa vicino a un ospedale nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Lo sostiene il ministero degli Interni palestinese. “I palestinesi stanno andando via dal nord della Striscia di Gaza perché hanno capito che Hamas lì ha perso il controllo e che il sud è più sicuro”, ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari, aggiungendo che nella parte meridionale della Striscia "c'è una zona più sicura rifornita di medicine, di acqua e di cibo. Lo capiscono bene”.

Gli ostaggi

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza senza il rilascio degli ostaggi. Netanyahu sembra così respingere una serie crescente di notizie provenienti dal Qatar, dall'Egitto e dalla stessa Hamas secondo cui è imminente un accordo per il rilascio di una dozzina di ostaggi in cambio di una pausa di più giorni nei combattimenti. I commenti del primo ministro non hanno chiarito se il rilascio di un numero significativo di ostaggi sarebbe sufficiente per una sorta di "pausa" rispetto ad un vero e proprio cessate il fuoco.

Raid in Siria

Ancora raid israeliani in Siria, secondo quanto denunciato dai media di Damasco. L'agenzia di stampa Sana ha dato notizia di un attacco del “nemico israeliano” che ha colpito “diversi siti militari, causando danni”. “Tre combattenti filo-iraniani non siriani sono stati uccisi negli attacchi israeliani contro fattorie e altri siti appartenenti a Hezbollah vicino ad Akraba e Sayyida Zeinab”, ha detto Rami Abdel Rahman, che dirige l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Israele ha anche colpito i siti di difesa aerea siriani nel Sud del Paese, ha aggiunto. In tutto sarebbero 12 le persone affiliate a gruppi sostenuti dall'Iran in Siria uccise in due raid separati, un attacco americano e uno israeliano. Lo riferisce il Times of Israel.

Il fronte della Cisgiordania

Le forze armate israeliane "stanno attaccando la città di Jenin nella Cisgiordania occupata e usano i bulldozer per distruggere le strade". Lo scrive il sito dell'emittente qatarina Al Jazeera, citando l'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità nazionale palestinese Wafa. Soldati israeliani che viaggiavano in un convoglio di circa 70 veicoli militari con quattro bulldozer hanno preso d'assalto Jenin nelle prime ore del mattino da diverse direzioni, supportati da elicotteri e aerei da ricognizione. Si sono sentiti spari e si stanno verificando scontri con giovani palestinesi. Secondo Wafa, i cecchini israeliani si sono schierati sui tetti dei grattacieli. 

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09 novembre 2023, 07:03