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La piccola Sara Colagiovanni, morta a 10 anni per un tumore La piccola Sara Colagiovanni, morta a 10 anni per un tumore

Sara, una bambina che ci ha insegnato a fidarsi di Dio

"La sua sofferenza, la sua testimonianza non possono cadere nel nulla". A dirlo sono i genitori di Sara Colagiovanni, morta per un tumore cerebrale al Policlinico Gemelli di Roma. La sua storia ha portato alla nascita delll'associazione "Sara un angelo con la bandana Onlus", a favore di tanti bambini che soffrono in Italia e in altri Paesi del mondo

Mariangela Jaguraba - Città del Vaticano

"Anche i bambini si fanno santi. Sara, un angelo con la bandana" è il libro nato dal desiderio di raccontare ciò che la famiglia di questa bambina ha vissuto. "Apparentemente sembra solo un esperienza di dolore, di sofferenza e di angoscia, ma in realtà non è stato così", dice a Vatican News lo zio di Sara, il sacerdote don Tonino Antonetti, parroco a Ceccano, in provincia di Frosinone.

L'incontro con il volto di Gesù

Sara Colagiovanni è morta a 10 anni a causa di un tumore cerebrale. Era il 14 aprile 2008, il decesso è avvenuto al Policlinico Gemelli di Roma dopo un anno di malattia. Nella sua fragilità, Sara ha testimoniato che anche davanti ad un male incurabile, nella sofferenza si può gioire ed incontrare il volto di Cristo. Ha mostrato la possibilità di affrontare il dolore restando intimamente uniti a Lui.

Sara Colagiovanni su una giostra
Sara Colagiovanni su una giostra

La nascita dell'associazione

Dall'esperienza di Sara, i genitori Fabio Colagiovanni e Sabrina Antonetti decidono di fare qualcosa di importante, perché la sua sofferenza e la sua testimonianza "non potevano cadere nel nulla". Il 15 giugno del 2010, nasce così l'associazione "Sara un angelo con la bandana Onlus", voluta per sostenere tanti bambini che in Italia e in altri Paesi affrontano malattie importanti. In Tanzania, ad esempio, dove l'associazione ha costruito un piccolo poliambulatorio pediatrico, in quella che è stata la prima missione fuori dall’Italia. Altre iniziative sono state realizzate in Israele e in Camerun. "Sara un angelo con la bandana Onlus" collabora con la ricerca oncologica del Policlinico Gemelli di Roma.

Un angelo con la bandana

Il titolo del libro è stato scelto dal papà di Sara, Fabio, perché quando la figlia era in ospedale vedeva sempre le bambine che portavano sulla testa una bandana, per coprire la calvizia, la caduta dei capelli. "Guarda Sara che sono belle, sembrano - le diceva - proprio degli angeli. Si vedono questi occhi meravigliosi". Secondo don Tonino Antonetti, il papà diceva queste parole alla bambina per incoraggiarla con il sorriso. "Da lì è nata questa immagine di 'Sara un angelo con la bandana', uno dei tanti angeli - spiega il sacerdote - del reparto".

Ascolta l'intervista a don Tonino Antonetti

Don Tonino, chi era Sara?

Sara è la gemella di Silvia, che oggi è una ragazza con un grande carisma, una grande capacità di stare vicino agli ultimi, tant'è che ha scelto di essere una psicologa perché vuole portare questo sollievo ai suoi pazienti. Un sollievo che ha cercato di dare già da piccolissima a sua sorella. Sara fin da subito è stata una bambina speciale, ha sempre voluto essere vicina agli ultimi come raccontano le maestre, per esempio, della scuola dell'infanzia. Quando nella sua classe era arrivata una nuova bambina, questa risultava emarginata. Esclusa. In un video, che guardiamo sempre con tanta commozione, si vede Sara che va ad abbracciare questa bambina, la porta insieme agli altri compagni, cerca di farla ballare nonostante la diffidenza da parte di tutti gli altri. Sara ha sempre mostrato questi segni così particolari di altruismo, di carità e poi certamente il momento della malattia ha rafforzato la sua spiritualità. Quando si è confrontata con la sofferenza in ospedale, la piccola voleva pregare sempre per i bambini che soffrivano, voleva recitare la coroncina alla Divina Misericordia, voleva ricevere la Prima Comunione. Quando mi chiamava, allora ero un giovane sacerdote, mi diceva sempre: "Zio, ricordati quando vieni in ospedale di portarmi la comunione, di portarla a me, di portarla alla mamma." Quindi, certamente, Sara è stata una bambina, mi piace definirla così, timorata e innamorata di Dio.

Nel suo libro, scopriamo la storia di una creatura forte, dove la fede ha un ruolo importante. Cosa insegna a tutti noi questa bambina di 10 anni?

Sara ci ha insegnato una cosa fondamentale: fidarsi e affidarsi. Si è fidata di Dio dal primo momento perché comunque ha confortato i genitori con delle parole meravigliose. "Non dovete essere tristi, non siamo da soli", diceva loro, quando comunque eravamo tutti preoccupati anche per il suo aspetto fisico che cambiava. Lei ci rassicurava dicendo che il cambiamento fisico "non importava, perché tanto per piacere a Gesù bisogna essere belli dentro e non fuori", e noi restavamo sempre destabilizzati dalle sue parole. Poi, Sara ci ha insegnato che chi si fida di Lui, non è mai solo. Infatti, lei non si è sentita mai sola, non perché ci fosse alle sue spalle una grande famiglia, ma perché sapeva che Dio era al suo fianco e lo invocava in ogni momento prima della chemioterapia. Prima di addormentarsi alle tre del pomeriggio lo invocava, quando comunque gli altri bambini andavano a fare la risonanza. Lei diceva: "Preghiamo perché questa risonanza per loro vada bene". Sara ci insegna questo: fidarci sempre, comunque e nonostante tutto.

Questa esperienza di sofferenza e fede ha generato dei frutti?

Sì, assolutamente, perché a seguito della sofferenza di Sara, la famiglia ha vissuto un enorme dolore, ma non hanno prevalso solo l'angoscia, il dramma. Dalla sua vita è nato tanto amore proprio come quel seme caduto a terra che porta tanto frutto, perché dalla morte di Sara, Fabio e la mamma Sabrina Antonetti, mia sorella, hanno scelto di fare qualcosa di importante. "Questa sofferenza e questa testimonianza non possono cadere nel nulla", ripetevano. Così fin dal giorno del funerale hanno deciso che qualcosa di bello doveva nascere. Quel giorno mi hanno detto: "Tutto ciò che raccoglieremo durante questa Santa Messa in questi giorni lo destineremo alla oncologia pediatrica". Il primo miracolo è stato quello perché in quell'occasione furono raccolti veramente tantissimi fondi e poi sono stati destinati ad un primo progetto da cui poi è nata, il 15 giugno 2010, l'associazione. Il giorno non è casuale: l'anniversario di matrimonio dei genitori di Sara e Silvia. L'associazione "Sara un angelo con la bandana Onlus" collabora con il reparto oncologia del Gemelli, ma volge lo sguardo anche fuori dall'Italia e porta ovunque tanta speranza. Cerchiamo di dire ai bambini che non sono mai soli. Negli anni l'associazione è cresciuta e oggi sostiene molto la ricerca, una missione questa fondamentale. 

La piccola Sara
La piccola Sara

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18 luglio 2023, 11:45