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A Bruxelles il convegno su volontari e servizio civile in Europa, lo scorso 24 ottobre (C) Marcelo Pardo A Bruxelles il convegno su volontari e servizio civile in Europa, lo scorso 24 ottobre (C) Marcelo Pardo 

Da Bruxelles un'alleanza per il servizio civile europeo e lo status di volontario Ue

In occasione del voto sulla relazione di implementazione del Corpo europeo di solidarietà, europarlamentari, movimenti, associazioni e organizzazioni della società civile si sono ritrovati nella sede del Parlamento Ue per chiedere insieme alla politica un passo concreto verso la solidarietà e la pace proprio attraverso la crescita del servizio civile e del programma di volontariato finanziato per i giovani, dai 18 ai 30 anni, del continente

Vatican News

Sono state le testimonianze, in presenza e in collegamento video, a catturare l’attenzione di quanti erano riuniti, il 24 ottobre scorso presso il Parlamento europeo, per il convegno sul tema "Corpo europeo di solidarietà e servizio civile", dedicato alla memoria di David Sassoli, che ha visto insieme europarlamentari, associazioni e movimenti. Il convegno si è svolto lo stesso giorno in cui la Commissione per l'istruzione e la cultura ha approvato a larga maggioranza la relazione di attuazione del Corpo europeo di solidarietà, European Solidarity Corps, in sigla ESC, di cui si attende ora il passaggio in Aula.

Le testimonianze

Le storie raccontano con efficacia che cosa significhi fare esperienza di volontariato. A Laura Milani, ad esempio, ha cambiato la vita: partita come volontaria in Brasile nel 2006 si è misurata con un contesto di povertà e violenza, incontrando bambini che hanno vissuto l’abbandono, giovani con alle spalle dipendenze e abusi. “Il tema della violenza - ha detto - mi ha interrogato, portandomi a nuove scelte e a superare limiti geografici, culturali, personali”. Da lì un percorso di vita che l’ha vista sempre più impegnata, attraverso l’associazione Papa Giovanni XXIII, nel servizio e nel volontariato fino a diventare oggi presidente del Cnesc, Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile.

Alexander Simoen insegna a Bruxelles. Ha ricordato di quando ha interrotto i suoi studi in Belgio per trascorrere un periodo di servizio e scambio interculturale con giovani di tutto il mondo a Loppiano, in Toscana: “Facendo lavori umili e dedicandomi a nuove attività, ho imparato a fare spazio all'altro”. E, riagganciandosi alle potenzialità del Corpo europeo di solidarietà, ha aggiunto: "Ho scoperto che molte più cose sono possibili nella vita quando usciamo dalla nostra comfort-zone e che così facendo scopriamo un nuovo senso di comunità, più fraterno e più solidale”.

Maria Stella, infermiera, ha trascorso un anno in Siria, ad Aleppo, lavorando in una scuola per bambini sordo muti e in un centro di accoglienza per adulti sfollati a causa della guerra. Oggi, in Italia, accompagna pazienti in fase terminale. L’esperienza del volontariato all’estero le ha fatto capire che “le diversità possono fare paura finché non s’impara a conoscerle”.

Gli eurodeputati Brando Benifei, primo a sinistra, e Patrizia Toia che hanno ospitato il convegno insieme al gruppo Socialisti&Democratici. (C) Marcelo Pardo]
Gli eurodeputati Brando Benifei, primo a sinistra, e Patrizia Toia che hanno ospitato il convegno insieme al gruppo Socialisti&Democratici. (C) Marcelo Pardo]

Le richieste dei partecipanti e i passi da fare

Silvia Costa, già presidente della Commissione cultura del Parlamento Europeo, ha espresso le richieste dei partecipanti e i passi da compiere. “Da qui - ha dichiarato - parte un’alleanza tra società civile, parlamento e commissione che spinga perché tutti gli Stati membri adottino ordinamenti che consentano ai loro giovani di avere esperienza di volontariato e servizio civile; vogliamo il riconoscimento dello status di volontario Ue, chiediamo alla Commissione un Libro Verde che compari i diversi sistemi di servizio civile per andare verso una convergenza e giungere ad un servizio civile europeo".

Nel suo intervento, iI nunzio presso l’Unione europea, monsignor Noel Treanor, ha affermato che se da una parte “spesso i volontari suppliscono e anticipano gli interventi delle pubbliche istituzioni, alle quali spetta di riconoscere adeguatamente le opere nate grazie al loro coraggio e di favorirle”, dall’altra nel giovane progetto dell’ESC e del servizio civile si vede “una concreta realizzazione del messaggio centrale di Papa Francesco dell’interdipendenza della famiglia umana, della società, della creazione e del cosmo”. 

Oltre 300 mila i giovani interessati al progetto dell'ESC

Il progetto del Corpo europeo di solidarietà ha 5 anni di vita, 330mila i giovani interessati, 2500 organizzazioni coinvolte. Un miliardo il finanziamento stanziato per il 2021-2027 ma si lavora per una maggiore diffusione, visibilità e consapevolezza, e di conseguenza, un budget più consistente. Gli obiettivi sono: formazione dei volontari, acquisizione di una consapevolezza europea, reciproco riconoscimento tra gli Stati membri dello status di volontario, riconoscimento formale delle competenze acquisite per l’accesso al lavoro. Su queste priorità, i dirigenti di varie associazioni si sono confrontati in un primo panel con i servizi della Commissione relativi al volontariato; e in un secondo panel, si è aperta la discussione con europarlamentari di vari gruppi politici.

I partecipanti al convegno a Bruxelles (C) Marcelo Pardo
I partecipanti al convegno a Bruxelles (C) Marcelo Pardo

Il Servizio Civile Europeo per una democrazia partecipativa

Il presidente dell'organizzazione Movimento Europeo, Pier Virgilio Dastoli, ha formulato un auspicio per questo percorso: “Che il Parlamento europeo che uscirà dalle elezioni del prossimo giugno abbia il coraggio e la determinazione di avviare una nuova costituente per dare un seguito ai risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa introducendo la dimensione della democrazia partecipativa”, anche per creare un quadro istituzionale che renda permanente il progetto di un servizio civile europeo attribuendo all’Unione delle competenze condivise nelle politiche dell’educazione, della formazione, della gioventù e della cultura.

La volontà di dare un'anima all'Europa

Dell’anima europea parla Aldo Bernabei, associazione internazionale dei Caterinati (gruppo romano): “Dare un’anima all’Europa significa far crescere negli europei il senso di una comune identità, di una comune cittadinanza europea; renderli consapevoli di far parte di un’unità in cui le molteplici diversità non sono motivo di paura e di separazione ma scoperte come ricchezze da sviluppare e armonizzare insieme”. Su questa linea è importante ricordare che da oltre 20 anni opera nel continente il movimento "Insieme per l'Europa" dove  convergono 300 associazioni (cattolici, luterani, anglicani, ortodossi e altre denominazioni) che annualmente si danno appuntamento in un diverso Paese per contribuire all'unità dell’Europa a servizio di tutto il mondo. Nel novembre prossimo, l'incontro si terrà a Timisoara, in Romania.

Alcuni degli intervenuti al convegno (C) Marcelo Pardo
Alcuni degli intervenuti al convegno (C) Marcelo Pardo

Il servizio agli altri, tratto rilevante dello spirito europeo 

La definizione di Corpo europeo di solidarietà, per Jesús Morán, co-presidente del Movimento dei Focolari, racchiude laicamente i due concetti di corpo e anima, perché “è autenticamente corpo materiale che si manifesta con un assetto istituzionale, nell’architettura dell’Unione europea, volto a finanziare e a organizzare i giovani desiderosi di mettersi al servizio degli altri, rimboccandosi le maniche, impiegando i propri talenti, il proprio tempo e le proprie energie per obiettivi superiori. Ma è anche autenticamente un’anima. Esso - ha aggiunto Morán - rappresenta un tratto rilevante dell’anima dell’Unione europea. Ne prefigura i fini profondi: la solidarietà, l’inclusività, la reciprocità, l’interdipendenza e il comune destino dei popoli europei e dell’intero globo”.

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26 ottobre 2023, 13:20