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Ucraina: edifici residenziali danneggiati da un attacco missilistico russo a Pokrovsk, nella regione di Donetsk Ucraina: edifici residenziali danneggiati da un attacco missilistico russo a Pokrovsk, nella regione di Donetsk 

Ucraina, a Gedda consolidato il consenso per Kyiv. Allarme e missili nel Paese

Salgono le vittime dell'attacco russo contro un edificio a Pokrovsk. I colloqui internazionali ospitati nel fine settimana dall’Arabia Saudita hanno contribuito a un accordo sostanziale: qualsiasi negoziato di pace non può prescindere dall’integrità territoriale ucraina e dal primato del diritto internazionale e della Carta dell’Onu. Di Liddo (CeSI): “’L'utilizzo di un Paese non direttamente coinvolto, può garantire al processo diplomatico maggiore neutralità"

Sofiya Ruda – Città del Vaticano

Un’altra notte di bombardamenti in Ucraina, con l’allarme antiaereo in sei regioni mentre sale a otto morti e 27 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo contro un edificio residenziale a Pokrovsk, nel Donetsk. Il 5 e 6 agosto si è tenuto, nel frattempo, il vertice per la pace in Ucraina a Gedda in Arabia Saudita.

Il summit per la pace

“L’incontro a Gedda è stato un passo verso l’attuazione pratica delle iniziative di pace proposte dall’Ucraina”. A dirlo è il capo dell’ufficio del presidente  Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, inviato di Kyiv al summit sulla pace che in Arabia Saudita ha riunito i consiglieri politici e diplomatici di circa 40 Paesi, compresa la Cina. Nel corso della riunione sono emerse opinioni diverse tra i partecipanti. Ma, anche se non si è arrivati ad una dichiarazione congiunta, tutti hanno mostrato il loro impegno nei confronti dei principi della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del rispetto per la sovranità e l’inviolabilità dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Pur non partecipando, Mosca ha seguito da vicino il vertice. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha chiarito che “attualmente non ci sono motivi per un accordo di pace con Kyiv”. Lo dimostrano anche i continui bombardamenti russi in Ucraina che hanno accompagnato i due giorni del vertice.

Gli obiettivi dell’incontro

“Gli scopi principali della conferenza sono stati sostanzialmente tre. Sottolineare che l’Arabia Saudita è un Paese che a livello internazionale è in grado di dire la sua in maniera proattiva e profonda anche su dossier che non sono strettamente circoscritti al Medio Oriente”, spiega a Radio Vaticana – Vatican News Marco Di Liddo, analista del Centro Studi Internazionali. “In secondo luogo, evidenziare come esiste un movimento che ha una posizione molto netta riguardo al conflitto e che vuole che si esca dalla logica bipolare del confronto tra Occidente e Russia – continua – e il terzo punto è il principio dell’integrità territoriale ucraina”.

Ascolta l'intervista a Marco Di Liddo

Il ruolo della Cina

Importante anche la presenza della Cina che potrebbe avere un ruolo positivo per consolidare i presupposti per i colloqui di pace. “La presenza della Cina va interpretata innanzitutto come difesa di questa idea di Pechino di costruzione di un nuovo ordine globale e multilaterale che superi l’influenza degli Stati Uniti”, prosegue l’esperto. “La Cina evidenzia, inoltre, come i suoi interessi internazionali e globali debbano essere difesi attraverso un’azione diplomatica e rivolta a tutti gli attori politici internazionali". Da un lato, secondo l'analista, il Paese asiatico "sostiene lo sviluppo di un processo pacifico" per la soluzione della crisi in Ucraina; dall’altro, però, la Cina auspica "un ruolo più apicale" in un futuro scenario dopo la crisi da cui l’Occidente potrebbe uscire "ridimensionato".

Un nuovo canale diplomatico

Il fatto che gli Stati Uniti si siano espressi a favore di passare attraverso l’Arabia Saudita indica una scelta orientata ad aprire un nuovo canale di negoziati. “Uno dei problemi a livello diplomatico di questa crisi è che gli Stati Uniti sono una parte direttamente coinvolta nel conflitto, quindi un processo di pace promosso direttamente da Washington potrebbe essere in un certo senso inficiato”, chiarisce Di Liddo. “Viceversa, l’utilizzo di un Paese o di un canale non direttamente coinvolto nel conflitto, come appunto quello dell’Arabia Saudita, potrebbe garantire al processo diplomatico un’aura di maggiore neutralità”.

La mediazione di Erdogan

Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante i previsti colloqui con Vladimir Putin che si dovrebbero tenere a breve, intende proporre la ripresa dei colloqui di pace sull’Ucraina per raggiungere un cessate il fuoco anticipato. “In questo momento qualsiasi rallentamento del conflitto, qualsiasi cessate il fuoco rappresenta un vantaggio per la Russia che può riorganizzarsi e che può strutturare meglio poi la strategia per le azioni future, siano esse difensive o offensive”, continua Di Liddo. “In ogni caso, parliamo sempre di soluzioni di circostanza, molto di breve periodo. Il vero dramma – conclude – è che non esistono ancora le basi, le idee o le proposte concrete per una soluzione perpetua e definitiva del conflitto”.

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08 agosto 2023, 10:20