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Il candidato presidenziale ecuadoregno Villavicencio è stato ucciso durante la campagna elettorale, a Quito Il candidato presidenziale ecuadoregno Villavicencio è stato ucciso durante la campagna elettorale, a Quito  (KAREN TORO)

Ecuador, stato di emergenza dopo l'uccisione del candidato Villavicencio

Fernando Villavicencio, uno dei candidati alle elezioni presidenziali in Ecuador, è stato ucciso a colpi di pistola al termine di un comizio della campagna elettorale. Il presidente uscente Guillermo Lasso ha dichiarato lo stato di emergenza nel Paese. Alfredo Luis Somoza, presidente dell’ICEI: “Questo crea un pessimo clima per le elezioni che dovevano porre fine a un periodo di più di due anni di instabilità politica”

Sofiya Ruda – Città del Vaticano

Il candidato alle elezioni presidenziali in Ecuador Fernando Villavicencio, giornalista e politico di 59 anni, è stato ucciso mercoledì 9 agosto a colpi di pistola al termine di un comizio della sua campagna elettorale. Almeno nove persone sono rimaste ferite nell’attentato, tra cui un’altra candidata alla presidenza e due poliziotti. I feriti stavano partecipando all'evento tenuto da Villavicencio in una zona affollata e centrale di Quito, dove uno sconosciuto ha aperto il fuoco contro il candidato alla presidenza del Paese nelle elezioni generali straordinarie previste per domenica 20 agosto. Uno degli uomini sospettati di aver ucciso Villavicencio è morto dopo uno scontro a fuoco con agenti della sicurezza, sei le persone arrestate. Guillermo Lasso, il presidente uscente, ha dichiarato poche ore dopo l'attentato lo stato di emergenza a livello nazionale.

La lotta alla corruzione

La candidatura di Villavicencio si basava principalmente sulla lotta alla corruzione, spiega a Radio Vaticana – Vatican News Alfredo Luis Somoza, presidente dell’Istituto Cooperazione Economica Internazionale di Milano. "Il politico era stato l’unico a non aver accettato la custodia della Polizia di Stato, perché non si fidava. L’attentato in cui ha perso la vita, continua l’esperto, ha tutte le caratteristiche di un agguato dei narcos. “Un cartello ecuadoriano di nome Los Lobos, infatti, in un video ha rivendicato l’uccisione dando una spiegazione, che però gli inquirenti ritengono poco credibile”, prosegue. “Il cartello sostiene infatti che i politici corrotti che accettano i soldi dai narcotrafficanti devono rispettare la parola data. Ma mi sembra molto difficile che Villavicencio, il quale basava la sua campagna sulla lotta alla corruzione, avesse accettato dei soldi da loro. Sono tutte ipotesi che - precisa - andranno verificate”. Il presidente uscente Guillermo Lasso, intanto, ha confermato che le presidenziali del 20 agosto non saranno sospese, ma “lo stato di emergenza crea un pessimo clima per queste elezioni, che - rileva Somoza - dovevano porre fine a un periodo di oltre due anni di instabilità politica”.

Ascolta l'intervista a Alfredo Luis Somoza

La difficile situazione del Paese

Negli ultimi anni, l’Ecuador è stato colpito da un’ondata di corruzione, in particolare da due violenze di segno molto diverso, sottolinea l'esperto. “Da un lato, la violenza politica, basata sulla contestazione delle ultime elezioni, ma anche di alcune misure dell’attuale presidente. Violenza, quindi, che degenerava in proteste contro il governo”. Dall’altro lato, invece, la violenza legata ai cartelli del narcotraffico. “L’Ecuador, che era stato un Paese da sempre molto marginale negli equilibri della droga, negli ultimi anni è stato investito in pieno da queste attività. La potenza dei cartelli è in costante aumento e - conclude l’esperto - sono diventati, come in altri Paesi sudamericani, dei veri e propri protagonisti anche della vita politica".

Il cordoglio dei vescovi

“Siamo solidali con la famiglia della vittima e condanniamo ogni forma di violenza a tutti i livelli della società”. Così i vescovi dell’Ecuador intervengono in un comunicato dopo l’uccisione del candidato alle elezioni presidenziali Fernando Villavicencio. “Ci uniamo alle iniziative per recuperare la sicurezza sociale nella nostra amata Patria, mentre ratifichiamo il nostro fermo impegno a pregare e ad operare per la pace fondata sulla libertà, sulla giustizia e sulla verità”, si legge nel comunicato della Conferenza Episcopale dell’Ecuador.

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10 agosto 2023, 11:52