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Il Niger nel caos Il Niger nel caos   (AFP or licensors)

Niger, il generale Tchiani si autoproclama presidente e nel Paese è allarme umanitario e internazionale

Dopo il colpo di Stato militare che ha rovesciato il capo dello Stato Bazoum, il generale Tchiani si è insediato alla presidenza del Paese. Le tensioni hanno ripercussioni su tutta la zona dell’Africa subsahariana e a livello internazionale. Padre Filippo Ivardi, missionario comboniano: “a livello umanitario la situazione è preoccupante per la presenza in Niger di numerosi immigrati e che sono in transito verso la Libia e la Tunisia"

Layla Perroni – Città del Vaticano

Una scintilla che scatena un incendio dalle conseguenze disastrose. Il Niger attraversa una dura crisi politica. Il generale Tchiani, capo della guardia presidenziale, si è autoproclamato presidente dopo aver rovesciato il presidente Mohamed Bazoum, alla guida del Paese dall'aprile 2021. Il colpo di Stato militare ha causato molte difficoltà alla popolazione nigerina, le cui condizioni sono estremamente difficili. Padre Filippo Ivardi, missionario comboniano, ha raccontato a Radio Vaticana – Vatican News, la complessa emergenza umanitaria. “A livello umanitario la situazione è preoccupante per la presenza di numerosi immigrati che sono nel Paese e che sono in transito verso la Libia e verso verso la Tunisia”, dichiara, “con la chiusura delle frontiere queste persone sono rimaste bloccate” in zone come quelle al confine tra Mali e Burkina Faso “che restano in preda ai jihadisti” che da anni diffondono terrore nel Paese.

Promesse non mantenute

Il generale Tchiani si è presentato sugli schermi nazionali come ‘nuovo uomo forte’, e ha giustificato il golpe con "il deterioramento della sicurezza" nel Paese. Secondo il generale, appoggiato da ampi settori dell’esercito, il presidente Bazoum non avrebbe mantenuto le promesse fatte alla popolazione, mentre il Paese viveva "la dura realta' con la sua quota di morti, sfollati, umiliazioni e frustrazioni". Padre Ivardi afferma che “sicuramente ci sono state promesse disattese. Per quanto riguarda l'aspetto economico, ci sono tanti riscontri - sottolinea Ivardi - in quello che dicono i militari, i quali però approfittano del disordine per prendere il potere”. Le azioni dei golpisti hanno dei riflessi su tutta l’area del Sahel e rischiano, “come si è visto sia per il Mali sia per il Burkina Faso, di portare il Paese sotto l'influenza russa”, aggiunge.  

Ascolta l'intervista a padre Filippo Ivardi

Il Sahel è "in fiamme"
    

La regione del Sahel è da tempo scossa da tensioni interne. Padre Ivardi ricorda che, ad esempio, in Ciad, durante il 2021, si è verificato un altro colpo di Stato. “Alla morte del presidente Idriss Déby Itno ha preso il potere il figlio Mahamat ‘Kaka’ Idriss Déby, quando la carica sarebbe spettata al presidente dell'assemblea”. "Il Sahel è in fiamme", continua il missionario comboniano. Sia il Ciad che il Niger sono stati partner privilegiati “della Francia e dei Paesi occidentali per il controllo del terrorismo e dei minerali”. Il Niger è infatti il quarto produttore di uranio nel mondo “con imprese francesi che hanno rinnovato i loro contratti proprio per questa ragione”, conclude, e “adesso esiste il rischio che cambino i rapporti di forza nell’area.

Le reazioni dalla comunità internazionale

Arrivano forti le reazioni della comunità internazionale all’autoproclamazione del generale Tchiani. Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha affermato: "questo inaccettabile attacco all'integrità delle istituzioni repubblicane del Niger non rimarrà senza conseguenze per il partenariato e la cooperazione che lega l'Unione europea e il Niger. A questo proposito, oltre all'immediata cessazione del budget per gli aiuti, tutte le azioni di cooperazione nel campo della sicurezza sono sospese con effetto immediato". Dagli Stati Uniti, il segretario di Stato Anthony Blinken, offre il supporto della nazione al deposto presidente Bazoum, accusando i golpisti di minacciare "il successo di una cooperazione che va avanti da anni". Dal suo account twitter, Blinken ha anche aggiunto di aver parlato con la ministra francese degli Esteri, Catherine Colonna, e di "aver condiviso le preoccupazioni sugli eventi in Niger e l'urgente necessità di ripristinare la presidenza Bazoum come leader democraticamente eletto". Dalla Francia, invece, il presidente Macron ieri ha definito il gesto di Tchiani “completamente illegittimo e profondamente pericoloso per i nigerini, per il Niger e per l'intera regione".

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29 luglio 2023, 11:33