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Persone rifugiate in una scuola dopo l'invasione di bande armate nel loro quartiere a Port-au-Prince Persone rifugiate in una scuola dopo l'invasione di bande armate nel loro quartiere a Port-au-Prince 

Haiti, voto dell’Onu per intervento di forza internazionale

Sempre più fuori controllo la violenza nel Paese caraibico dove a dettare legge sono le bande armate. Gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di una risoluzione che autorizzi l’invio di una missione di pace. Maria Vittoria Rava (Ospedale pediatrico di Haiti): si vedono morti per le strade, la missione dell'Onu deve proteggere i civili e intervenire nelle zone in mano alla criminalità

Paola Simonetti e Marco Guerra – Città del Vaticano

Sarà il Kenya a guidare la forza internazionale che dovrà cercare di ripristinare la tregua nella martoriata terra di Haiti. Lo hanno stabilito, dietro richiesta dello stesso Paese caraibico inoltrata già nell’ottobre scorso, gli Stati Uniti che hanno presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu una risoluzione in tal senso. Un provvedimento che si rivela irrinunciabile per cercare di combattere la drammatica ondata di violenza prodotta dalle bande armate che ha ormai ha sopraffatto l’autorità e l’azione della polizia locale.

La novità di una forza multinazionale 

Una adesione, quella del Kenya a dirigere la missione, che rappresenta un cruciale precedente dopo il rifiuto di Stati Uniti, Onu e Canada a prendere la guida della forza multinazionale.   Secondo la risoluzione Onu la "missione multinazionale di sostegno alla sicurezza viene creata per un periodo iniziale di dodici mesi", con una rivalutazione dopo nove mesi. L'obiettivo, sottolinea il documento, è "fornire supporto operativo alla polizia haitiana" nella lotta contro le bande criminali, aiutare a proteggere scuole, porti, ospedali e aeroporti e "migliorare le condizioni di sicurezza ad Haiti". 

Una speranza per il governo haitiano 

La decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di dare il via libera a una forza multinazionale in supporto alle autorità locali haitiane rappresenta "un barlume di speranza - ha dichiarato il ministro degli Esteri della nazione caraibica, Jean Victor Geneus - per le persone che da troppo tempo soffrono le conseguenze di una difficile situazione politica, socioeconomica, di sicurezza e umanitaria".

Rava (Fondazione Rava): il popolo chiede sicurezza

“La Missione internazionale è un segnale che qualcuno si ricorda di Haiti e della sua necessità di sicurezza ma ci si chiede se il contingente keniota sia preparato ad affrontare una situazione così complessa e violenta”, spiega a Vatican News Francesca Maria Vittoria Rava, presidente della Fondazione Rava che gestisce l’ospedale pediatrico Saint Damian a Port-au-Prince, nel quale sono curati ogni anno circa 80 mila bambini haitiani. Rava riferisce le perplessità della popolazione che teme che i soldati inviati sotto l’egida dell’Onu non abbiamo la forza di entrare nelle roccaforti dove operano le bande criminali e che possano solo alzare il livello dello scontro, un pregiudizio maturato sulla base dei fallimenti delle precedenti missioni di pace dell’Onu nel Paese caraibico.

Ascolta l'intervista a Maria Vittoria Rava

Criminalità fuori controllo

La presidente della Fondazione Rava sottolinea quindi che il popolo si aspetta “un aiuto pratico ai civili”, moltissimi dei quali sono sfollati perché “mandati via delle loro abitazioni dai banditi”, poi è richiesto “un intervento più energico per contrastare la criminalità che sta disseminando morte e paura”. Rava è tornata da poche settimane da una visita in Haiti dove ha percepito la completa assenza dello Stato: “La gente è terrorizzata ed evita se può di uscire di casa, io ho visto cadaveri per le strade appena uccisi, ci sono difficoltà ad approvvigionarsi dell’acqua e del gasolio, la situazione è ingovernabile e non sai mai cosa ti può accadere, per questo molte persone stanno emigrando”.

La drammatiche condizioni dell’infanzia

In questa cornice l’ospedale Saint Damian è un’isola di efficienza, racconta ancora Rava, il personale sanitario non torna a casa per motivi di sicurezza e dorme nel nosocomio per di assicurare la copertura dei turni. “Recentemente abbiamo affrontato un’ondata di Covid – racconta Rava – poi resta il problema del colera e soprattutto quello dei feriti da arma da fuoco, anche molto gravi, alcuni dei quali hanno paura anche a recarsi all’ospedale”. Un capitolo a parte merita il dramma delle condizioni dell’infanzia, anche su questo fronte la testimonianza della Rava è molto dura: “I bambini sono mal nutriti, per le mamme è difficile raggiungere i mercati per paura delle violenze”. La presidente Rava racconta infine che i bambini muoiono per mancanza di cibo e sono vittime anche di rapimenti, e riferisce dell’impegno di Padre Rick (religioso passionista alla guida della fondazione N.P.H. che si occupa di bambini di strada) che, fra le altre cose, si spende per la liberazione di questi minori che finiscono catturati dalle bande.

 

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03 ottobre 2023, 08:06